ACCESSO ALLE CURE NEL LAZIO: ATTESE INFINITE E SERVIZI INSUFFICIENTI

Nel 70% dei casi le liste di attesa erano chiuse, nel 58% i tempi superiori ai codici di priorità, il 41% dei cittadini ha ripiegato sul privato. I numeri dell'indagine Cittadinanzattiva su accesso alle cure e digitalizzazione nel Lazio

di Laura Badaracchi

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Liste di attesa interminabili e servizi insufficienti per l’accesso alle cure, che lasciano l’amaro in bocca. Lo scorso anno ben «il 48,8% dei cittadini residenti nel Lazio dichiara di non aver ottenuto l’appuntamento per la prenotazione richiesta di visite ed esami diagnostici, mentre il 70% ha sperimentato liste di attesa chiuse, oltre il 58% ha ottenuto visite ed esami con tempi superiori a quanto previsto dal codice di priorità indicato dal medico, il 38% si è dovuto spostare in un luogo lontano o difficile da raggiungere per ottenere la prestazione nei tempi giusti; quasi il 29% ha ricevuto la proposta di effettuare la visita o l’esame nel canale intramurario». Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine online Liste d’attesa e digitalizzazione. Scenari presenti e futuri della Regione Lazio, svolta da Cittadinanzattiva con il contributo non condizionato di Doctolib e rivolta ai residenti nella regione Lazio nel mese di aprile per indagare anzitutto sulla situazione delle liste d’attesa, «analizzando modalità, tempistiche e percezione del servizio dal punto di vista dei cittadini.

Accesso alle cure nel Lazio: i dati 

Accesso alle cure nel Lazio

Presentata a Roma, la ricerca evidenzia che «a fronte degli ostacoli, il 41% circa dei cittadini ha svolto la prestazione a pagamento nel privato, il 21% ha accettato suo malgrado tempi e luoghi proposti dal servizio pubblico, poco più del 12% ha effettuato la prestazione in intramoenia», mentre il 7% si è arreso, rinunciando alla visita o all’esame. «Circa 1 utente su 3 dichiara di non conoscere le tempistiche associate ai codici di priorità (U-Urgente: entro le 72h; B-Breve: entro 10gg; D-Differibile: entro i 30gg se trattasi di visita specialista ed entro i 60gg per gli accertamenti diagnostici; P-Programmabile: entro 120gg). Soltanto uno su due (51,2%) dichiara di aver ottenuto l’appuntamento richiesto nei tempi previsti dalla impegnativa, nove su dieci ritengono che i tempi di attesa nel Lazio non siano compatibili con le proprie esigenze di salute e oltre il 37% pensa che la situazione sia ulteriormente peggiorata negli anni», osserva l’indagine.

Cittadinanzattiva: investimenti con vincolo di utilizzo

Ma quali sono i canali di prenotazione privilegiati? «Il 66% dei cittadini, fra quelli che hanno partecipato all’indagine, ha prenotato tramite Cup telefonico, il 30% si è recato di persona allo sportello, il 27% ha contattato telefonicamente la struttura prescelta, il 21% ha scelto la piattaforma online Recup; il 3% ha prenotato in farmacia». Riguardo al servizio telefonico, come sottolinea l’indagine di Cittadinanzattiva, il 17,4% degli utenti «lamenta disagi per il funzionamento, in particolare perché deve attendere troppo per avere la risposta dell’operatore; riguardo invece la piattaforma online, oltre il 28% mette in evidenza che non tutte le prestazioni sono disponibili sulla stessa e dunque non è possibile prenotarle, e un 21% lamenta che la piattaforma sia complessa e lenta». Oltre la metà degli intervistati afferma che l’introduzione di ulteriori piattaforme per la prenotazione «potrebbe consentire di migliorare la gestione delle liste di attesa». Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha proposto che «gli investimenti siano posti a carico del fondo sanitario con vincolo di utilizzo, che impegni cioè le Regioni a rendicontarne l’effettivo utilizzo. È importante infatti che ci sia un impegno condiviso e responsabile da parte di tutti gli attori coinvolti nel governo delle liste di attesa. Da parte nostra vigileremo affinché le misure previste siano rispettate e siano presi i necessari provvedimenti, anche di tipo sanzionatorio, per rispettare i diritti dei cittadini».

Accesso alle cure nel Lazio: in aumento le segnalazioni a Cittadinanzattiva

Accesso alle cure nel LazioIl testo della ricerca include anche le indicazioni del Tavolo di lavoro coordinato da Cittadinanzattiva e composto da rappresentanti di alcune aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche e del privato accreditato nel Lazio. Che evidenzia alcune criticità: «La carenza di specialisti per poter svolgere determinate tipologie di esami e visite; l’assenza nel sistema Recup delle agende di prenotazione di diverse strutture sanitarie; la mancanza o carenza di un approccio legato al percorso terapeutico più che alla prestazione singola, in altre parole la possibilità per il paziente, soprattutto se affetto da patologia cronica, di avere dal medico specialista la prenotazione di tutte le visite di controllo e degli ulteriori esami necessari alla diagnosi e cura della propria patologia». Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio, ha riferito che i cittadini laziali si rivolgono all’organizzazione «soprattutto per segnalare difficoltà di accesso ai servizi sanitari: su questo abbiamo registrato un sensibile aumento di richieste dovuto a un effetto post Covid che ha determinato ulteriori ritardi nell’erogazione delle prestazioni non erogate nel periodo pandemico e di quelle che si sono aggiunte una volta superato tale periodo». Non solo: mancano «percorsi strutturati per patologia che, nonostante le norme siano chiare, vedono ancora frammentarietà, disomogeneità territoriali e farraginosità nelle procedure burocratiche; così come è evidente una carenza del personale sanitario specialistico sul quale saranno necessari interventi specifici». Rosati auspica due provvedimenti: «L’adeguamento e riorganizzazione del sistema Recup, rispetto al quale la Regione Lazio ha attivato un percorso che può essere la giusta via per organizzare, monitorare e verificare la domanda/offerta di prestazioni; un rafforzamento del lavoro dell’Osservatorio regionale per il governo delle liste di attesa, perché diventi sempre più luogo di confronto costante per monitorare, verificare e correggere, se necessario, azioni e programmi».

 

 

ACCESSO ALLE CURE NEL LAZIO: ATTESE INFINITE E SERVIZI INSUFFICIENTI

ACCESSO ALLE CURE NEL LAZIO: ATTESE INFINITE E SERVIZI INSUFFICIENTI