A ROMA LA BANCA DEI TALENTI, GRAZIE ALL’ASSOCIAZIONE “VA A FA ‘N BENE”

Chi ha competenze e tempo può donarli, chi ne ha bisogno può riceverli. Grazie alla fiducia e alla determinazione di un gruppo di giovani

di Mirko Giustini

Roma. A Tor de’ Schiavi chi ha una particolare abilità e vuole metterla a disposizione per il suo quartiere avrà un canale specializzato per farlo. È la Banca dei Talenti dell’associazione Va a fa’ ‘n bene, un database in cui chi vuole può donare un po’ del suo tempo. Idraulici, elettricisti, traslocatori, parrucchieri, meccanici, tecnici informatici e tanto altro. Basta rivolgersi al Centro di ascolto e capire chi ha più bisogno. Coloro che beneficiano del servizio lo ripagano, offrendo le loro capacità per qualcun altro. Una risposta concreta a una disoccupazione giovanile cittadina che si aggira intorno al 40%, che potrebbe trasformarsi in un veicolo pubblicitario nel caso in cui si realizzi un buon lavoro.

 

banca dei talenti volontariE se qualcuno non ha nulla da dare in cambio? Niente paura, ci pensa l’associazione. Come spiega una delle fondatrici, Annabella Fedele. «In cantiere abbiamo la fondazione di un locale, che fungerà da centro culturale in una zona degradata del nostro quartiere. Se qualcuno non sa come restituire il favore, può lavorare con noi per un breve periodo e la sua retribuzione andrà a estinguere il debito».  

E se qualche furbo usufruisce di una prestazione della Banca dei Talenti, con la promessa di ricambiarla, e poi non lo fa?
«Attraverso la stipula di un contratto di fedeltà, l’associazione e l’associato si impegnano nella creazione di una rete di fiducia. In questo caso saremmo noi a farcene carico ricorrendo a opere di volontariato gratuito o al fondo cassa, ma spero vivamente che non succeda mai: l’iscrizione presuppone una minima assunzione di responsabilità».

Come autofinanziate le vostre attività?
«Fino ad ora siamo ricorsi all’autofinanziamento e alle offerte libere, ma appena terminiamo tutte le procedure burocratiche ci costituiremo giuridicamente come associazione e presenteremo dei progetti per concorrere ai bandi pubblici».

Quali difficoltà incontra un giovane che vuole fondare un’associazione?
«La difficoltà principale che abbiamo riscontrato è la burocrazia. Avvocati, notai, commercialisti: a ogni passaggio si aggiunge una spesa. Sicuramente è una prova per saggiare la fattibilità del progetto. Preziosa la collaborazione delle altre realtà associative che abbiamo consultato. Secondo me però il problema più grave è un altro».

Cioè?
«Siamo coscienti dell’impegno che ci stiamo prendendo con la comunità, davvero. E siamo contenti che accanto a noi ci siano persone esperte che ci aiutano. Quello che non va è la tendenza degli adulti a spegnere il nostro entusiasmo. Ogni volta che abbiamo un’idea intervengono immediatamente mostrandoci subito problemi e rischi».

 

volontariNient’altro?
«Poi rimane la principale criticità di ogni associazione: la mancanza di volontari. Tante persone si sono avvicinate alla nostra realtà nel corso dei nostri incontri, ma è difficile che aderiscano. Vengono e ascoltano, ma non si iscrivono. Fortuna che ci sono i giovani: loro sono più disponibili degli adulti».

Quali altri appuntamenti avete in programma?
«Prossimamente ospiteremo una famiglia di immigrati, grazie alla collaborazione con i Corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio. Il 18 gennaio poi si terrà l’incontro “AzzardoPatia”: nella parrocchia Santissimo Sacramento di largo Agosta 10 alle 19 ospiteremo una vittima di ludopatia che condividerà la sua testimonianza. Chiunque sia interessato può raggiungerci anche nelle nostre riunioni settimanali, che si tengono tutti i martedì sera alle 21 a Largo Agosta. Meglio se ci contatta prima via Facebook.

 

L’ASSOCIAZIONE. Originale sin dal nome, l’associazione “Va a fa’ ‘n bene” deve ancora crescere. Non solo perché è nata da poco più di un anno, ma perché l’età media dei fondatori è di appena 23 anni. Sono Lorenzo Olivetti, Annabella Fedele, Simona Grossi, Federico Carere, Elena Manocchi e Sergio Saija, a cui si sono aggiunti Danilo Ferrante, Ilaria Segnalini e Marco Fulgaro. Nove giovani, quasi tutti della parrocchia Santissimo Sacramento di Tor de’ Schiavi, che, tra lezioni ed esami, hanno trovato il tempo di dedicarsi a ragazze e ragazzi del loro quartiere Con un’unica finalità: creare un valore condiviso che renda la città di Roma più sostenibile.

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org

A ROMA LA BANCA DEI TALENTI, GRAZIE ALL’ASSOCIAZIONE “VA A FA ‘N BENE”

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