Alcol e giovani, consumo in calo
Una ricerca registra una diminuzione costante del consumo tra i giovani dal 2000 ad oggi
13 Luglio 2015
La ricerca “Consumo di bevande alcoliche dei giovani in Italia dal 2000 ad oggi” promossa dall’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool (OPGA) e realizzata dalla Sezione di Epidemiologia e ricerca sui Servizi sanitari – Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR), è una sintesi dei dati emersi dagli studi a carattere nazionale sul consumo di alcol tra i giovani di ESPAD Italia, Multiscopo-ISTAT, IPSAD, Doxa-OPGA e HBSC.
I dati emersi dalle ricerche, rilevati dal 2000 ad oggi, hanno permesso di rispondere alle domande: che cosa si beve, dove, quando e chi è più a rischio.
I dati che fanno sperare
I dati sull’abuso dell’alcol sono sempre stati allarmanti, ma secondo questo studio, sembrerebbe che dal 2000 ad oggi, il consumo di sostanze alcoliche tra gli adolescenti e i giovani adulti (abituale o occasionale) sia in diminuzione, in particolare tra i giovani compresi nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni. Dal 2002 i maschi presentano un trend decrescente dello 0,7%, mentre le donne dell’ 1,3% dal 2004: quindi i consumatori di sesso maschile risultano essere in maggioranza rispetto alle donne.
I dati Doxa-OPGA, non evidenziano variazioni notevoli nell’assunzione di alcol per i maggiorenni che, tra i 18 e i 24 anni risultano essere la fascia più numerosa.
Fra il 2005 e il 2010 è diminuito il consumo di bevande alcoliche durante i pasti, in particolare, di birra per la fascia di età tra i 15 e 34 anni e di vino per la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni. Tra i più grandi, la diminuzione del consumo di vino, birra e amari si accompagna, invece, ad un lieve aumento delle bevande superalcoliche.
La ricerca consapevole dell’eccesso
Secondo i dati Multiscopo-ISTAT, un aspetto di particolare interesse riguarda il bere eccessivo ed il binge drinking letteralmente “abbuffata alcolica”, cioè l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo brevissimo. I giovani che hanno confessato almeno un episodio di binge drinking, nel periodo 2005-2012, evidenziano una significativa riduzione annua del 9,8% per le ragazze tra i 15 e i 17 anni e dell’1,9% per i maschi dai 18 ai 24 anni .
Secondo Doxa-OPGA, i giovani tra i 25 e 34 anni mostrano un atteggiamento tollerante verso il singolo episodio di ubriachezza, purché non diventi abituale. Fra di loro, inoltre, si osserva un incremento di coloro che dichiarano di trovarsi in difficoltà nel non bere bevande alcoliche quando tutti ne bevono.
Parallelamente aumenta però, la consapevolezza dei danni che l’abuso di alcol può causare, in particolare il pericolo di mettersi alla guida dopo aver bevuto anche solo un bicchiere di vino o di birra.
I dati IPSAD rilevano che diminuiscono i bevitori abituali e settimanali, ma aumentano quelli occasionali. Per ESPAD Italia, il consumo occasionale si distribuisce in modo simile tra minorenni e maggiorenni, mentre quello settimanale e abituale è leggermente più elevato tra i maggiorenni.
Chi beve di più
Dall’indagine sulla popolazione generale si rileva che gli studenti e coloro che utilizzano sostanze psicotrope hanno una maggiore probabilità di riferire episodi di ubriacature.
Dai dati ESPAD Italia si rileva che gli studenti che hanno una bassa performance scolastica e cattive relazioni familiari hanno una maggiore probabilità di ubriacarsi, così come quelli che hanno genitori con un elevato titolo di studio. In base ai dati IPSAD si apprende che essere studenti o occupati piuttosto che disoccupati o casalinghi, aumenta la probabilità di bere e di ubriacarsi. Sono gli studenti quelli che si ubriacano di più.
Enrico Tempesta, presidente dell’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol, commenta i risultati «(…) oltre alla necessità di implementare una educazione al bere responsabile, diviene urgente adottare quelle misure di intervento precoce nel disagio giovanile dove la vulnerabilità individuale psico-biologica e sociale rappresenta l’apripista non solo a comportamenti a rischio alcol, ma anche a quelli collegati alla droga e al gioco d’azzardo ».