BENI CONFISCATI ALLE MAFIE: PRENDE IL VIA IL FORUM CITTADINO
Consentirà un dibattito partecipato e operativo sul reimpiego dei beni confiscati a vantaggio dei cittadini più svantaggiati
24 Gennaio 2022
Roma. Dopo un’attesa durata quasi quattro anni, finalmente nasce a Roma il Forum cittadino per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. La sua istituzione era prevista dal Regolamento per la gestione dei beni confiscati approvato nel giugno 2018, ma il progetto è stato sbloccato dal sindaco Gualtieri e dai suoi collaboratori. Non si tratta di un gesto formale: nei prossimi giorni una conferenza stampa in Campidoglio, voluta dall’assessore al Patrimonio e alle politiche abitative Tobia Zevi e le associazioni coinvolte, illustrerà i passi concreti di questo «nuovo strumento di partecipazione popolare», annuncia Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della Rete dei numeri pari e responsabile di Libera per le Politiche sociali.
Sconfiggere i mafiosi, non solo contrastarli
Infatti la nuova consulta presieduta da Zevi, «fortemente voluta da Libera e dalla Rete dei numeri pari, che si propone di organizzare un fronte di organizzazioni sociali per contrastare disuguaglianze e povertà», consentirà un dibattito partecipato e operativo sul reimpiego dei beni confiscati a vantaggio dei cittadini più svantaggiati, diventato ancora più urgente dopo due anni di pandemia che hanno causato un ulteriore «peggioramento delle condizioni sociali e culturali» nella Capitale, già segnata da precedenti tagli dei servizi sociali, che purtroppo non sembrano destinati a concludersi.
De Marzo denuncia: «Un terzo della popolazione vive in povertà, ma insieme all’aumento delle disuguaglianze 94 clan criminali agiscono nella città, gestendo 100 piazze di spaccio e altre attività illecite. Siamo preoccupati, perché continuiamo a vedere una sottovalutazione del fenomeno della criminalità organizzata». Sequestrare le loro proprietà non significa solo fare giustizia: «I beni confiscati contengono il concetto della memoria condivisa del nostro Paese. Non viene restituito solo il mal tolto: i simboli sono importanti per sapere dove andare. Continueremo a perdere, se la legalità che porta al sequestro e alla confisca non conduce anche alla giustizia sociale, ma alla burocrazia. Le mafie si sconfiggono anzitutto culturalmente, non solo con la repressione. L’impegno per la cultura e la giustizia sociale è la precondizione per sconfiggere i mafiosi, non solo contrastarli», commenta.
Cosa farà il Forum
Grazie al Forum cittadino, quindi, «istituzioni sociali e rappresentative lotteranno insieme per costruire un nuovo welfare urbano e rigenerativo, che metta al centro il metodo della coprogettazione con gli attori sociali».
Infatti il Forum, anticipa De Marzo, «avrà funzioni consultive, propositive e di monitoraggio. Durante due riunioni annuali tutti gli iscritti (associazioni, parrocchie, cooperative, comitati informali) potranno conoscere la situazione di centinaia di beni confiscati, fare proposte e formulare richieste. Si saprà quando i beni verranno affidati e quando si dovrà andare a bando, cercando di accelerarne la consegna.
Nel Regolamento vengono indicate le priorità nell’utilizzo sociale, oltre a quello culturale e istituzionale, dei beni confiscati: contrasto alla povertà e alla tratta, inclusione, accoglienza. Auspico anche la nascita di palestre popolari, sedi di associazioni, case della memoria». Nell’imminente conferenza stampa, verrà chiarito anche come iscriversi al Forum, «nella massima trasparenza. Saranno anche necessari fondi per la ristrutturazione e la manutenzione dei beni».
I beni confiscati alle mafie nel Lazio
Il Forum sarà composto da assessori e direttori dei dipartimenti coinvolti (Partecipazione, Politiche abitative, Politiche sociali, Cultura, Sport), dai presidenti dei municipi, dalle istituzioni competenti come l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc), da università ed enti di ricerca, da imprese che utilizzano i beni confiscati e da realtà della società civile: associazioni, comitati, organizzazioni e fondazioni senza scopo di lucro impegnate nel sociale e nel contrastare i fenomeni criminali sul territorio.
L’Anbsc, in tutto, ha destinato nel Lazio 847 beni; a Roma sono presenti 88 beni immobili confiscati per un totale di 303 particelle catastali di cui 232 assegnate al Comune e 192 alla provincia (il 45% ancora inutilizzate), 208 a Latina, 107 a Frosinone, 30 a Viterbo e 7 a Rieti.
Nel dicembre scorso la Conferenza dei servizi dell’Anbsc ha assegnato al Lazio 134 beni: 39 nella Capitale e 26 nella provincia romana fra ville, appartamenti, negozi, magazzini, box e terreni; altri 36 si trovano in provincia di Latina, 17 in provincia di Frosinone e 16 in provincia di Viterbo. Secondo i dati Anbsc, nella nostra regione circa 1.800 beni sono ancora da assegnare.