ARTE E CITTÀ A COLORI: ROMA SI VESTE DI NUOVO CON LA STREET ART
Franco Galvano racconta il suo progetto, che sta trasformando la Capitale in un museo a cielo aperto
04 Maggio 2018
Nel 2015 è iniziato un percorso che, passo dopo passo, ha disegnato, dipinto, colorato Roma e non solo: stiamo parlando di Arte e Città a colori, un progetto di Franco Galvano.
Tutto ebbe inizio, ci racconta l’ideatore di Arte e Città a colori, quando era funzionario di Ferrovie dello Stato. In quel periodo fu contatto dalla vicepreside di un istituto scolastico che, vedendo la stazione di Settebagni piuttosto malmessa, chiese, con l’aiuto dei vertici della società, di installare due pannelli che raffigurassero le ferrovie dello Stato ad opera degli studenti della scuola.
3 ANNI, 120 STAZIONI. Un’idea che suscitò molto interesse, dando vita ad un progetto di riqualificazione di 120 stazioni nel comune di Roma. Tra queste, una delle più famose è stata la stazione Nomentana, una “gallery” – come la definisce lo stesso Galvano – a cui hanno portato il loro contributo 68 artisti diversi, a partire da Noa, Mox, Moby Dick, Giusy, Lac68 e Gofy. Il tema dominante di queste opere era la natura e il rapporto uomo-donna. Ed è con orgoglio che Galvano ci fa notare come da ben tre anni la stazione non abbia bisogno di essere rivernciata.
Oltre al progetto della stazione Nomentana, è stata successivamente riqualificata la stazione di Pavona, poi diventata centro culturale del paese. Nello stesso periodo, il sindaco della cittadina di Castel Gandolfo contattava Arte e città a colori – divenuta nel frattempo un’associazione – per decorare la stessa stazione del borgo e con essa il sottopassaggio che conduce alla residenza estiva del Papa.
La stazione di Castel Gandolfo sono stati dipinti da sei artisti che si sono ispirati alla stessa cittadina di Castel Gandolfo, seguendo come fil rouge il tema dell’accoglienza e della lotta alla violenza contro le donne.
Ma Arte e città a colori non si sofferma solo sui muri: grazie all’aiuto degli studenti delle scuole superiori, sta cercando di creare un’app per identificare i murales con un codice QR. In questo modo, collegandosi con il cellulare, è possibile avere una mappa di tutti i murales della città di Roma, e poi informazioni sull’opera, su cosa voglia rappresentare, sull’ispirazione che ha guidato l’artista.
Ora, sempre con l’aiuto delle scuole, si punta a completare, con la realizzazione di 108 opere, la decorazione delle mura perimetrali di parco Jonio, spazio verde adiacente alla fermata Jonio, a Monte Sacro, dal 2017 affidato alla gestione dell’associazione NSA Roma Nord.
Nel parco sono stati, infatti, realizzati dei murales che raffigurano il film premio oscar “Ladri di Biciclette”, girato nel 1948 da De Sica proprio nel quartiere Jonio.
Ma quali sono le reazioni delle persone di fronte a queste opere? Ce lo racconta Galvano, che ricorda, in un episodio molto particolare, come le persone siano molto affascinate da questi graffiti: «Tutti i giorni andavo a controllare come procedevano i lavori alla stazione Nomentana e mi colpì una signora, che vedevo passare di lì tutti i giorni e fermarsi davanti ai muri che si stavano dipingendo, con i soliti occhiali scuri, accompagnata da un’altra persona, sempre la stessa. Mi colpì molto il modo in cui ogni giorno questa signora non mancava dal passare di lì e rimanere molto tempo a osservare il lavoro che si stava svolgendo. Era come se avesse un appuntamento. Al punto che, incuriosito da tale comportamento, mi avvicinai e le chiesi come mai decidesse di venire tutti i giorni e scoprii che la persona che la accompagnava era la sua badante. Senza che mi dicesse nulla capii: la signora che vedevo ogni giorno nella stazione era non vedente. Eppure ogni giorno chiedeva alla sua badante di accompagnarla alla stazione Nomentata e di raccontarle i progressi dei lavori, ogni minimo disegno, ogni dettaglio. Rimasi molto colpito: quel progetto stava creando interesse, era la strada giusta. E la signora mi aiutò anche ad immedesimarmi nella mente delle persone, mi chiesi come lei, nella sua mente, vedesse ciò che le veniva raccontato».
UNO SGUARDO AL FUTURO. Arte e città a colori non si ferma qui. Il primo, nuovo progetto è quello che interesserà una serie di edifici da via Tiburtina fino a San Basilio, in una linea continua che trasformi la zona nella nuova Tormarancia.
Seguiranno poi i murales nella stazione della metropolitana di Conca D’oro, dedicati gli animali e alla difesa della natura. Iniziativa che prende spunto dall’uccisione dell’orsa KJ2, che sarà ritratta con i suoi due orsacchiotti, così da ricordare Romolo e Remo. Un grande spazio interno alla stazione sarà dedicato, come racconta Galvano, alla musica e a tutti gli artisti che in quel luogo vorranno mettersi alla prova gratuitamente.
Infine, è in previsione di dipingere le 23 cabine Acea create nel quartiere Porta di Roma: ognuna sarà assegnata ad un artista e verrà realizzato un percorso tematico che possa accompagnare le persone nella visita.
Il 26 giugno e il 2 luglio Arte e città a colori parteciperà alla manifestazione “Lungo il Tevere” con due serate dedicate al mondo della street art, con artisti provenienti dal tutto il mondo.
Guarda la galleria con le foto di Alessia Nicchi
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