IL SUCCESSO DEL BANCO ALIMENTARE DELLA PROVINCIA DI VITERBO
Quest’anno ha raccolto 21.000 chili di cibo destinato a più di 5000 persone della zona. Gagliardi: «Mi piace raccontare la gioia dei nostri volontari»
07 Gennaio 2019
«L’ultimo sabato di novembre di ogni anno si organizza la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, con la raccolta di generi alimentari presso i punti vendita della grande distribuzione. Noi lavoriamo un anno intero per questa giornata affinché tutto vada nel migliore dei modi, nonostante le condizioni meteorologiche non sempre ottimali», dice Claudio Gagliardi, responsabile del Banco Alimentare della provincia di Viterbo e volontario della Caritas di Castel Sant’Elia.
«Noi della Caritas di Castel Sant’Elia abbiamo sempre collaborato con il Banco Alimentare come volontari, il giorno della Colletta andavamo nei supermercati a raccogliere i viveri e li portavamo nelle Caritas perché non c’era un punto di raccolta nella nostra zona. La Diocesi di Civita Castellana è molto ampia: da Orte a Civita Castellana, Sutri, Bassano Romano il territorio è di circa 60 chilometri, con tante piccole realtà locali che si trovano in difficoltà per raggiungere Roma. Quasi dieci anni fa, ci siamo messi a disposizione del Banco Alimentare come riferimento per aiutare tutte queste piccole realtà a sbrigare le pratiche burocratiche, a guidarli. Abbiamo ottenuto uno spazio gratuito da utilizzare come magazzino durante la Colletta Alimentare circa sei anni fa, grazie ai frati micheliti di Castel Sant’Elia del Santuario Pontificio, per i due anni precedenti abbiamo utilizzato il Santuario di Nepi, ma il posto era piccolo in confronto ai viveri che, grazie alla grande generosità delle persone, riuscivamo a raccogliere».
LA COLLETTA ALIMENTARE. I giorni prima della Colletta i circa trenta enti della zona vengono, prendono il materiale per raccogliere i viveri fuori dai supermercati, la sera tornano nel magazzino a portare la spesa raccolta, che viene stoccata e conservata. Quest’anno al magazzino di Castel Sant’Elia hanno raccolto 21.000 chili di cibo, nel dato non è compreso Viterbo perché la città e qualche paesino intorno (come Soriano) sono seguiti da un altro gruppo di volontari. Nella zona vengono assistite più di 5000 persone indigenti.
«Solitamente chi fa la Colletta è un ente convenzionato con il Banco Alimentare, anche se alcune realtà ci aiutano anche senza essere convenzionate, come la Croce Rossa, gli scout, il Gruppo di Comunione e Liberazione di Nepi, che dedicano una giornata alla Colletta Alimentare. Danno il loro sostegno all’iniziativa anche qualche azienda e qualche ente statale, come l’Esercito: quest’anno da Viterbo ci hanno portato, con due mezzi militari, i viveri raccolti dagli scout con gli studenti». Dopo la giornata della Colletta Alimentare, Claudio Gagliardi comunica tutti i dati a Roma, al Banco Alimentare del Lazio, che gli fornisce l’elenco dei clienti convenzionati della sua zona, con relativo numero di assistiti a carico. Tutto il materiale che hanno ricevuto viene diviso per il numero di tutti gli assistiti e si stabilisce quanti sono i prodotti da distribuire ad ogni persona. «Gli enti si portano via, con i loro mezzi, i viveri che spettano ai propri assistiti e li consegnano. La Caritas chiede al Banco Alimentare un aiuto, la missione è recuperare le eccedenze ed evitare lo spreco dei generi alimentari, ma solo con questo non si riesce a soddisfare le richieste delle varie Caritas e si chiede aiuto all’Europa, l’Agea ci manda vari viveri». L’Agea è l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, è un ente statale italiano che svolge le funzioni di organismo di coordinamento e di organismo pagatore nell’ambito dell’erogazione dei fondi dell’Unione europea ai produttori agricoli. I prodotti provenienti dall’Agea sono a lunga scadenza (pasta, riso, latte a lunga conservazione), mentre l’ “industriale” è tutto ciò che è ritirato dalla grande e piccola distribuzione, che dona i prodotti buoni ma invendibili, ad esempio per problemi di etichettatura o di confezioni ammaccate. «Il Banco Alimentare fa una volta al mese la distribuzione per gli enti, che hanno rapporti con i poveri: facciamo, quindi, 12 distribuzioni all’anno».
