GLI CHEF NELLE TENDOPOLI: IL BUON CIBO CREA EMPATIA
Trenta i cuochi mobilitati dopo il sisma del 24 Agosto dal Dipartimento Solidarietà e Emergenza della Federazione Italiana Cuochi.
03 Settembre 2016
Sono già passati dieci giorni dal terremoto che ha sconvolto il Centro Italia; si sono svolti i funerali, sono iniziate le prime polemiche e sono state aperte le prime inchieste. Lontani dai riflettori e pronti a rimanere nelle zone colpite dal terremoto anche quando quei riflettori, inevitabilmente, si spegneranno, lavorano e prestano il proprio aiuto moltissimi volontari. Noi continuiamo a raccogliere le loro testimonianze, piccoli pezzi del grande lavoro di quel Terzo Settore che in occasione del terremoto ha dimostrato tutta la sua forza e solidarietà.
Oggi vi parleremo dell’operato degli chef accorsi nei luoghi colpiti dal sisma e lo facciamo attraverso la testimonianza e le informazioni che ci ha rilasciato Roberto Rosati, presidente del Dipartimento Solidarietà ed Emergenza della Federazione italiana Cuochi e dell’associazione R2 Executive Team. Roberto e altri colleghi della Federazione Italiana Cuochi sono operativi nel campo allestito ad Illica, frazione di Accumoli, con la cucina da campo della Fepivol (Federazione Pronto Intervento del Volontariato) dal giorno dopo il terremoto. Sono partiti con l’attrezzatura e con un furgone frigo, con il quale hanno portato con loro i primi prodotti e verso le 17.00 del 24 agosto hanno iniziato a servire i primi pasti agli sfollati e ai soccorritori. Durante i primi giorni hanno cucinato per circa 250 persone a pasto, nel corso di questa settimana, col numero di soccorritori che man mano sono diminuiti per il venir meno delle ricerche, si è arrivati a 120 persone a pasto.
Ad Illica opera un gruppo di cuochi professionisti, 7-8 durante i primi giorni, a cui si aggiungono altri volontari che danno supporto. In tutto sono una trentina i cuochi mobilitati dal Dipartimento Solidarietà ed Emergenze della FIC. «Da subito abbiamo cucinato e servito prodotti di alta qualità», racconta Roberto Rosati, «il buon cibo ha la capacità di creare subito empatia tra soccorritori e soccorsi e aiuta a restituire un minimo di serenità». La cucina di Illica fornisce così pasti preparati con attenzione e buoni prodotti, «grazie anche alle donazioni di molte aziende che da subito», ci riferisce Roberto, «ci hanno fornito i loro prodotti». Aziende e professionisti del settore gastronomico vanno alternandosi nel portare prodotti. Frutta, verdure, carne, pesce e vengono distribuiti anche agli altri campi; giovedì è stato servito anche gelato artigianale. «Piano piano vi restituiremo un po’ di serenità», scrivono i volontari nell’augurare una buona cena alle persone ospitate nel campo, perché il ritorno ad una vita normale, per quanto difficile, passa anche attraverso le piccole cose, come una buona cena. Abbiamo raccontato della necessità degli anziani di giocare a carte, di chi vuole andare a controllare il proprio orto, di chi vuole riprendere la propria attività lavorativa. Piccole, grandi cose per tornare alla normalità che i volontari cercano di offrire. Come la torta di compleanno, preparata dagli chef di Illica, per un signore che ha compiuto 84 anni qualche giorno dopo il sisma. «Era il primo compleanno nella tendopoli», racconta Roberto, «gli abbiamo fatto una sorpresa, riuscendo a strappargli il primo sorriso dopo il terremoto».