LE EMOZIONI DEL VOLONTARIATO NELL’AVO
Roberto Porciani, di Avo Cerveteri, racconta le attività dell'associazione e l'importanza di questo tipo di volontariato
09 Gennaio 2020
«Da tempo ho smesso di lavorare, volevo dedicarmi al sociale e sette anni fa una persona mi ha coinvolto in AVO (associazione di volontariato ospedaliero), nell’area socio sanitaria. Ci occupiamo soprattutto di persone malate o disabili e di persone fragili, in situazioni sociali ed economiche molto critiche. E facciamo molto altro: operiamo su cinque fronti diversi», racconta Roberto Porciani, presidente di Avo Gruppo di Cerveteri. «La mia attività di volontario è molto emozionante, a volte mi fa sentire le farfalle nello stomaco».
SCIE DI EMOZIONI. Roberto, nel suo passato lavorativo, ha trascorso quasi un ventennio all’interno di un’importante multinazionale. «Lì ho incamerato i principi organizzativi e il senso dell’impresa. Poi, per un periodo altrettanto lungo, ho svolto attività di consulenza manageriale e questo ha rafforzato l’orientamento all’altro, la generosità nel dare, la propensione all’aiuto. Due esperienze felici, che hanno certamente spianato la strada verso il volontariato. Ma, immaginando di rovesciare le fasi di vita, sono convinto che il volontariato (sperimentato prima del lavoro) mi avrebbe potenziato le attitudini sia nel primo periodo lavorativo che nel secondo», continua Roberto. «Il volontariato che svolgiamo noi, nel campo socio sanitario, è ad elevato impatto emotivo: anche se con cura e professionalità, non si può fare in modo distaccato. Alcune relazioni sono brevi, occasionali, ma la maggior parte durature e profonde. Quando una collega mi racconta che, ogni mercoledì mattina, la sua assistita, sapendo della visita, l’aspetta sul pianerottolo o quando un’altra volontaria, adibita all’accompagnamento di un bambino autistico, mi dice che, solo dopo pochi giorni, ogni volta la abbraccia e la bacia, ecco questi casi lasciano scie di emozioni. Ci viene riconosciuta apertamente dalle istituzioni e dalle organizzazioni del territorio la nostra efficacia, ma ci gratifica assai più la consapevolezza del valore delle nostre azioni: verifichiamo gli effetti quotidianamente e questo impegno, formalmente e categoricamente non retribuito, in realtà rappresenta una remunerazione potente».
TANTI SERVIZI. I settori di attività di Avo Cerveteri sono la Casa della Salute, l’assistenza domiciliare, le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), l’ambiente ed i consultori. «Ci concentriamo sulle Case della Salute. Appena aperta quella nel territorio di Ladispoli, abbiamo deciso di essere presenti: cinque giorni alla settimana è attivo un nostro sportello, dalle ore 9:00 alle 12:00. Il nostro compito è essere di aiuto: non ci sostituiamo alle attività canoniche istituzionali, ma ci prendiamo cura delle persone più critiche, che si muovono male o hanno difficoltà a chiedere informazioni, in particolare intercettiamo coloro che possono aver bisogno di assistenza dei servizi sociali. Siamo un fronte di accoglienza, in contatto con il CAD, Centro Assistenza Domiciliare e andiamo a fare servizio a domicilio di queste famiglie che vengono prese in carico, dopo le nostre segnalazioni».
In Avo Cerveteri sono una cinquantina di volontari, una decina di persone sono anche a Manziana e Oriolo romano.
Si occupano anche di assistere delle famiglie tra Ladispoli e Cerveteri, da qualche mese aiutano i consultori di Ladispoli e Cerveteri una volta alla settimana: si occupano delle mamme e dei giovani. «I consultori sono stati trascurati dalla sanità italiana, ora sono in rilancio, e anche noi aiuteremo», afferma Porciani.
I volontari di Avo Cerveteri sono anche coinvolti nel settore dell’ambiente. Si sono dedicati alla pulizia del monumento naturale di Torre Flavia, che si trova tra i comuni di Ladispoli e Cerveteri, un tratto di spiaggia prezioso per la fauna e la flora, «in cui abbiamo cercato di delimitare i danni all’ambiente in occasione del concerto di Jovanotti, e forse in qualcosa siamo riusciti. Siamo impegnati anche nella sensibilizzazione nelle scuole, per quanto riguarda i temi ambientali».
L’associazione fa parte di a Federavo, la federazione che racchiude tutte le Avo d’Italia.
IL RAGAZZO CON LA SEDIA A ROTELLE. «CI siamo occupati di un ragazzo di circa 40 anni, senza familiari, siamo diventati un po’ la sua famiglia e lo andiamo a trovare una volta a settimana. Era in una residenza impropria per lui, su una sedia a rotelle,ma molto vispo. Siamo riusciti a fargli cambiare collocazione, il Comune di Cerveteri se ne è preso carico, ora si trova in una residenza che lo ha preso in cura. Mi ha commosso vedere che, mentre in una foto di qualche anno fa una nostra volontaria lo spinge in carrozzina, in una foto recente lui spinge, con qualche difficoltà ma solo con un appoggio, un’altra persona sulla sedia a rotelle».
Questo ragazzo è una delle tante persone che testimonia l’importanza del lavoro di volontari come Roberto e gli altri dell’associazione. «Abbiamo sempre bisogno di volontari, fidelizzarli non è facile, anche se si tratta di qualche ora a settimana; qualche volta l’attività che svolgiamo è usurante, seguiamo persone che hanno bisogno di molta attenzione ed affetto, che soffrono e a volte sono molto difficili caratterialmente. Non è facile mantenere l’attenzione per anni su questo tipo di attività. Qualcuno dei nostri volontari, lo è diventato dopo che qualcuno di noi si è preso cura di un suo genitore: il collegamento tra beneficiari ed offerenti è un punto molto importante.
A marzo è previsto il prossimo corso di formazione per i nuovi volontari: chiunque sia interessato, può consultare il sito.
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org
Una risposta a “LE EMOZIONI DEL VOLONTARIATO NELL’AVO”
sono orgogliosa dei volontari AVO ed in particolare di quelli di Cerveteri che con il loro presidente danno lustro al nostro volontariato.