LAZIO. CALA IL NUMERO DEGLI IMMIGRATI, ANCHE NELLE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA
Meno residenti, meno nuovi nati, meno acquisizioni di cittadinanza. Il calo degli immigrati è tangibile. Ma i ragazzi studiano più a lungo
29 Ottobre 2021
La pandemia nel Lazio ha determinato un ulteriore calo degli immigrati, accentuando il trend negativo in atto dal 2018. Infatti, «nel corso del 2020 il calo demografico ha colpito per la prima volta anche la popolazione straniera, scesa a fine anno a 625.572 residenti, per un decremento di 3.599 unità rispetto al 2019 (-0,6%)». In calo anche i nuovi nati stranieri (5.726 contro i 6.279 del 2019, -8,8%), a fronte dell’aumento consistente dei decessi: 1.106 contro gli 845 dell’anno precedente, pari a +30,9%. «A diminuire è stato anche il peso dei nuovi nati stranieri sul totale dei nati in regione, che nel 2020 è sceso di un punto percentuale (dal 16,1% al 15,1%)». Sono alcuni dati significativi del Dossier statistico immigrazione 2021, curato dal Centro studi e ricerche Idos e presentato il 28 ottobre al Teatro Orione di Roma e in tutta Italia.
Lo scorso anno «tutte le nazionalità più numerose hanno subito un calo di residenti, eccetto indiani (+2,6) e bangladesi (+0,9%). Le perdite più consistenti hanno riguardato le collettività polacca (-3,3%) e albanese (-1,5%), seguite da quelle romena, filippina e peruviana (-1,3%)». In calo anche moldavi, ecuadoriani (entrambi -3,6%), brasiliani (-4,8%) e macedoni (-6%).
Ma la graduatoria delle nazionalità più numerose è rimasta invariata: sul podio romeni (210.315 residenti), filippini (41.500) e bangladesi (35.600), seguiti da indiani (29.000) e cinesi (23.000).
I nuovi cittadini
Significativa la battuta d’arresto delle acquisizioni di cittadinanza: «Dopo l’inversione di tendenza registrata nel 2019, infatti, nel 2020 queste sono risultate in calo del 35%, dato in netta controtendenza con quanto riscontrato in media nelle regioni del Centro Italia (+1,5%) e a livello nazionale (+4,5%).
Nel Lazio il tasso di acquisizione di cittadinanza risulta circa tre volte inferiore al valore medio nazionale (9,6 a fronte di 26,4 per mille) e il secondo più basso tra le regioni italiane dopo quello della Campania (7,2)», sottolinea Raniero Cramerotti di Idos, autore del capitolo sul Lazio.
E precisa che anche il numero di persone ospitate nelle strutture di accoglienza nella regione è in calo, confermando il trend degli ultimi anni: «A fine 2020 si contavano 7.491 presenze, il 12% in meno rispetto all’anno precedente, calo che è proseguito anche nei primi sei mesi del 2021 (-7,9%). A tale data, le persone ospitate erano 6.898, il 27,4% dei quali nei centri Siproimi (oggi Sai) e il 72,6% in altre strutture, collocando il Lazio al quarto posto in Italia».
La scuola
Se nell’anno scolastico 2019/2020 è aumentata la quota di studenti stranieri nelle scuole della regione, tuttavia «i dati si riferiscono a iscrizioni che precedono la pandemia e riflettono solo in parte le conseguenze avute dalla Didattica a distanza sulla frequenza scolastica. Su 809.775 iscritti, quelli con cittadinanza non italiana erano 80.947: il 10% del totale contro il 9,8% dell’anno scolastico precedente. A fronte di un calo complessivo della popolazione scolastica di quasi 5mila unità (-0,6%), gli studenti con cittadinanza italiana hanno registrato una diminuzione di oltre 6mila unità (-0,8%) mentre gli studenti stranieri una crescita di 1.106 unità (+1,4%)». Ad aumentare «solo gli studenti stranieri nati in Italia (+1.998 unità e +4%), che hanno compensato il calo dei nati all’estero (-892 e -3%), incrementando la loro quota sul totale degli studenti stranieri di oltre un punto percentuale rispetto all’a.s. 2018/2019 (da 62,3% a 63,9%).
L’incidenza degli alunni stranieri nati in Italia registra un picco nelle scuole dell’infanzia (82,8%) e un valore nettamente in crescita nelle scuole secondarie di secondo grado (+4,7% rispetto all’a.s. 2018/2019), dove raggiungono il 40,4% del totale». Fra le buone notizie, continua a crescere la percentuale di studenti stranieri che si iscrive ai licei (+1,2 punti percentuali e 45,8% del totale), mentre diminuiscono coloro che scelgono un istituto tecnico (-0,6 punti percentuali e 34,7%) o professionale (-0,7 e 19,5%).
Immigrazione ed economia
Anche nel Lazio la pandemia «ha avuto pesanti ripercussioni sull’attività economica (Pil -8,4%), penalizzando soprattutto i comparti del commercio, alberghiero e della ristorazione». E i lavoratori stranieri ne hanno risentito di più rispetto agli italiani: «Il numero degli occupati è diminuito da 342mila a 319mila (-6,8% e -23.200 in meno rispetto al 2019), con perdite rilevanti nei servizi (-9,8%), in particolare nel commercio (-6,7%) e nel lavoro domestico (-13,7%), e nell’industria (-3,8%), in particolare nelle costruzioni (-11,2%), mentre è aumentato nel settore agricolo (+4.581 e +19,5%). Il tasso di occupazione è sceso al 60,3% (-2,4 punti percentuali rispetto al 2019)».
Invece le imprese immigrate sono cresciute anche nel 2020: +2,7% rispetto all’anno precedente, «per un totale di 84.324 imprese attive, il 12,8% del totale regionale. Tra i titolari d’impresa (59.308, il 19,7% dei quali donne), bangladesi (22,9%), romeni (16,7%) e marocchini (7,6%) si confermano le tre collettività più rappresentate».
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