COME SI RICHIEDE ASSISTENZA. «Le persone devono portare lo stato di famiglia, l’ISEE e tutte le varie documentazioni. L’ISEE che è stato imposto quest’anno è veramente bassissimo, di 3000 euro», dice Gagliardi. In base a determinati requisiti, le persone vengono iscritte alle liste di un ente. Il periodo durante il quale gli indigenti possono usufruire di questo servizio dipende dagli enti, ad esempio le Caritas tendono a non portarlo avanti a vita. Almeno tre volte l’anno le Caritas attivano il Centro di Ascolto, per aiutare le persone a capire quali sono le proprie problematiche e cercare di aiutarle. I volontari del centro di raccolta di Castel Sant’Elia sono una quindicina, «portano avanti la baracca» tutti giovani: «io ho 39 anni e sono tutti più giovani di me. Noi del magazzino di Castel Sant’Elia diamo una forte mano in occasione della Colletta Alimentare e forniamo un grande aiuto agli enti convenzionati del Banco Alimentare nelle questioni burocratiche: li aiutiamo a tenere in ordine i registri, vediamo se i magazzini sono a posto, se le strutture sono idonee per essere convenzionate, effettuiamo le visite per convenzionare gli enti. Io faccio anche il volontario nella Caritas della mia parrocchia, vado a Roma e prendo i prodotti da distribuire in questo territorio».
LA GIOIA DEI VOLONTARI. «Mi piace sempre raccontare la gioia dei nostri volontari, che ogni anno, anche lo scorso novembre con la pioggia estenuante, hanno portato a termine la giornata della Colletta Alimentare sempre con il sorriso e l’entusiasmo. Sono arrivati bagnati e infreddoliti al magazzino, abbiamo scaricato i prodotti. Le ragazze volontarie preparano sempre qualcosa da mangiare per tutti noi, quest’anno il menu prevedeva salsicce e fagioli. La giornata finisce sempre con la felicità negli occhi di tutti, contenti di aver raccolto tanti viveri per i poveri, e condividiamo tutti insieme la fatica e la gioia. Ci fa sempre un immenso piacere che molti poveri beneficiari dei viveri della Colletta tutti gli anni ci vengono ad aiutare, di tutte le età: un bell’esempio di gratitudine».
Il Banco Alimentare della zona aveva un magazzino a Guidonia, fino all’anno scorso, che è stato chiuso per problemi di bilancio. Il Comune di Aprilia ha offerto un magazzino per una cifra irrisoria, ma Viterbo-Aprilia è un viaggio infinito, diventava quasi impossibile recarsi lì a prendere i viveri. Con l’aiuto del sindaco di Civita Castellana e del Direttore della Caritas di Civita Castellana, hanno ottenuto un magazzino temporaneo all’interporto di Orte. «Questo è stato un risultato eccezionale per noi, una grande vittoria dopo tante fatiche. Ci abbiamo lavorato per mesi, accontentando tutte le realtà della provincia di Viterbo».
Il Banco Alimentare del Lazio è una delle 21 organizzazioni, appartenenti alla Rete Banco Alimentare, presenti su tutto il territorio nazionale e guidate dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Viene costituito nel 2000 e opera in tutta la Regione Lazio.
Nel 2017 il Banco Alimentare del Lazio ha distribuito 4200 tonnellate di viveri a circa 75mila persona, grazie alla collaborazione di circa 350 organizzazioni.
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org
Una risposta a “IL SUCCESSO DEL BANCO ALIMENTARE DELLA PROVINCIA DI VITERBO”
Vorrei sapere come si fa ad aderire al Banco e alla giornata della raccolta. È interessante e commovente che qua in Italia, non nel terzo mondo, ci sono persone che non mangiano. Attendo risposta.