CARCERE, STATI GENERALI: E LE CONSULTAZIONI PUBBLICHE?
Le associazioni sono disorientate. Oggi una riunione del comitato scientifico sulle consultazioni pubbliche mai avviate
12 Febbraio 2016
È una corsa contro il tempo quella fra i risultati degli Stati generali dell’esecuzione penale e le (per ora solo) annunciate consultazioni pubbliche. Le associazioni sono disorientate: il sito del Ministero della Giustizia annuncia di aprire al contributo di tutti, ma non chiarisce né come né quando. E fin qui nulla da commentare, se non forse in merito a una poco trasparente comunicazione sulle procedure. Il problema arriva quando si apprende che la sintesi finale del lavoro dei 18 tavoli tematici (a cui le consultazioni pubbliche dovevano, per l’appunto, contribuire) è già in fase di lavorazione.
Ma facciamo ordine. Gli Stati generali dell’esecuzione penale sono stati voluti dal ministro Andrea Orlando per «portare concretamente a definire un nuovo modello di esecuzione penale e una migliore fisionomia del carcere» attraverso «sei mesi di ampio e approfondito confronto». Tutto ciò «in parallelo al percorso della legge delega in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio e alla riorganizzazione dell’amministrazione penitenziaria e dell’esecuzione penale esterna». Obiettivo «arricchire di contenuti la delega e di progetti le nuove articolazioni».
Stati generali: occorre chiarezza
A Maggio 2015 iniziano i lavori del comitato scientifico, che individua i temi e quindi i 18 tavoli di lavoro, per comporre i quali vengono selezionate persone che operano a vario titolo nell’esecuzione penale, dalla polizia penitenziaria agli educatori, insieme ad esperti della materia, fra cui studiosi e membri di associazioni.
A Dicembre i tavoli concludono il loro lavoro, con quella che viene espressa dai più come una grande soddisfazione, e la palla torna al comitato scientifico, che si trova così ad avere le relazioni finali frutto di tutto il lavoro dei mesi precedenti. È il momento, dunque, di renderle pubbliche, su questa base aprire alle consultazioni e, infine, redigere la sintesi conclusiva. E invece no. Perché i documenti usciti dai tavoli sono stati messi on line solo il 5 Febbraio.
Il perché di questa attesa non è chiaro, così come non è chiaro il modo in cui verranno condotte le consultazioni pubbliche. Fatto sta che, mentre le associazioni (e non solo) cercano di capire come poter contribuire a questo testo, il comitato scientifico ha già iniziato a lavorare alla sintesi.
Insomma, qui il rischio è che il testo finale esca privato del contributo della consultazione pubblica. Anche perché, da quanto si apprende, sarebbero in atto pressioni per finire il lavoro entro Marzo. Ma c’è anche chi dice che, eventualmente, si potrebbe rimandare il tutto a dopo le elezioni amministrative. Ad ogni modo entrambe le ipotesi, alla luce delle (si spera quanto mai prossime) consultazioni, potrebbero prevedere un aggiornamento in itinere o postumo della sintesi.
Proprio oggi è prevista una riunione del comitato scientifico con all’ordine del giorno anche il nodo consultazioni. L’ipotesi al vaglio è quella di aprire una casella email specifica, a cui tutti gli interessati potranno inviare i propri contributi, commentando e arricchendo così i risultati emersi dai tavoli.
Già durante la fase di lavoro dei 18 tavoli era stata messa a disposizione una casella di posta elettronica (statigenerali@giustizia.it) per raccogliere suggerimenti iniziali. Suggerimenti che alcuni hanno definito “pochi ma buoni”. Insomma, capaci di dare un contributo nel merito. Ma sembra che questa email non possa andar bene per la successiva fase di consultazioni.
Staremo a vedere. Sperando che venga fatta presto luce (come del resto fonti autorevoli assicurano) sulla procedura di consultazione pubblica su un documento così caldamente atteso.
L’immagine di copertina “The Old Gaol 002” è di smilla4 (https://www.flickr.com/photos/smilla4/)