AUSER LAZIO: LAVORARE A UN GRANDE CANTIERE PER ROMA
Lorenzo Rossi Doria, nuovo presidente Auser Lazio, sul bisogno di ricostruire le ragioni per cui una persona dovrebbe uscire di casa e impegnarsi per l’altro, sul coinvolgimento dei giovani e i progetti di Auser Lazio, a partire da un grande cantiere per la città di Roma
28 Settembre 2023
Oltre trent’anni al servizio dell’invecchiamento attivo. In un paese come l’Italia, che continua ad invecchiare, come confermano i dati del Rapporto annuale Istat 2023 per cui sono 14 milioni 177mila gli over 65 al 1° gennaio di quest’anno, circa un quarto del totale della popolazione. Stiamo parlando di Auser, Associazione per l’invecchiamento attivo, quotidianamente impegnata nella valorizzazione della persona anziana nel contesto sociale. Il Filo d’Argento, attivo tutto l’anno e in tutta Italia, al quale è possibile rivolgersi per avere supporto e sostegno; l’apprendimento permanente; il turismo sociale; il volontariato civico; l’abitare solidale e il tempo libero sono gli ambiti progettuali che danno le gambe alla centralità della persona anziana e al suo essere risorsa che sono i principi di fondo dell’associazione.
Lorenzo Rossi Doria è il nuovo presidente di Auser Lazio. Romano, classe 1984, è attivo nel sociale e nel volontariato fin dall’adolescenza. Ha operato in diversi contesti di disagio e di emarginazione – tra cui le periferie romane di Corviale, Bravetta, Magliana, Nuova Ostia e Primavalle – e in missioni internazionali in Albania, Bosnia e Afghanistan. Dal 2005 in Cgil, prima alla Flai nazionale (Federazione lavoratori agroindustria) come responsabile dell’ufficio stampa e poi, dal 2011 allo Spi nazionale (sindacato pensionati italiani) con il ruolo di responsabile della comunicazione. Studioso di nuovi linguaggi ed esperto di nuovi media, negli ultimi anni ha dedicato parte della sua attività al rapporto tra le generazioni. Con lui abbiamo avuto modo di accendere un occhio di bue sulla nostra regione, sui progetti attivi, ma soprattutto sugli obiettivi e le aspettative su cui si intende lavorare nel futuro. A partire da un grande cantiere per la città di Roma, dove Auser non ha ancora circoli e associazioni, là dove ce n’è un gran bisogno.
Lei è portatore di un’esperienza come quella dell’Auser, organizzazione storica che ha attraversato varie fasi del volontariato. Come questa realtà si è messa in ascolto di un volontariato che sta cambiando?
«Auser è una delle reti più antiche e importanti del Terzo Settore a livello nazionale. Svolge un ruolo di primissimo piano nella società di oggi perché organizza il volontariato per e delle persone anziane, che sono un segmento della popolazione sempre più corposo. L’Italia infatti è il primo paese in Europa e il secondo al mondo dopo il Giappone per numero di anziani. Stiamo parlando di sedici milioni di uomini e di donne che hanno davanti a sé un orizzonte di vita molto più lungo rispetto al passato. È proprio un altro tempo, dopo la terza età ora c’è la quarta. Tutte le dinamiche demografiche ci dicono che gli anziani aumenteranno ancora, mentre si fanno sempre meno figli per le fragilità strutturali del nostro sistema-paese. In prospettiva avremo un “esercito” di persone che vivranno un tempo liberato dagli impegni del lavoro, abili e arruolabili per compiere piccole o grandi opere di volontariato. È un patrimonio umano dal valore inestimabile, troppo spesso poco riconosciuto. Una parte di questo “esercito” vive invece in una condizione di profonda difficoltà, di solitudine e di non autosufficienza. Occuparsi di queste persone, anche attraverso il volontariato, è determinante perché il welfare pubblico e universale da solo non ce la fa a sostenere il peso di una porzione così consistente della popolazione che chiede un aiuto e ha bisogno di servizi di prossimità».
Lei è il più giovane presidente regionale di Auser. Come l’associazione, storicamente impegnata sul tema dell’invecchiamento attivo, si rapporta con i giovani e con le loro modalità di attivazione?
