“ALIMENTIAMOCI”. AI CASTELLI LA GIORNATA DEDICATA AGLI STILI DI VITA

Si è svolta il 14 ottobre scorso e ha coinvolto medici e personale sanitario, scuole, associazioni e cittadini. Perché prevenire è più importante che curare,

di Alessia Morici

«Siamo tutti responsabili della nostra salute»: con queste parole il Narciso Mostarda, Direttore Generale della ASL Roma 6, ha voluto restituire l’importanza dell’evento Alimentiamoci”, organizzato in occasione dell’Obesity day. Il 14 ottobre scorso, l’Ospedale dei Castelli ha aperto le porte al territorio, per rendere tutta la comunità  consapevole e protagonista della propria salute.

Tante le realtà, che durante “Alimentiamoci” hanno animato l’atrio del nuovo ospedale, per promuovere la cultura di una corretta alimentazione come primo strumento di prevenzione: classi di bambini impegnati in attività ludiche e motorie e nella costruzione di una piramide alimentare; professionisti della salute, medici, infermieri ed operatori della sanità, pronti ad accogliere i tanti cittadini intervenuti, per misurarne lo stato di salute e dispensare loro informazioni su come adottare corretti stili di vita, su come prevenire il diabete, la pressione arteriosa, o sui rischi legati all’abuso di alcool, sostanze stupefacenti o ai disturbi alimentari.

 

alimentiamoci
Volontarie di Abio, con Paola Capoleva (a destra)

IL CONTRIBUTO DELLE ASSOCIAZIONI. Molte anche le associazioni di volontariato presenti per informare, orientare e per testimoniare l’efficacia della sinergia operativa tra Terzo settore e Azienda Sanitaria: l’ Arvas, che con circa 30 volontari ogni giorno fa compagnia ai pazienti ricoverati nell’Ospedale dei Castelli; l’Abio, che dal 1 aprile accoglie i bambini all’interno di una ludoteca allestita dai volontari, aiutandoli così nella difficile fase dell’ospedalizzazione ed allietando il tempo sospeso della malattia con laboratori ed attività ludico-ricreative; l’Aism Castelli Romani, presente due volte a settimana nel poliambulatorio dell’Ospedale Spolverini di Ariccia con uno sportello informativo per malati di sclerosi multipla, che ha scelto di presenziare questa giornata  per sottolineare come una corretta alimentazione aiuti le persone ad arginare alcuni effetti collaterali della malattia; l’Andos di Albano Laziale, che sull’importanza della prevenzione ha costruito la sua mission e che vede nell’alimentazione il principale presidio di prevenzione primaria per il tumore al seno. L’Andos da anni collabora con la Asl Roma 6, per informare la cittadinanza sulle modalità di accesso ai percorsi diagnostici di prevenzione oncologica per il seno, il colon ed il collo dell’utero ed ha in progetto di presenziare, con le proprie volontarie, il reparto di chirurgia senologica, incontrare le donne operate al seno, supportarle nella fase ospedaliera ed instaurare con loro una relazione che prosegua al di fuori dell’ospedale, attraverso percorsi di riabilitazione psico-fisica. L’associazione Gens Albana, infine, territorialmente attiva nell’informazione e sensibilizzazione dei cittadini sui temi della salute e della prevenzione, ha contribuito alla realizzazione dell’evento.

 

Alimentiamoci
Il direttore della ASL Roma 6, Narciso Mostarda, con alcune operatrici

LA MEDICINA DI INIZIATIVA. “Alimentiamoci” si è conclusa con la tavola rotonda “Se adotti un buono stile di vita è la vita che ti adotta”, che, con l’intervento magistrale di Antonino De Lorenzo, ordinario di Alimentazione e Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi di Tor Vergata, ha voluto evidenziare come una dieta equilibrata sia più efficace di qualsiasi farmaco;  è necessario un salto concettuale, per cui, dalla medicina d’attesa, in cui il medico attende che il cittadino si ammali per poter intervenire, bisogna passare ad una medicina di iniziativa, in cui il paziente si trasforma in un “alleato” nella lotta alla malattia; non solo il medico, ma la comunità tutta è così coinvolta nel costruire una cultura della prevenzione, perché la salute è un “bene comune” che tutti devono tutelare.

È a partire da questa consapevolezza, ha spiegato poi la Angela De Carolis, Direttrice SIAN, che è stato impostato il Piano di Prevenzione Nazionale, dove la promozione della salute è vista come un impegno trasversale a tutte le politiche. L’intento di questa azienda sanitaria è quello di trasformare i progetti di salute in veri e propri processi educativi, a partire dalle scuole, dai luoghi di lavoro, dall’azienda stessa, per formare un cittadino che sia resiliente, attivo e consapevole delle sue scelte. L’azienda, per Marco Mattei, direttore del Dipartimento Territoriale, deve replicare queste iniziative in cui l’istituzione sanitaria parla al territorio, perché è fondamentale informare le famiglie, anche con il coinvolgimento attivo dei medici di base.

La viva partecipazione delle associazioni in questa giornata, per il Mario Ronchetti, direttore sanitario della ASL Roma 6, risponde proprio a questa esigenza e testimonia come il volontariato sia fondamentale, per richiamare l’attenzione dei cittadini sui temi importanti della salute, ma anche funzionale a costruire percorsi efficaci di presa in carico, accompagnamento e cura sul territorio. La nuova mission dei professionisti della salute, ha concluso il Roberto Corsi, direttore sanitario dell’Ospedale dei Castelli, è sperimentare modelli organizzativi capaci di mettere a sistema tutte le competenze che stanno dentro e fuori l’ospedale, mettere in rete l’Ospedale con il territorio, perché la semplice esortazione si traduca concretamente in un nuovo stile di vita, che sia cultura comune e condivisa di tutta la comunità.

 

La Piramide dell’alimentazione, al centro dello spazio dedicato ad “Alimentiamoci”

TRE PAROLE CHIAVE. In apertura del tavolo, il dottor Mostarda ha lanciato le tre parole chiave che dovranno inspirare le politiche aziendali sul fronte della prevenzione: “innovazione e ricerca”, per cercare soluzioni non convenzionali che escano dai luoghi istituzionali della salute, per arrivare nei territori, tra la gente ed entrare nelle case delle persone;  “rete”, con i medici di base, con le organizzazioni di volontariato, con le associazioni di pazienti, con i cittadini, perché solo la rete può rendere sostenibile l’innovazione;  “passione”, sentimento con cui ogni professionista della salute deve svolgere il proprio ruolo, perché solo con la passione si può “fare insieme” e creare una modalità operativa interdisciplinare e sinergica, capace di integrare tutte le competenze che abitano un territorio. «Solo così», ha concluso, «la difficile sfida che la salute ci impone nel terzo millennio potrà essere vinta».

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“ALIMENTIAMOCI”. AI CASTELLI LA GIORNATA DEDICATA AGLI STILI DI VITA

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