ALBANO: ECCO COME UN’ASSOCIAZIONE HA RESTITUITO UN PARCO ALLA CITTÀ
AttivaMente l'ha ripulito e aperto al pubblico. Ora è un luogo di attività, ma soprattutto di relazioni. Un buon esempio di co-progettazione
21 Settembre 2020
Speriamo che continui il bel tempo, così nei giardini di Villa Corsini ad Albano potranno continuare le attività che li sanno facendo diventare un punto di riferimento per la comunità. Si tratta di un parco storico, che secondo Wikipedia «una volta risultava essere molto scenografico, con diverse fontane e statue, ma attualmente verte in uno stato di sostanziale incuria». Ma per fortuna il volontariato riesce a superare perfino l’enciclopedia più vasta del mondo: oggi il giardino della settecentesca villa è ripulito e aperto al pubblico, dopo dieci anni di abbandono.
La storia è cominciata in pieno lock down, anche se le premesse erano state costruite prima. Il Comune di Albano aveva pubblicato un elenco di luoghi “adottabili”, che avevano bisogno di qualcuno, che se ne prendesse cura. L’associazione di promozione sociale AttivaMente era interessata: la scelta è caduta su Villa Corsini su suggerimento dei servizi sociali. Con delibera di giunta n. 44 del 06/03/2020, il Comune di Albano Laziale le ha ufficialmente assegnato la riqualificazione del giardino della Villa. E immediatamente è iniziato il lock down.
«Tutto si è fermato prima ancora di iniziare», ricorda Maria Antonella Secchi, presidente di AttivaMente, «ma per fortuna il nostro vicepresidente Maurizio Serafini ha potuto recarsi quotidianamente al parco per una prima bonifica. Così, con la riapertura, aveva già fatto un bel po’ di lavoro e questo ci ha consentito, il 10 settembre, di inaugurare i giardini e riconsegnarli alla città».
L’associazione AttivaMente
Per capire l’importanza di questa storia, occorre fare un passo indietro. L’associazione AttivaMente si occupa di salute mentale. È nata come gruppo di UFE (utenti e familiari esperti) del Centro diurno VoloLibero della Asl Roma 6. «La nostra mission», spiega Secchi, è «l’inclusione sociale: cercare di aiutare, aiutandoci, utenti, familiari e cittadini nell’ambito della salute mentale, dare uno stimolo perché i ragazzi diventino protagonisti delle loro scelte, con l’aiuto degli operatori e dei genitori, ma anche di tutti gli enti coinvolti. Per questo abbiamo rapporti con le istituzioni sanitarie, un protocollo di intesa con la ASl Roma 6, facciamo parte della consulta dipartimentale sulle dipendenze patologiche. Abbiamo fatto gruppi multifamiliari, corsi, seminari per capire le dinamiche che si creano in famiglia e nel sociale attorno a questi problemi. Un anno fa ci siamo costituiti in associazione, proprio per avere più peso nei riguardi degli enti territoriali, a cominciare dai servizi sociali del Comune di Albano, con i CSM, i centri diurni e le altre associazioni del territorio».
Una vera ripartenza
Attraverso la ripulitura e la manutenzione, lo storico giardino ha trovato una nuova vita. «Ci lavorano i ragazzi, gli utenti Centro diurno Volo Libero», spiega Secchi. «All’interno del centro i protocolli per il Covid sono piuttosto restrittivi, e sono ammessi solo tre ragazzi per volta. Gli altri utenti vengono a fare le attività da noi, all’aperto: innaffiano, puliscono aiuole, riportano alla luce antichi camminamenti e fontanelle. Quando i servizi sociali hanno visto le foto prima e dopo, sono rimasti sorpresi. Si fanno attività all’interno dei percorsi terapeutici individuali – collaboriamo con le cooperative di zona, come la Gnosis e Sorriso per tutti – attività varie con i ragazzi, come gli incontri di mindfulness o di meditazione; e noi familiari facciamo le riunioni di automutuo aiuto o quelle dei direttivi dell’associazione, sempre rispettando il protocollo anticovid».
È una vera ripartenza: «Si è tornati alla vita, in un certo senso, grazie alla ripresa delle relazioni. I ragazzi escono di casa volentieri, perché sanno che il giardino è un punto di ritrovo, dove fare delle attività in comune. Aumenta quel bene fondamentale la fiducia.»
Ora il giardino è aperto al pubblico – che sta cominciando a “rappropriarsene” e tale resterà.
Fare rete, fare comunità
Tutto questo è stato possibile grazie a due elementi: la co-progettazione e il lavoro di rete (sono partner del progetto Ente Locale, ASL, Coop “Sorriso per tutti”, e si stanno per firmare i protocolli con i dipartimenti di biologia, chimica, managment e diritto dell’Università di Tor Vergata e le start up Orto 2.0 e Splastica). Entrambi determinano uno stile di lavoro in cui Maria Antonella Secchi crede convintamente. «Il lavoro di rete è faticoso, ma rende», spiega. «In genere tutte le associazioni di volontariato hanno come base l’aiuto, l’inclusione sociale, il migliorare la vita delle persone in difficoltà. Fare rete si può: bisogna però crederci, mettendoci ognuno le proprie competenze. Ma credo che questa sia l’unica strada, anche per il futuro».
Anche il rapporto con le istituzioni non è sempre facile: «anche per noi ci sono stati momenti difficili, ma sappiamo di essere complementari alle istituzioni, nel nostro caso soprattutto quelle sanitarie. Le carenze ci sono sempre state, soprattutto per mancanza di organico, ma io dico: noi ci siamo, usateci. Vogliamo essere coinvolti in un percorso di cura sociale. Per questo bisogna fare rete, fare sistema, fare comunità».
La strada è questa e l’associazione Attivamente vorrebbe percorrerla anche in futuro, facendo del parco un luogo in cui organizzare mostre, esposizioni, letture, eventi, insieme ad altre associazioni. E costruendo insieme «una sorta di social point, un punto di riferimento».
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org
2 risposte a “ALBANO: ECCO COME UN’ASSOCIAZIONE HA RESTITUITO UN PARCO ALLA CITTÀ”
Fantastici. Grazie per quello che fate, coinvolgere associazioni per dare continuita’ al sogno iniziato!
Grazie ragazzi, nn avete idea di quanto siete indispensabili a tutti noi e non solo xchè vi state rendendo utili ma e soprattutto perché incontrarvi rende la vita più leggera al quotidiano di tutti. Un abbraccio