A ROMA, PER GLI ALUNNI DI ORIGINE STRANIERA LA SCUOLA È A OSTACOLI

Rete Scuolemigranti chiede un piano regionale per compensare le disparità tra alunni stranieri e italiani, centrate sul gap linguistico

di Redazione

Nel Lazio sono 79.841 gli alunni di origine straniera. Costituiscono il 9,4% della popolazione scolastica, in linea con la media nazionale. In tutte le provincie sono attive collaborazioni tra scuole e associazioni per facilitare l’inserimento, insegnare la lingua di istruzione, sviluppare iniziative didattiche interculturali, con la partecipazione dei genitori stranieri. A Roma, però, diversi problemi rendono problematico per questi ragazzi studiare e avere un istruzione. Per questo la Rete Scuolemigranti avanza una serie di proposte.

Il Caso Roma: la sussidiarietà indebita

Nella Città metropolitana di Roma da anni si segnalano criticità che ostacolano l’accesso
all’istruzione degli studenti con origine migratoria. In un contesto reso difficile dalla densità territoriale e dalla storica carenza di organico delle scuole, il volontariato sta svolgendo funzioni di supplenza alle istituzioni scolastiche. Per restituire il proprio ruolo alle associazioni del Terzo settore attive in questo campo Rete Scuolemigranti auspica alcune riforme:

  • L’insegnamento della lingua italiana in orario scolastico è un compito richiesto a tutte le scuole, con personale interno, retribuito. Un impegno richiesto da direttive Miur e da ultimo dall’Osservatorio Nazionale alunni stranieri del Ministero: “È la lingua che ci fa uguali”, giugno 2020
  • Le sinergie con il mondo associativo vanno utilizzate per importanti servizi integrativi quali: educazione allo studio extra scuola (doposcuola), formazione linguistica dei genitori (corsi di italiano), mediazione culturale nel rapporto scuola – famiglia. Tutti servizi che vanno concordati e formalizzati negli organismi scolastici (Piano triennale Offerta Formativa POF, Piano Annuale
    Integrazione PAI, ecc.)
  • I Servizi educativi del Comune di Roma e dei Municipi segnalano difficoltà nella iscrizione di neoalunni che arrivano nella capitale con ricongiungimento familiare. Il rifiuto degli Istituti Comprensivi è dovuto ad organici saturi. Le associazioni di volontariato che affiancano le famiglie nella ricerca di alternative si confrontano con prassi indebite delle scuole, come inserire la domanda in lista d’attesa, rinviando l’accoglienza a tempo indefinito.
  • L’iscrizione di alunni, anche per quelli che arrivano in corso d’anno, deve essere garantita mediante una efficace e attenta regia territoriale (posti disponibili distribuiti in tutti i quartieri, per accesso non troppo lontano dalle abitazioni dei neo-arrivati).

L’emergenza CoronaVirus da un lato richiederà alle scuole un pesante impegno organizzativo, dall’altro consentirà un potenziamento dell’organico. Una novità da utilizzare proprio per cambiare passo. Come auspica il documento del Miur “È la lingua che ci fa uguali”, chiediamo un piano regionale finalizzato a compensare le disparità tra alunni stranieri e coetanei italiani, centrato sul gap linguistico degli studenti e delle famiglie straniere. Il Lazio potrà così offrire un buon esempio per il Piano nazionale del Miur.

Gli alunni di origine straniera a Roma

A Roma ci sono 63.488 alunni di origine straniera, con forti criticità nel primo ciclo di istruzione (Miur, a.s. 2018 – 2019 ): sono 22.805 nella scuola primaria, 13.446 nella scuola media.
Nel 2018 sono arrivati a Roma 5.102 minori, con ricongiungimento familiare. Il ritmo annuale degli arrivi risulta costante, essendo questa la principale via di ingresso regolare in Italia (ISTAT). A Roma più della metà dei minori ricongiunti sono bambini 0 – 5 anni. Tuttavia 934 nuovi ingessi hanno l’età per entrare nel primo ciclo di istruzione (581 hanno 6 – 10 anni, 353 ne hanno 11 – 13).

