AVVOCATO DI STRADA LATINA. SENZA DIMORA NON SIGNIFICA SENZA DIRITTI

Nei primi sei mesi dello sportello Avvocato di strada Latina molte le richieste legate alla residenza e ai permessi di soggiorno. Patrizia Ciccarelli: «Era necessario che in questa città si accendessero i riflettori sulle storie di emarginazione e povertà»

di Paola Romano

«In meno di sei mesi abbiamo registrato circa cinquanta contatti e sono stati già una trentina i casi seguiti». Patrizia Ciccarelli è la promotrice dello sportello Avvocato di Strada Latina, il sessantesimo sul territorio nazionale inaugurato alla presenza di Antonio Mumolo, il Presidente nazionale dell’associazione nata a Bologna nel dicembre del 2000 per tutelare le persone senza dimora. Nel 2007 Avvocato di Strada ODV diventa un’organizzazione di volontariato nazionale e, in molte città, vengono aperti gli sportelli. «Veri e propri studi legali che, grazie all’attività di volontarie e volontari del diritto, sono in grado di offrire consulenza e assistenza legale gratuita alle persone senza dimora». Secondo il Bilancio sociale 2023 sono state ben «2.691 le persone assistite e 1.334 gli avvocati e i volontari impegnati quotidianamente in 60 città italiane, per un valore del lavoro legale, messo gratuitamente a disposizione degli ultimi, pari a 1,8 milioni di euro».

Un importante lavoro in rete con il territorio

Avvocato di strada LatinaCosì ogni lunedì mattina dalle 9:00 alle 11:00 nel Centro pastorale della Parrocchia dell’Immacolata Concezione, al numero 36 di Via Giambattista Vico a Latina, un team di legali, composto dall’avvocata Sara Casaldi affiancata dall’avvocato Emanuele Petracca, i coordinatori, che si alternano all’avvocata Annalisa Romaniello al fianco dell’avvocato Camillo Zoli, fornisce assistenza e consulenza alle persone senza dimora del territorio pontino. «Fino ad ora non è stato necessario aprire contenziosi», continua Ciccarelli, «la nostra attività si è limitata a supportare gli assistiti nello svolgimento di pratiche amministrative che presentavano difficoltà burocratiche, condividendo la messa a punto di procedure tese a snellire e facilitare i rapporti con gli uffici». Tra chi si rivolge allo sportello prevalgono gli uomini, per lo più under 35. Molti gli stranieri, con problematiche inerenti al rinnovo dei permessi di soggiorno, ma è la residenza anagrafica la richiesta più frequente, il problema principale per le persone senza dimora. Importante il riscontro sia tra gli utenti, numerosi sin dal primo giorno, sia tra gli enti del terzo settore impegnati nel contrasto alla povertà estrema. Fondamentale l’impegno delle attiviste e degli attivisti volontari, che svolgono lavoro di supporto come l’accoglienza, la mediazione sociale, l’orientamento, il collegamento con le istituzioni, con la rete territoriale del terzo settore e di sensibilizzazione verso la comunità. Positivo anche il rapporto con le realtà istituzionali come la Questura, l’Amministrazione Comunale, i Servizi Sociali, l’Ufficio Anagrafe, con cui si è aperto subito un confronto volto a superare le farraginosità burocratiche. Come ci spiega ancora Patrizia Ciccarelli, assessora al welfare del capoluogo pontino dal 2016 al 2021. «Il lavoro di Avvocato di Strada Latina è stato davvero molto importante, sia sul piano politico che tecnico, attraverso la collaborazione con gli Assessorati competenti e i rispettivi uffici, alla stesura di un regolamento che, nel quadro della normativa in vigore, mettesse a punto una procedura condivisa per assicurare il riconoscimento della residenza anagrafica, con indirizzo fittizio, alle persone senza dimora abitualmente presenti sul territorio comunale, anche per facilitarne l’accesso ai servizi». Nel gennaio scorso, in Aula Consiliare, infatti, l’audizione di Avvocato di Strada Latina da parte delle Commissioni Servizi demografici e servizi sociali su una proposta di regolamento su cui l’associazione aveva presentato emendamenti dichiarati tutti ricevibili. «Era necessario che in questa città si accendessero i riflettori sulle storie di emarginazione e povertà», conclude Ciccarelli. «Perché essere senza dimora non significa essere senza diritti e, anzi, spesso il percorso di fuoriuscita da una condizione di povertà e di emarginazione estrema non può che passare attraverso il riconoscimento di diritti negati. Il primo fra tutti è quello alla residenza, che spesso si perde insieme alla dimora, portandosi dietro il mancato riconoscimento dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, quali quello all’assistenza sanitaria, al voto, alla difesa con gratuito patrocinio, al lavoro, al welfare territoriale».