«Per Auser sarò sempre giovane e confesso che è una condizione che un po’ mi fa comodo e mi diverte. Scherzi a parte, sono alla soglia dei 40 anni, che dovrebbero essere gli anni della maturità. Per questo, dopo 18 anni di lavoro e attivismo nel mondo sindacale, ho deciso di cimentarmi con questa esperienza di direzione in Auser Lazio. Nelle nostre attività di interesse generale c’è anche quella dello scambio e del rapporto tra le generazioni. Molte associazioni di Auser nel Lazio ci lavorano già da tempo, ma con il mio arrivo percepisco la volontà di farlo ancora di più. Per me è un tema dirimente, che può e deve ricucire una delle fratture della nostra società con la insopportabile contrapposizione tra giovani e anziani. Immagino di costruire un rapporto di reciprocità e di reale scambio, non monodirezionale e dall’alto verso il basso. Un anziano può dare tanto in termini di esperienze ed è bene che lo faccia. Anche un giovane però può aiutare un anziano, soprattutto a comprendere le forti e radicali trasformazioni in atto. Penso alla digitalizzazione ma anche al cambiamento climatico, al linguaggio inclusivo e al rispetto di tutte le diverse identità di genere. Faremo a breve delle sperimentazioni. Abbiamo luoghi e sedi in molte realtà territoriali. Le apriremo anche ai ragazzi, in alcuni casi condividendo con loro dei percorsi, in altri casi lasciandogli lo spazio per svolgere le proprie attività di socializzazione finalizzate a una piena e compiuta emancipazione. Stiamo per avviare inoltre dei progetti di collaborazione con le scuole e le università, alcune realtà giovanili ci daranno una mano a svolgere delle attività sul territorio, abbiamo diversi ragazzi del servizio civile che operano con noi e senza i quali non potremmo svolgere una parte rilevante della nostra attività. La strada è tracciata e ci aiuterà a far crescere la consapevolezza dell’importanza del volontariato tanto nelle nuove generazioni quanto in quelle più anziane».
Auser Lazio è portatrice, nell’ambito nazionale, delle peculiarità che caratterizzano il Lazio dal punto di vista del volontariato e dell’attivismo civico. Quali sono i progetti che state portando avanti in questo momento?
«Nel primo mese del mio mandato da Presidente di Auser Lazio ho voluto visitare tutte le nostre realtà territoriali per toccare con mano le tante attività che portiamo avanti. Ho trovato un’associazione viva e attiva, più di quanto avessi percepito studiandola su carta e guardandola da fuori. In ogni territorio facciamo qualcosa di importante. Anche le più piccole esperienze vengono realizzate con grande amore, cura e generosità. Mi ha molto colpito conoscere le nostre donne volontarie che a Orte tengono aperta una biblioteca comunale che altrimenti resterebbe chiusa, la volontaria di Civitavecchia che ogni mattina chiama al telefono gli anziani che assistiamo per sapere se hanno bisogno di qualcosa, le ragazze di Frosinone che collaborano con noi per gestire un centro di ascolto e una casa protetta per le donne vittime di violenza, i medici volontari che vanno in un centro anziani di Velletri per le misurazioni e la prevenzione delle malattie determinate dall’avanzamento dell’età, le volontarie che a Vetralla contribuiscono a tenere in vita il centro diurno per l’Alzheimer. Mi ha colpito parlare con i nostri di Viterbo, di Rieti e di Latina sulle loro prospettive di crescita e sulle tante idee che hanno per allargare i servizi di volontariato nei loro territori».
Come vi proiettate nel prossimo futuro? Quali obiettivi?
«Come tutto l’associazionismo anche Auser Lazio ha risentito pesantemente delle conseguenze determinate dalla pandemia. C’è un prima e c’è un dopo. Bisogna ricostruire le ragioni per cui una persona, anziana o meno, trovi le motivazioni per uscire di casa e impegnarsi per il prossimo. Auser Lazio è oggi una realtà importante ma ha l’assoluto bisogno di porsi degli obiettivi di crescita. Sono confortato da questi primi mesi da Presidente perché non ho dovuto fare alcuno sforzo per trasmettere ai nostri questo messaggio. Tutti hanno un’idea di quello che dobbiamo fare, un piccolo o grande progetto in testa, una parte di territorio ancora inesplorato che vorrebbero “conquistare”. Per noi, poi, sarà determinante aprire un grande cantiere per la città di Roma, dove Auser non ha ancora circoli e associazioni. La Capitale d’Italia ha enormemente bisogno di noi. Il telefono della nostra sede regionale squilla in continuazione. Ci chiamano anziani che hanno bisogno di un aiuto ma anche altri che si propongono per darci una mano. Al momento assistiamo una ventina di persone sparse nella grande città e facciamo un’enorme fatica a rispondere positivamente a queste richieste. È un mio personalissimo cruccio, a cui dovremo assolutamente porre rimedio nel più breve tempo possibile. Intorno a noi registro però diverse e importanti disponibilità. Sono convinto che con un po’ di lavoro e di determinazione già a partire dai primi mesi del prossimo anno saremo nelle condizioni di operare su Roma in modo più incisivo».