Le famiglie straniere lontane dalla scuola

Secondo una recente inchiesta di Santegidio, su 800 alunni fra i 6 e i 10 anni in 27 quartieri di Roma, quasi 2 su 3 non avevano seguito lezioni a distanza con la chiusura delle scuole per Covid19. Tra questi la grande maggioranza hanno genitori stranieri, che non parlano italiano.
Il gap linguistico dei genitori è un ostacolo al dialogo con la scuola: la partecipazione delle famiglie straniere richiede azioni positive, che solo pochi esemplari istituti realizzano a Roma:

  • Traduzione multi lingue delle comunicazioni scolastiche
  • Mediatore culturale nella fase di iscrizione e inserimento del neo alunno
  • Corsi di italiano per familiari adulti, nella sede scolastica (es. corsi per mamme nell’orario di scuola dei figli piccoli)
  • Se in autunno riprenderanno alcune lezioni a distanza, sarà cruciale la mediazione culturale per aiutare i familiari nell’uso della piattaforma scolastica

Quando a scuola non c’è posto

Tra ottobre e marzo 2020, Rete Scuolemigranti ha condotto un’inchiesta da cui si evidenziano le difficoltà che incontrano i bambini arrivati grazie al ricongiungimento, nell’essere accolti a scuola. Ecco qualche caso emblematico.

Sazid, bangalese 14 anni, otto anni di istruzione certificata nel suo paese, arriva a gennaio. Rifiutato in mote scuole del Municipio 5, salta un anno e attende di trovare posto a settembre in un ITC.

Farjana, 9 anni, e Mazarul, 14 anni, fratelli bangalesi, da settembre a febbraio non trovano
posto nel quartiere Marconi-Ostiense-San Paolo, Municipio 8.

Mariangela Pierro presidente associazione Monteverde Solidale, nel Municipio 12, da settembre a gennaio non trova posto per due neo arrivati, pur avendo fatto richiesta a molte scuole anche fuori zona.

Patrizia Sentinelli, presidente associazione Altramente, nel Municipio, 5 segnala ogni anno molte difficoltà per una decina di neo arrivati. A febbraio 2020 tre bambini bengalesi non trovano posto, 2 in età primo ciclo e uno in età per la scuola media. I genitori scoraggiati li terranno a casa fino a settembre. Secondo le testimonianze dei volontari, queste difficoltà si registrano in tutte le scuole di Tor Pignattara.

Anche la Parrocchia S. Pio X denuncia il fatto che tutti gli anni è difficile inserire una quota di ragazzini del Bangladesh.

Verso un Piano Lazio per alunni di origine straniera

Per tutti questi motivi è necessario istitutire un Servizio dedicato all’inserimento degli alunni stranieri e all’intercultura. Come avviene in altre città metropolitane, il servizio dovrà essere in dialogo con le scuole, con il Comune di Roma e con i servizi educativi dei Municipi. Sono inoltre necessarie linee guida regionali per l’attuazione delle Linee Guida del Miur e un’ampia azione formativa per il personale scolastico.

In attesa del nuovo servizio, Rete Scuole migranti chiede  una Circolare USR ai Dirigenti Scolastici del Lazio, per l’iscrizione di alunni stranieri neo-arrivati che riguardi:

  • apertura delle iscrizioni per tutto l’anno scolastico
  • iscrizione nella classe corrispondente all’età
  • nella impossibilità di accettare l’iscrizione, fornire ai genitori la motivazione scritta
  • segnalazione tempestiva all’Ufficio Scolastico Regionale o all’Ambito Territoriale di Roma.

Un protocollo con la Prefettura di Roma servirà a dotare lo Sportello Unico Immigrazione di materiale informativo plurilingue su diritti e doveri dei genitori rispetto all’istruzione dei figli.
Il mondo associativo, che opera a fianco delle famiglie e delle comunità migranti, si impegna fin d’ora a diffondere il nuovo sistema di accoglienza.

A ROMA, PER GLI ALUNNI DI ORIGINE STRANIERA LA SCUOLA È A OSTACOLI

A ROMA, PER GLI ALUNNI DI ORIGINE STRANIERA LA SCUOLA È A OSTACOLI