AUSER LAZIO: DIAMO VALORE CONCRETO ALL’ACCOGLIENZA
A San Lorenzo, a Roma, in questo anno giubilare Auser Lazio è uno dei Punti fissi di accoglienza dei pellegrini del progetto Vol.A in Rete. Rossi Doria: «La parola d’ordine di questo Giubileo, la speranza, ci trova concordi. Anche noi, nelle nostre pratiche quotidiane, crediamo che occorra dare speranza a questa società sempre più fragile, sola, frammentata e disorientata»
04 Febbraio 2025
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Dallo scorso 7 gennaio i locali della sede di Auser Lazio, in via dei Frentani 4D, nel quartiere romano di San Lorenzo sono aperti all’accoglienza dei pellegrini in arrivo a Roma per il Giubileo. Auser Lazio, infatti, fa parte dei Punti fissi di accoglienza che affiancano le Unità mobili del progetto Vol.A in Rete, realizzato da Csv Lazio e Forum Terzo Settore Lazio e promosso dal Dipartimento Protezione Civile e Dipartimento Politiche Sociali e Salute presso l’Assessorato Politiche sociali e Salute di Roma Capitale. «Situata a pochi passi dalla stazione Termini, vicinissima all’Università La Sapienza, al Policlinico e a diversi luoghi di culto interessati dal Giubileo, la nostra sede si trova su strada ed è quindi facilmente accessibile», spiega a Reti Solidali Lorenzo Rossi Doria, dallo scorso giugno presidente di Auser Lazio. «I pellegrini potranno entrare quando vogliono dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, e troveranno un luogo sicuro e accogliente, dove potersi anche solo riposare e ristorare».
Un’associazione laica, che crede nella solidarietà e nell’uguaglianza
In vista dell’anno giubilare, Auser Lazio ha scelto di mettere i propri volontari a disposizione dei pellegrini, non solo per fornire orientamento e informazioni, ma anche per dare un valore concreto alla parola accoglienza. «Siamo un’associazione laica ma ci riconosciamo in alcuni dei principi cardine su cui si basa il cattolicesimo, quali la solidarietà e l’uguaglianza», prosegue Rossi Doria, che ha 40 anni ed è stato eletto presidente dopo oltre tre lustri di impegno nel sindacato e una lunga esperienza come volontario in diversi ambiti, dai campi rom alla disabilità fisica e mentale, dagli anziani alle persone senza fissa dimora, da Roma fino all’Afghanistan e l’Albania. «La stessa parola d’ordine di questo Giubileo, la speranza, ci trova concordi. Anche noi, con i nostri strumenti e nelle nostre pratiche quotidiane, crediamo che occorra dare speranza a questa società che è sempre più fragile, sola, frammentata e disorientata. Abbiamo deciso di impegnarci anche perché vogliamo bene alla nostra città e abbiamo, pertanto, ritenuto necessario renderci disponibili a dare una mano in un momento così importante».
Una presenza sempre crescente nel Lazio
Dal 1989 Auser, associazione nata per iniziativa della Cgil e del suo sindacato dei pensionati, promuove l’invecchiamento attivo tra la popolazione. In tutta Italia conta oltre 250mila soci e 1.700 associazioni di base sul territorio. Nel Lazio è presente in tutte le province, in particolare a Viterbo, Civitavecchia, Rieti, Latina, Frosinone e Castelli Romani. «Nell’ultimo anno abbiamo dato vita a un importante lavoro di crescita sul territorio aprendo sette nuove associazioni locali a Tivoli, Fiumicino, Fara Sabina e nei quartieri romani del Tufello, Corviale, Prenestino, San Lorenzo-Esquilino», prosegue il presidente. «Si tratta di zone periferiche, dove si concentrano grandi bisogni a cui stiamo provando a dare risposta, rispetto alla popolazione anziana ma non solo. Auser Lazio, infatti, può e vuole rappresentare un punto di riferimento per la popolazione anziana, coinvolgendola in attività sociali, culturali e ricreative per aggredire la solitudine e per ridurre l’isolamento sociale. Tuttavia, durante e dopo il Giubileo, si rivolge e si rivolgerà anche ai giovani per provare a ridurre le diseguaglianze e le distanze tra generazioni diverse. Da qui l’idea di aumentare la nostra presenza sul territorio, in particolare nelle periferie urbane e nelle aree interne della regione».
Auser Lazio: giovani e anziani, una missione intergenerazionale
La sede di Auser Lazio non è, dunque, solo la “centrale operativa” dell’associazione, ma è anche uno spazio aperto dove si svolgono le attività promosse dal Circolo Auser dei quartieri San Lorenzo-Esquilino. «Il presidente del Circolo ha 23 anni e la vice-presidente è una neo-pensionata», aggiunge Rossi Doria. «Intorno a loro si muove un gruppo intergenerazionale di volontari che coinvolge tanto giovani studenti universitari che anziani abitanti di questo territorio». Lo spazio, situato al confine tra il polo della stazione Termini e il quartiere popolare di San Lorenzo, è stato inaugurato lo scorso luglio e costituito come Circolo nel successivo mese di ottobre. A poco a poco il Circolo ha iniziato prendere forma, grazie anche all’impegno degli iscritti e di quanti, in questi mesi, hanno deciso di dare una mano mettendo a disposizione braccia e risorse. Prima è arrivato un divano e poi delle scrivanie perché, come dicono da queste parti, i soldi sono pochi, ma la voglia di fare le cose sono insieme è tanta. «I nostri spazi sono sempre aperti, vogliamo che siano a disposizione di tutti», precisa il coordinatore Michele Sicca. «Fuori dalla sede c’è il banner di Vol.A in Rete, abbiamo finalmente una macchinetta del caffè e presto avremo anche un bollitore. Al momento non c’è ancora una grande affluenza di pellegrini, che vengono nella nostra sede per rifocillarsi e ricaricare il telefono, ma noi continuiamo a fare le nostre attività». Perché lo scopo del circolo è, prima di tutto, quello di offrire una risposta alle tante fragilità degli abitanti dei quartieri San Lorenzo ed Esquilino e di creare un ponte tra le diverse generazioni. «La nostra è una missione intergenerazionale», rimarca Sicca. «All’interno del Circolo ci sono persone di tutte le età e tutti insieme vogliamo provare a stabilire una connessione tra i più giovani e i più anziani, perché negli ultimi anni in questi quartieri ci sono stati molti problemi di convivenza». La movida, in particolare, ha reso il rapporto tra le generazioni particolarmente complicato. «Siamo convinti che l’incontro favorisca la conoscenza reciproca e, di conseguenza, la convivenza. Nell’ultimo periodo abbiamo portato le socie più anziane nelle scuole a insegnare l’uncinetto ai ragazzi», conclude il coordinatore. «Passare del tempo insieme, svolgendo un lavoro manuale, ti mette nella condizione di parlare tanto e di confrontarti. Ho visto con i miei occhi quanto sia semplice chiacchierare e capirsi meglio, quando ci si mette tutti intorno a un cerchio».