Il team dei legali

Un background professionale attento alla solidarietà, l’avvocato Emanuele Petracca è anche volontario in un’associazione che lo vede impegnato in convegni e attività di studio e pubblicistica sull’attuazione dei principi costituzionali. «Da cinque anni sono vicepresidente dell’Aps Attuare la Costituzione, fondata e presieduta dal Professor Paolo Maddalena, Presidente emerito della Corte Costituzionale». Petracca ci racconta di molti stranieri tra chi ha chiesto assistenza allo sportello, ma anche di diversi cittadini italiani. Un dato che valuta rilevante e che dovrebbe condurre a una riflessione. «Una condizione non legata a problemi di salute, ma in sostanza all’impoverimento, per un debito o uno sfratto. Un’esemplificazione plastica di un processo progressivo che ha interessato il nostro Paese negli ultimi 30 anni». Persone diventate invisibili perché indigenti, ai quali va restituita speranza e diritti. «Il primo step è vedersi riconosciuta la residenza. Se sei senza fissa dimora e non hai la residenza, non puoi godere di diritti fondamentali come, ad esempio, quello alla salute».

L’avvocata Sara Casaldi, ci ricorda che Avvocato di Strada Latina lavora in stretto contatto con un’efficiente rete di associazioni molto ben radicati sul territorio di Latina. «Ci sono poi i servizi distrettuali del Comune, come il PIS (Pronto intervento sociale), che fa fronte all’emergenza della bassa soglia e che segue tra le 500-600 persone. Emergenza freddo, che è attivo fino al 31 marzo e il Dormitorio permanente. Le associazioni per i minori e la Caritas». E circa il suo impegno con Avvocato di Strada, mette in risalto la funzione sociale della sua professione. «In mezzo alla gente, tra la gente. Penso che questa esperienza sia un’evoluzione naturale, che ti serve anche come persona. Una sfida che ho colto a braccia aperte».

«Mi sono rapportato a persone che avevano difficoltà ad arrivare a fine mese, ma mai a persone che vivevano in strada, andando incontro quindi ad ogni forma di difficoltà». L’avvocato Camillo Zoli è un volontario da anni al centro di ascolto proprio nella stessa parrocchia dell’Immacolata. Per lui quest’attività di Avvocato di Strada Latina è stata formativa e auspica possa esserlo anche per ognuno di noi. «Vedi, è facile avere mal di denti e poter rivolgersi al proprio dentista di fiducia, ma è difficile quando anche un semplice dolore diviene incurabile. Senza un certificato di residenza non si può neanche avere il tuo medico di famiglia e ti vedi negato ogni tipo di diritto».

Per l’avvocata Annalisa Romaniello, è la prima vera occasione di volontariato. «Un avvicinamento a tematiche professionali fin qui vissute solo attraverso i gangli dell’ordinaria procedura tipica del civilista. Mai, prima d’ora, a rendermi conto di tanta parte di umanità per la quale è vitale ‘meritarsi’ un certificato da esibire per cercare lavoro». «Mesi preziosi» quindi, per Romaniello, che chiosa: «Noi professionisti possiamo contribuire a spiegare ciò che l’esperienza del nostro sportello insegna facilmente: i fenomeni più estremi e le storie così individuali che da lì provengono, altro non sono che tasselli dello stesso quadro di cui ciascuno è parte».

AVVOCATO DI STRADA LATINA. SENZA DIMORA NON SIGNIFICA SENZA DIRITTI

AVVOCATO DI STRADA LATINA. SENZA DIMORA NON SIGNIFICA SENZA DIRITTI