QUANTO VALE IL FUTURO? INVESTIRE NEL SERVIZIO CIVILE, NEI GIOVANI, NEL BENE COMUNE
Con la campagna Quanto vale il futuro? i rappresentanti degli enti e degli operatori volontari si mobilitano per chiedere risorse adeguate per il Servizio Civile Universale
di Redazione
27 Settembre 2024
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Quanto vale il futuro? Più Servizio Civile per investire nei giovani e nel bene comune! è la campagna lanciata da CNESC, Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile, CSEV, Coordinamento spontaneo Enti e Volontari di servizio civile del Veneto, CSVnet, Associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, Forum Nazionale del Servizio civile e Rappresentanza nazionale degli operatori volontari. Presentata nell’ambito del Festival Nazionale del Servizio Civile La pace non si aspetta, si prepara! che si è appena concluso al DumBo Space di Bologna, la campagna intende chiedere continuità nella stabilizzazione del Servizio Civile. «Un Istituto della Repubblica finalizzato alla Difesa Civile non armata e nonviolenta della Patria», sottolineano i rappresentanti dei soggetti promotori, che «versa nuovamente in uno stato di incertezza e precarietà dopo un triennio positivo dovuto ai fondi del PNRR». Con le risorse attualmente stanziate, evidenziano, «saranno 20.000 i giovani che potranno intraprendere questa esperienza nel 2024, appena 35.000 per il 2025 e 2026». Per questo motivo «chiediamo almeno 280 milioni per il 2024 e risorse per gli anni successivi che garantiscano annualmente l’avvio al servizio di almeno 60.000 giovani in Italia e 1.500 all’estero». Per questo «chiediamo al Governo di continuare a investire con decisione nel servizio civile, nei giovani e nel bene comune», concludono.
Quanto vale il futuro? In un manifesto le ragioni e gli obiettivi della campagna
Le ragioni e gli obiettivi della campagna sono condivisi in un manifesto congiunto diffuso dai promotori in questi giorni, che vi proponiamo integralmente.
«Da più di 50 anni il Servizio Civile offre il suo prezioso contributo al radicamento dei principi costituzionali e alla costruzione della pace positiva, impegnando i giovani all’interno di interventi finalizzati alla tutela del bene comune, alla protezione e al sostegno delle persone fragili, alla tutela dei beni ambientali e del patrimonio storico e artistico, all’educazione, alla promozione dei Diritti Umani e alla cooperazione tra i popoli.
È, inoltre, una delle poche politiche di partecipazione giovanile, una palestra di cittadinanza e un’opportunità formativa unica per i giovani, che fonda il processo di apprendimento sull’esperienza, che forma giovani cittadini capaci di assumersi responsabilità e di impegnarsi per le comunità, favorendo l’acquisizione di competenze civiche, sociali e professionali spendibili anche nei percorsi futuri, di vita e di lavoro.
In una situazione sempre più complessa a livello nazionale e internazionale, di sfilacciamento delle nostre comunità, di emergenze, di tensione sociale, investire nel servizio civile significa investire in un’esperienza che contribuisce al benessere di tutti e di tutte, all’inclusione, al contrasto alla violenza, alla coesione sociale delle comunità.
Se credere nel futuro significa non perdere la capacità di sognare e di progettare, allora noi ricordiamo al Governo e a tutti i cittadini e cittadine, che esiste uno strumento che investe con fiducia nei giovani e offre loro la possibilità di sognare e di realizzare un cambiamento. E questo strumento è il Servizio Civile.
Dopo un triennio che, grazie ai fondi del PNRR, ha permesso di far crescere il sistema e finanziare mediamente 60.000 posizioni l’anno, il servizio civile cade nuovamente in una situazione di precarietà e incertezza. Ad oggi sono 20.000 i giovani che potranno intraprendere questa esperienza con il bando che uscirà nel 2024, appena 35.000 per il 2025 e 2026.
Chiediamo, quindi, al Governo di investire davvero nel futuro, nei giovani e nelle comunità, garantendo ulteriori 280 milioni per il 2024, per avviare 60.000 giovani all’anno in Italia e 1500 all’estero, e risorse per gli anni successivi che garantiscano annualmente l’avvio di almeno 60.000 giovani in Italia e 1500 all’estero, quantificabili in circa 480 milioni, con l’obiettivo di renderlo davvero universale e quindi offrire a tutti i giovani l’opportunità di impegnarsi per la propria comunità e il bene comune.
Ricordiamo, infine, che ogni euro investito nel servizio civile produce relazioni, crescita e riduzione delle diseguaglianze. Il Governo e il Parlamento agiscano per il futuro delle collettività, dei giovani, del bene comune!»