AD APRILIA SI DIVENTA FUORICLASSE, GRAZIE A SAVE THE CHILDREN
Attivo dal 2018 un progetto di contrasto alla dispersione scolastica. Con l’emergenza Covid le attività si sono intensificate grazie all'Arcipelago educativo
16 Novembre 2020
Attività in presenza, tutoraggi personalizzati on line, tablet. Sono alcuni dei servizi offerti agli studenti tra gli 8 ei 14 anni di nove scuole e quattro istituti comprensivi (Toscanini, Matteotti, Garibaldi, Orzini) di Aprilia (Latina). Dal 2018 Save the Children ha deciso di investire nella cittadina laziale sul contrasto preventivo alla dispersione scolastica: un lavoro con le scuole del territorio, con le famiglie e con le istituzioni. «Con il lockdown e l’emergenza sanitaria per il Covid in corso abbiamo intensificato le attività. Cominciammo il nostro lavoro ad Aprilia due anni fa prendendo contatti con due istituti comprensivi, Toscanini e Matteotti, dopo aver fatto un’analisi del contesto e dei bisogni per capire dove andare ad intervenire», dice Giuseppe Candela, coordinatore del programma Fuoriclasse di Save the Children nel Lazio. «Abbiamo preso in considerazione, oltre al tasso di dispersione scolastica, la povertà educativa, la necessità di costruire una rete. Si è preferito un territorio di provincia per costruire ponti con altre realtà: la provincia spesso è meno “appetibile”, per il governo regionale, per quello locale e per gli enti privati, rispetto alla classica periferia romana, dove in molti casi sono attivi progetti di varie organizzazioni».
Nell’istituto Matteotti, con un forte calo degli studenti, con fondi di Save the Children si è riqualificata un’ala abbandonata, di oltre 200 metri quadrati, che è diventata un centro aggregativo pomeridiano, il Centro Educativo Fuoriclasse (CEF), aperto in orario extra scolastico a tutti gli studenti delle scuole in cui l’organizzazione opera, con attività di doposcuola, di accompagnamento allo studio, laboratori per un bacino di quasi un centinaio di bambini e ragazzi tra gli 8 e i 14 anni. In totale, oltre 500 studenti stanno lavorando e hanno lavorato con Save the Children nella cittadina laziale. «Accompagniamo i bambini di quarta e quinta elementare, e di seconda e terza media, li prepariamo alla scuola secondaria di primo grado; spesso nel passaggio ad un’altra scuola i ragazzi decidono di non frequentare o non frequentano con motivazione», spiega Candela. Ogni classe ha dai 4 ai 5 incontri mensili in orario scolastico, e due ore e mezza ogni pomeriggio.
Fuoriclasse parte seconda
Fuoriclasse in movimento è la seconda parte del progetto, segue gli stessi passaggi di Fuoriclasse, ma con maggiore autonomia da parte delle scuole. Ogni città coinvolta nel progetto ha un partner territoriale, ad Aprilia è Psyplus, associazione di psicologi, psicoterapeuti e non solo, che segue una serie di attività. «Quest’anno, con l’emergenza Covid, abbiamo trasferito on line, da marzo, le attività che facevamo in presenza, per mantenere i rapporti con gli studenti e le famiglie. Soprattutto le fasce più fragili, in contesti difficili come la periferia di Aprilia, dove molte famiglie, soprattutto di origine indiana, vivono nei campi.
Per questi ragazzi non andare a scuola significa il totale abbandono scolastico, spesso i genitori non conoscono la lingua italiana, passano le giornate in campagna, non hanno accesso ad internet o non possiedono un’alfabetizzazione digitale sufficiente. Alcuni genitori, non potendo accedere al registro elettronico, a marzo non sapevano nemmeno che le scuole avessero chiuso e si fosse in lockdown. Il nostro primo pensiero è stato quello di raggiungere tutte loro, e oltre alle attività e ai tutoraggi on line, abbiamo attivato un sostegno psicologico telefonico, molto utile per grandi e piccoli, e raccolto i loro bisogni: la mancanza di una connessione e di un tablet o di altri strumenti elettronici, in alcuni casi anche di cibo e di beni di prima necessità. Abbiamo attivato con il comune di Aprilia dei canali, abbiamo fornito servizi di utilità sociale e creato una task force territoriale», spiega Giuseppe Candela.
Già da fine marzo, grazie ai canali diretti con queste famiglie, Save the Children ha regalato un centinaio di tablet. In una seconda fase ha lavorato sull’aspetto più emotivo relazionale, dando degli appuntamenti fissi ai ragazzi, con il messaggio del buongiorno, piccole attività e laboratori, l’aiuto per i compiti, in gruppi e singolarmente se necessario. «Siamo anche riusciti ad organizzare una call con il sindaco di Aprilia, dove questi ragazzi di 12-13 anni hanno potuto fargli le loro domande: è stato un esercizio di cittadinanza attiva molto importante».
Motivazione e partecipazione
La motivazione e la partecipazione sono i due temi forti su cui si lavora con Fuoriclasse, con attività che vanno a stimolare il protagonismo degli studenti. Il progetto è iniziato nel 2012 in Italia, coinvolge 22 città, Aprilia è stata la prima città di provincia, due anni fa.
«In orario scolastico puntiamo a far essere i ragazzi attivi, organizziamo i Consigli Fuoriclasse, una sorta di assemblee e di parlamentini, in cui si eleggono degli studenti e partecipano anche i docenti, si discute di come migliorare la scuola. Queste attività funzionano molto bene, i ragazzi sono contenti. Ad esempio, hanno scritto una lettera al Comune per istituire una zona di divieto di sosta per uscire in sicurezza, oppure decidono di abbellire delle aule, di fare attività come l’orto didattico, di adibire un’aula relax dove leggere e ascoltare musica», continua Candela.
