AMMINISTRAZIONE CONDIVISA. COSA PREVEDE IL REGOLAMENTO DI ROMA CAPITALE SUL RAPPORTO CON GLI ETS

Il Regolamento di Roma Capitale sul rapporto con gli ETS, approvato con Delibera 113 del 22 ottobre 2024, introduce importanti novità in tema di amministrazione condivisa

di Mario German De Luca

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La Delibera 113 del 22 ottobre 2024 di approvazione del Regolamento di Roma Capitale sul rapporto con gli ETS disciplina le forme di amministrazione condivisa con gli enti di Terzo settore e si rivolge a tutta l’Amministrazione di Roma Capitale e ai suoi enti strumentali e partecipati in misura maggioritaria. Costituisce forma di indirizzo e coordinamento delle attività dei Municipi, secondo l’art. 26 dello Statuto di Roma Capitale. Questo vuol dire che tutti gli uffici e gli Enti di Roma Capitale devono attenersi a questo Regolamento.
Un passo tanto importante che gli enti strumentali e partecipati (ATAC, AMA, Risorse per Roma, Istituzione Sistema delle Biblioteche Centri Culturali, Fondazione Cinema e Fondazione Musica, Zetema, Roma Servizi Mobilità, eccetera) devono assicurare il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore nelle attività generali di loro competenza. La Delibera, inoltre, richiama lo Statuto per ricordare che il Regolamento costituisce forma di indirizzo e coordinamento per tutti i Municipi.

Un’applicazione omnicomprensiva

 La Delibera esplicita che il Regolamento si applica a tutte le attività di interesse generale, elencate nel Titolo secondo, articolo 5 del Codice del Terzo settore. Questo vuol dire che per tutte le attività di interesse generale sono  applicabili le procedure previste dal Regolamento, che richiamano molti settori ed attività di intervento. Questa scelta dell’Assemblea Capitolina raccoglie anche le sollecitazioni e le richieste di molti soggetti. Nella stesura iniziale della proposta di deliberazione, infatti, l’ambito di applicazione era limitato, in via di prima applicazione, solo alle attività di interesse generale riconducibili agli interventi e servizi sociali.  Aver previsto questa estensione impegnerà, non solo gli Uffici che si occupano di interventi e servizi sociali (Dipartimento e Municipi), ma l’intera Amministrazione capitolina ed anche, come sopra descritto, tutti gli enti strumentali e partecipati. Per gli ETS è un passaggio molto importante poiché sono moltissimi gli ETS che si occupano di questioni diverse dagli interventi e servizi sociali. Pensiamo alle organizzazioni che si interessano di ambiente, patrimonio culturale, attività culturali, attività sportive dilettantistiche, eccetera.

Cos’è l’amministrazione condivisa

L’amministrazione condivisa, secondo la definizione di Gregorio Arena è un nuovo modello di amministrazione «fondato sulla collaborazione fra amministrazione e cittadini, che potrebbe consentire una soluzione dei problemi di interesse generale migliore dei modelli attualmente operanti, basati sulla separazione più o meno netta fra amministrazione e amministrati».
Il Regolamento declina l’amministrazione condivisa nelle forme previste dal Codice del Terzo Settore e regola la co-programmazione, la co-progettazione l’accreditamento e le convenzioni.
Il Codice de Terzo Settore declina l’amministrazione condivisa attraverso le procedure ancorate alla legge 241/90 sui procedimenti amministrativi, che prevedono la pubblicazione di Avvisi pubblici per invitare gli ETS alle procedure collaborative.
In tutte le procedure regolate possiamo individuare: l’oggetto del procedimento riconducibile ad una o più attività di interesse generale; i requisiti di partecipazione che dovranno comunque garantire la massima partecipazione; le modalità di svolgimento; la conclusione del procedimento con un possibile accordo tra PA ed ETS.
Garantire la massima partecipazione è quindi la condizione posta all’individuazione dei requisiti.

I punti salienti e le novità del Regolamento di Roma Capitale

Questo passaggio è un importante contributo per evitare che l’attivazione impropria dei processi collaborativi attivi processi di selezione competitiva. Una condizione utile anche alla luce dei numerosi avvisi in particolare di quelli di co progettazione realizzate dalle amministrazioni in tutta Italia, che, di fatto, hanno attuato una procedura molto selettiva ed anzi ricercato l’individuazione di pochi o pochissimi interlocutori.
L’utilizzo improprio dei criteri di partecipazione ha spesso fatto diventare gli avvisi collaborativi avvisi competitivi, gettando discredito proprio sui processi collaborativi che sono apparsi solo modalità per attuare risparmio da parte delle PA o per eludere le regole del codice dei contratti pubblici.
Ulteriori novità del Regolamento di Roma Capitale consistono nella previsione esplicita e nella regolamentazione dell’avvio delle forme di amministrazione condivisa attraverso iniziativa di parte, la possibilità per gli ETS di presentare, in relazione alla co programmazione, un’istanza motivata con presentazione, contesto di riferimento e finalità; in relazione alla co progettazione, l’istanza di parte deve contenere una proposta progettuale con gli elementi salienti.
Insomma gli articoli 5 e 6 del Regolamento definiscono le possibilità per gli ETS di proporre percorsi di amministrazione condivisa e richiama i contenuti minimi dell’istanza di parte.
Da segnalare infine l’articolo 8 del Regolamento sulla stipula di convenzioni tra Pubbliche Amministrazioni e ODV ed APS, secondo quanto previsto dall’art. 56 del Codice del Terzo Settore. Il Regolamento prescrive che anche le convenzioni siano frutto di un avviso pubblico con finalità ed oggetto del procedimento e requisiti di partecipazione, orientati a garantire la massima partecipazione.  Inoltre l’avviso dovrà contenere l’esperienza richiesta in relazione all’attività di interesse generale da svolgere, voci di spesa e relativi limiti, eccetera.
È prevista l’iniziativa di parte di ODV ed APS che dovrà contenere proposte progettuali complete degli elementi salienti della proposta, con contesto di riferimento, finalità e quadro economico, comprese le risorse di competenza comunale.

Linguaggi e procedure comuni

Il Regolamento tende a dare a tutti gli Uffici ed enti strumentali di Roma Capitale un linguaggio e procedure comuni e chiede a tutti l’applicazione uniforme delle forme di amministrazione condivisa, salvaguardando la massima partecipazione degli ETS alle procedure di co programmazione co progettazione e convenzionamento. Si confida che questi nuovi impegni della pubblica amministrazione possano scalfire e/o indebolire il clima di sfiducia generalizzato nelle amministrazioni pubbliche che spesso si rileva nei volontari e negli ETS e, reciprocamente, nella PA. Sarebbe già un buon risultato passare dalla sfiducia alla diffidenza che, riguardo gli ETS, potrebbe, paradossalmente, aiutare ad avviare percorsi collaborativi. Mantiene, infatti, delle riserve sull’utilità della collaborazione tra soggetti diversi, ma è pronta a modificare le proprie convinzioni alla luce di dimostrazioni concrete di impegno a collaborare da parte della Pubblica Amministrazione.

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