IL CINEMA ITALIANO A SOSTEGNO DI BAOBAB EXPERIENCE
Oltre duecento esponenti del Cinema italiano firmano l'appello a sostegno dei volontari e per sensibilizzare le istituzioni
20 Luglio 2016
Martedì 19 luglio, tra le tende che in via Cupa continuano ad accogliere migranti dopo lo sgombero del Centro Baobab, si è svolta un’iniziativa promossa da associazioni e rappresentanti del Cinema Italiano a sostegno degli attivisti del Baobab Experience e dei migranti.
Circa duecento rappresentanti del mondo del cinema e numerose associazioni del settore hanno sottoscritto l’appello, volto a sensibilizzare le istituzioni affinché venga data la possibilità ai volontari di continuare a fornire la loro assistenza alle migliaia di migranti che transitano per Roma.
«Le istituzioni dovrebbero lavorare per trovare una soluzione concordata con chi per mesi ha assistito migliaia di persone con grande spirito di solidarietà, una soluzione che dia una risposta a questa necessità e che non sia contro i migranti», ha detto il regista e produttore Christian Carmosino, promotore dell’appello insieme a Paolo Petrucci.
Cos’è Baobab Experience
Quella conosciuta come “Baobab Experience” a Roma ha rappresentato ed è tuttora simbolo di una città solidale che si è autorganizzata per accogliere i migranti. Dal giugno del 2015 in poco più di un anno si stima che circa 40mila migranti siano passati per via Cupa, prima accolti nel Centro e poi nella tendopoli rimasta dopo lo sgombero operato nel mese di dicembre su ordinanza del Commissario Francesco Paolo Tronca.
I migranti del Baobab sono dei transitanti. «Una figura che la legge non prevede, sono migliaia di persone che passano di qua, ma non esistono per le istituzioni», ha detto durante l’incontro Andrea Costa, coordinatore dei volontari del Baobab. Meta ultima di gran parte di questi migranti sono infatti i paesi del Nord Europa, dove vogliono richiedere asilo e provare a stabilirsi.
Ma ai volontari del Baobab Experience interessa poco lo status specifico del migrante. Sono persone che scappano dalla dittatura, dalla fame, dalla povertà, «a noi non interessa da cosa stiano scappando, cosa li ha spinti a venire, vogliamo dimostrare che c’è una Roma solidale che vuole accoglierli e aiutarli anche se la nostra città rappresenta solo una tappa intermedia del loro viaggio» . Ed è quello che da oltre un anno si sta facendo in via Cupa, dove si fornisce cibo, un posto per dormire, seppur precario, vestiti, medicine e assistenza medica grazie a Medici per i Diritti Umani, presenti anche durante la manifestazione di martedì. Tutto grazie all’appoggio volontario di associazioni e singoli cittadini che rispondono agli appelli che quotidianamente i volontari lanciano sui social per segnalare di cosa c’è bisogno.
«Tutti gli italiani dovrebbero essere orgogliosi dei volontari del Baobab», ha detto Mulugheta Nayu, attivista eritreo arrivato in Italia 13 anni fa che quotidianamente aiuta il Baobab facendo spesso da interprete , «moltissimi ragazzi passati per il baobab e ora nel nord Europa mi scrivono e mi chiedono come stanno i volontari che li hanno aiutati qui a Roma». «Sulla pelle dei migranti c’è chi provava a guadagnarci», ha ricordato Andrea Costa, «abbiamo visto con mafia capitale che molti vedono l’assistenza ai migranti come un business, noi abbiamo voluto capovolgere questa idea, attuando un tipo di accoglienza diversa e cercando di aprire la città ai migranti, non chiudendoli e isolandoli. Siamo d’accordo che non si può stare su un marciapiede, infatti chiediamo che ci sia dato uno spazio dove poter continuare a fornire il nostro supporto ai migranti in modo dignitoso».
L’appello degli esponenti del cinema italiano
Solidarietà per i volontari e un appello ma anche molte accuse verso le istituzioni, ad ogni livello “latitanti”, hanno accompagnato gli interventi di molti esponenti del Cinema italiano come Silvia Scola, Daniele Vicari, Andrea Segre, Agostino Ferrente, Sabina Guzzanti, Costanza Quatriglio, Roberto Perpignani e altri ancora. Un’accusa contro l’ex Commissario Tronca, «che aveva promesso di dare una soluzione dopo lo sgombero, mentendo», ha detto Dino Giarrusso, autore di due servizi al riguardo per “Le Iene”, e un appello alla nuova Giunta e alla sindaca Virginia Raggi, alla quale era stato rivolto un invito, declinato per altri impegni istituzionali, per trovare una soluzione («la taggheremo», ha scherzato Sabina Guzzanti).
Ma l’obiettivo generale, ribadito più volte, è anche quello di sensibilizzare sul tema delle migrazioni e cambiarne il modo in cui viene percepito dalle masse, che si sentono sempre raccontare di “emergenze” e necessità di arginare chissà quale “invasione”. Tenendo bene in considerazione che chiudere le frontiere e cercare di reprimere, come ha sottolineato Andrea Segre «non ferma l’immigrazione ma uccide le persone».
L’iniziativa è terminata con una cena preparata dalla comunità eritrea, la proiezione sui muri esterni del Verano del cortometraggio “Il silenzio”, in concorso a Cannes (regia di Farnoosh Samadi e Ali Asgari) e a seguire del film “Lamerica”, di Gianni Amelio, anche lui intervenuto a sostegno dell’iniziativa.