ALLEANZA CONTRO LA POVERTÀ: SERVE IL REDDITO DI INCLUSIONE

È nata anche nel Lazio la rete che vuole dare voce a chi è a rischio e portare avanti riforme condivise

di Vittorio Sammarco

Nasce anche nel Lazio l’ Alleanza contro la povertà, la rete di associazioni, gruppi e sindacati, promossa nel 2013 su iniziativa di Caritas e Acli, che hanno lanciato un impegno strutturato e coerente contro la piaga della povertà (assoluta o relativa che sia), che nel 2014, secondo dati Istat, ha toccato il 6,8% della popolazione. Per la prima volta in calo, sì, rispetto all’anno precedente (era il 7,4%), dopo una costante crescita dal 2007, ma che a fronte di una drastica diminuzione delle risorse pubbliche complessive investite, registra anche un’aggravarsi della situazione complessiva.
Per questo è nata la Rete, la collaborazione tra soggetti e strategie diverse d’intervento (dai sussidi, al lavoro, dalla formazione all’assistenza alla famiglia), che insieme e in maniera coordinata provano a rispondere a due esigenze: a) dare rappresentanza sociale e politica agli individui a rischio di povertà e/o di esclusione sociale (una voce troppo debole dei singoli non influisce per nulla nei processi di policy-making); b) la costituzione di un fronte unitario, che possa articolare e veicolare “istanze di riforma condivise”, a fronte di una segmentazione dei profili e dei bisogni diversificati, e a volte distanti, dei diversi soggetti bisognosi.

Il reddito di inclusione

L’Alleanza contro la povertà, quindi, come scelta strategica, non solo finalizzata alla proposta concreta e di grande respiro per l’inserimento del Reddito di inclusione sociale (REIS), una proposta che si inserisce sulla scia del Reddito Minimo che anche l’Unione Europeo ci invita a realizzare (siamo gli unici con la Grecia a non averlo), graduale e proattiva a differenza di altre simili, ma Alleanza anche per «sensibilizzare e costruire consenso nel dibattito pubblico-politico», cercando di sfatare miti e contro argomentazioni, come quella, ad esempio, che descrive le misure strutturate contro la povertà, disincentivanti della ricerca di lavoro e quindi complessivamente della crescita dell’economia.
alleanza contro la povertàEcco allora la necessità, non solo di rispondere alla sfida di migliorare l’efficacia della comunicazione mediatica per rilanciare il dibattito sulla povertà e le misure per combatterla, tenerlo vivo e puntuale fino al raggiungimento degli obiettivi; ma anche la sfida di “mantenere la coesione interna di un’Alleanza che racchiude soggetti con tradizioni, istanze e gruppi sociali di riferimento molto diversi tra loro”. Come? Attraverso due piani: primo, un collegamento continuo tra i gruppi dirigenti della varie organizzazioni anche e soprattutto tramite un efficace ruolo di coordinamento affidato a figure terze, esperti non necessariamente facenti parte delle organizzazioni di riferimento; e, secondo, favorire la veicolazione degli obiettivi dell’Alleanza contro la povertà stessa nelle loro articolazioni territoriali e/o categoriali.

Gli obiettivi dell’Alleanza contro la povertà

E su questo punto si insedia l’alleanza nella regione Lazio, le cui proposte sono state presentate il 14 giugno da don Cesare Chialastri, delegato Regionale della Caritas del Lazio, «un lavoro condiviso e maturato insieme nella logica di rete, parola magica, ma che a volte si fa fatica a non sempre realizzare», ha tenuto a precisare.
Acli, Caritas, Action Aid, Anci Lazio, Comunità di Sant’Egidio, Azione cattolica, Centro Astalli, Arci, Cgil, Cisl Uil, F. n. San Vincenzo de Paoli, FIO.Psd, Fond Ebbene, Forum Terzo Settore, Movimento Focolari, Cesv Lazio, si sono ritrovate, con le loro livelli locali, che riprendono la stessa alleanza nazionale (sono 33 in generale), condividendo un percorso che finora ha visto due passi: primo, leggere e confrontarsi sulle “Linee di indirizzo della Regione Lazio per un uso efficiente delle risorse finanziarie destinate allo sviluppo 2014-2020”; e, secondo, su questa base costruire le proposte.
All’interno del quadro di riferimento costituito dal Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR 2014-2016), sono stati rilevati alcuni obiettivi prioritari: a) innovare il sistema di protezione sociale e investire nella sussidiarietà; b) integrazione come cifra culturale delle politiche regionali (rafforzare le politiche di contrasto alle povertà ed esclusione sociale; disabilità, popolazione carceraria; accoglienza e integrazione dei migranti e rifugiati); c) approntare adeguati strumenti di sostegno al reddito; d) tornare a una politica abitativa pubblica.
alleanza contro la povertàQuindi, in sintesi, le proposte, di metodo e di contenuto: aprire un Tavolo di confronto per discutere nel merito le proposte che vanno nella direzione del Reis, dei piani programmatici della regione e della creazione di un’infrastruttura di servizi di accompagnamento; creare una visione globale in cui connettere i vari livelli di intervento (nazionali e locali) con tavoli di coordinamento inter-assessorati insieme all’Alleanza regionale «per mettere a sistema la programmazione di percorsi di contrasto alla povertà»; concertare le linee guida per raccordare le risorse del PON (Piano operativo nazione di utilizzo dei Fondi europei) destinate agli Enti locali secondo l’azione di indirizzo e programmazione previsto dalla Regione (non a pioggia, ma individuando le priorità); infine cercare un intreccio con le politiche del lavoro e più in generale “predisporre politiche integrate e promuovere la collaborazione tra pubblico e privato”.

Tre chiavi importanti

Con l’utilizzo di altre tre chiavi importanti per … aprire le porte giuste: valorizzare la partecipazione sociale; istituire un Osservatorio sociale territoriale (in sinergia tra i diversi soggetti) al fine di individuare i bisogni primari; messa a regime di un sistema in grado di analizzare efficacia e capillarità dei servizi richiesti, nonché degli interventi messi in campo.
«Sullo sfondo – si scrive nel Documento di base dell’Alleanza contro la povertà – resta l’obiettivo di approvare la legge regionale 88/2013 per definire un Piano regionale di lotta alla povertà per cui è necessario rafforzare i servizi sociali e costruire una rete capillare di collaborazione con il Terzo settore e il volontariato».
E su questo obiettivo, come su quello del recepimento regionale della 328/2000 e sulla costituzione partecipata del Piano regolatore sociale (lanciato di recente dalla giunta), l’assessore alle Politiche sociali, Rita Visini, partecipando all’incontro di presentazione dell’Alleanza, ha chiesto con forza alla rete di collaborare a mantenere viva l’attenzione e a sensibilizzare il mondo sociale e politico, affinché gli sforzi che si stanno facendo (e non sono pochi) vadano a buon fine.

ALLEANZA CONTRO LA POVERTÀ: SERVE IL REDDITO DI INCLUSIONE

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