ACCOGLIERE RICHIEDENTI ASILO NON COSTA AI COMUNI, MA CONDIZIONA IL VOTO
Nei Comuni che hanno ospitato Cas il voto si è spostato a destra. Una ricerca condotta dall'Università Milano-Bicocca sui dati di 106 Prefetture
di Redazione
20 Gennaio 2021
Questo articolo su cosa implica per i Comuni accogliere richiedenti asilo è tratto da Redattore Sociale.
Accogliere richiedenti asilo non comporta un aumento dei costi di breve periodo a livello comunale, ma può avere conseguenze sulle elezioni amministrative, favorendo le forze politiche che più puntano su una propaganda anti-immigrazione. È quanto emerge da una ricerca realizzata da Mariapia Mendola (docente di Economia politica), Sara Giunti e Francesco Campo (assegnisti di ricerca) del Center for european studies (Cefes) del dipartimento di Economia, metodi quantitativi e strategie d’impresa dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con ActionAid Italia e Openpolis.
«È una storia nota», spiega Mariapia Mendola. «Alla base delle reazioni anti-immigrazione ci sono fattori culturali, ben prima che economici. L’analisi d’impatto del sistema di accoglienza suggerisce che è necessaria una maggiore attenzione alle politiche di inclusione e sensibilizzazione sul territorio, dove il coinvolgimento delle amministrazioni locali è di vitale importanza, se si vuole che gli immigrati possano contribuire con le loro capacità e conoscenze alla crescita e allo sviluppo economico di lungo periodo».
Nel periodo della cosiddetta “crisi dei rifugiati”, tra il 2014 e il 2018, più di 3 milioni di richiedenti asilo sono arrivati in Europa, la maggior parte in fuga dal conflitto siriano o da contesti difficili in Nord Africa e Medio Oriente. Ogni anno, circa 150 mila persone hanno fatto richiesta di asilo anche in Italia, diventando nella gran parte dei casi beneficiari dei servizi previsti dalle politiche pubbliche sul sistema di accoglienza. Il sistema di centri di accoglienza straordinaria (CAS), basato su un piano nazionale di riparto e gestito dalle Prefetture attraverso bandi aperti al settore privato, ha ospitato fino ad oggi circa l’80 per cento dei richiedenti asilo arrivati in Italia.
L’indagine del gruppo di ricerca di Milano-Bicocca si basa sui dati delle 106 Prefetture italiane. Lo studio mostra l’evoluzione nella distribuzione dei richiedenti asilo nei comuni italiani. Questi ultimi aumentano in modo sistematico in concomitanza con il flusso degli arrivi fra il 2014 e il 2017, coinvolgendo più del 40 per cento dei comuni italiani con circa 15 mila CAS distribuiti su tutto il territorio nazionale. L’accoglienza è per lo più “diffusa” in quanto il numero medio di richiedenti asilo ospitati nei CAS si aggira intorno a 25, con centri di accoglienza collocati soprattutto in appartamenti e piccole strutture.
L’impatto di breve periodo dell’accoglienza diffusa sul territorio non è economicamente significativo. L’accoglienza dei richiedenti asilo non impone costi economici a livello locale, né in termini di reddito pro-capite né in termini di welfare; favorisce, invece, il ripopolamento dei comuni con un più alto tasso di popolazione anziana.
Dall’analisi dell’impatto politico dell’accoglienza sulle preferenze elettorali alle elezioni nazionali del 2018 nei comuni con meno di 25 mila abitanti emerge un aumento dei voti verso le parti più conservatrici del Paese.