Hanno un bonus di 500 euro da spendere e spesso si attiva la “comunità educante”, un circolo virtuoso tra familiari e conoscenti, che effettuano dei lavori gratuitamente in base alle proprie competenze. «Da vari studi si desume che bambini e ragazzi non vanno a scuola o frequentano in maniera irregolare a causa scarsa motivazione e della noia; anche in orario scolastico teniamo laboratori motivazionali, che portano alla creazione di un brano rap, oppure di libri a fumetti: attività che, con il pretesto di creare un prodotto finale puntano alla motivazione».
La catena dell’apprendimento
«Siamo tra le poche realtà in Italia che, da quest’estate, è riuscita a non spezzare la catena dell’apprendimento, la relazione tra scuole e minori», afferma Giovanni Candela. I primi mesi di lockdown sono serviti per sopperire all’emergenza, dare un sostegno psicologico relazionale e supporto materiale, chiudere l’anno scolastico senza lasciare nessuno indietro. «Dallo scorso giugno, è attivo il progetto Arcipelago educativo di Save the Children e Fondazione Agnelli. Dura un anno, abbiamo cercato da un lato di sopperire al “summer learning loss”, la perdita di apprendimento estiva, dall’altro lato, in un anno di piena emergenza, siamo riusciti a prendere contatto con gli studenti. Sessanta ragazzi e alcuni docenti si sono rivisti a giugno, insieme a noi, negli spazi esterni alla scuola, con grande emozione». Tutti i giorni, dal lunedì al sabato, da metà giugno a metà settembre, gli studenti (segnalati perlopiù dalle scuole), hanno frequentato tre volte a settimana in presenza in piccoli gruppi di 6-8 persone seguendo tutte le procedure anti-Covid, e tre volte a settimana a distanza, con tablet forniti da Save the Children. Hanno organizzato dalla costruzione degli aquiloni alla raccolta di piante, alla creazione di colori naturali: con il pretesto di un laboratorio artistico studiano matematica, geometria, scienze e altre materie.
Da settembre il 90% delle attività si stanno svolgendo ancora in presenza, nel Centro Educativo, sempre con la massima sicurezza di studenti ed educatori. È comunque pronto il piano B, on line, studiato in maniera più strutturata rispetto a marzo: sono tutti più pronti e preparati. «In Italia siamo messi malissimo con l’analfabetismo digitale, che è un tema trasversale. È vero che nei periodi di emergenza le disuguaglianze aumentano, chi è povero diventa sempre più povero e chi è ricco rimane tale o diventa ancora più ricco, ma l’analfabetismo digitale è un problema degli adulti e questi bambini, con famiglie molto numerose o monogenitoriali, si trovavano a casa con la mamma o il papà indaffarati a cercare di sbarcare il lunario, a volte rimasti senza lavoro. In 6-7 persone in una casa di 50 metri quadrati a volte solo collegarsi e risolvere un problema di linea era complicato e facevamo delle vere acrobazie. Non nascondo che ci sono stati anche problemi di altra natura, come il bambino che si vergognava di far vedere casa sua, e quindi spegnevamo la telecamera, o un altro, traumatizzato dall’iper connessione, che aveva paura di connettersi a un pc. Altri 40 tablet a breve arriveranno nelle scuole, per chi ne avrà bisogno». Fuoriclasse sarà attivo ad Aprilia almeno fino al 2024.
“Arcipelago educativo” in tutta Italia
«Il progetto è nato durante l’emergenza sanitaria, con l’obiettivo di lavorare sul recupero degli apprendimenti, ed è realizzato in collaborazione con partner locali molto radicati sul territorio», spiega Carlotta Bellomi, Responsabile Scuola Save the Children Italia. «Abbiamo deciso di offrire un’esperienza educativa e didattica intensiva, coinvolgendo i bambini e ragazzi in attività ludiche, divertenti, cooperative, con otto isole educative in sei città: Milano, Torino, Venezia Barghera, Aprilia, Bari e Napoli, con la partecipazione di quasi 500 studenti a rischio di dispersione scolastica. C’è un ampio coinvolgimento sia delle famiglie sia delle scuole, con una coprogettazione insieme ai docenti di riferimento. Il tutoraggio on line, con percorsi di recupero individualizzati, ha visto la partecipazione di volontari, giovani universitari e anche docenti in pensione, che hanno deciso di dedicare un po’ di tempo libero per aiutare i bambini e ragazzi in difficoltà».
La dimensione on line è presente anche con la piattaforma www.arcipelagoeducativo.it, che raccoglie molte attività che docenti, educatori, volontari, genitori possono scaricare e realizzare con i loro figli e studenti. «Divise per competenze e per età, sono uno strumento che travalica i confini del progetto e anche i dati lo dimostrano: è on line dai primi di luglio e, ad oggi, abbiamo registrato download di più di 4500 risorse», continua Bellomi. «Dopo l’esperienza estiva abbiamo deciso, grazie al contributo di Exor, di continuare anche durante questo difficile anno scolastico, con l’apertura di 11 centri educativi diffusi in tutta Italia. Manteniamo la doppia dimensione di intervento, in presenza e on line: abitare la rete è diventato importante quanto abitare il mondo». Con Arcipelago educativo durante l’anno scolastico sono coinvolti 1700 studenti, provenienti da 47 scuole. Questo progetto andrà avanti anche la prossima estate.
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