LE CARITAS DEL LAZIO: AUMENTANO LE RICHIESTE DI AIUTO, NOI CI SIAMO

Mense riconvertite, accoglienza h24, sportelli telefonici. Così le Caritas si adattano all'emergenza. Ma le richieste di aiuto aumentano continuamente

di Mirko Giustini

Con la sua fitta rete di sedi sul territorio regionale la Caritas è in prima linea nella lotta agli effetti del coronavirus sui più deboli. Uno sforzo che però non sembra mai bastare, di fronte all’espandersi della povertà determinato dall’emergenza. Che fare allora?

Il punto in regione. «Siamo guidati dalla fantasia della carità», dichiara il direttore  di Latina e delegato regionale delle Caritas del Lazio Angelo Raponi. «Il modello di base è quello delle Caritas del Nord Italia, che adattiamo alle esigenze dei territori. L’emergenza ci ha costretti a far riposare i volontari over 60. Tutte le mense del Lazio funzionano a pieno regime, tranne quella di Cassino, dove un’operatrice è deceduta. Invece dei pasti caldi prepariamo quelli da asporto e i nostri centri di ascolto funzionano con modalità differenti. Accanto ai volti noti ai servizi sociali comunali, abbiamo rilevato un grande afflusso di nuclei familiari, che non avevamo mai visto. Si tratta soprattutto di chi aveva un la voro in nero, e l’ha perso, o chi viveva alla giornata e ora non può uscire di casa. Penso ad esempio ai tanti artisti circensi che si sono rivolti alla sede di Latina. Qui sono stati distribuiti prodotti all’interno del carcere ed è stato aperto uno sportello psicologico a distanza».

A Roma

Nella diocesi capitolina sono attivi l’ostello “Don Luigi Di Liegro” alla Stazione Termini, la Casa di accoglienza “Santa Giacinta” alla Cittadella della carità, il Centro di accoglienza “Gabriele Castiglion” a Ostia e il Centro per il Piano freddo a Ponte Casilino. A questi si è aggiunta la Fraterna Domus di Sacrofano, struttura che tuttavia non ospiterà nuovi senza tetto. Il motivo? Senza un adeguato controllo medico, ingressi inediti potrebbero nuocere alla salute degli ospiti già presenti. Gli stessi spazi poi non consentono il rispetto delle misure adottate dal governo. Tanto che l’ente sta ancora cercando nuovi dormitori con camere dotate di letto, comodino, armadio e la capacità di contenere dalle quattro alle sei persone.

Nei centri attivi il servizio è stato esteso all’intero giorno, ben oltre le consuete quindici ore serali. La mensa “Giovanni Paolo II” di Colle Oppio è aperta h24, mentre quelle di via Marsala e di Lungomare Toscanelli lo saranno a orario ridotto

A Viterbo

Puntare sulla rete delle associazioni sul territorio è la strategia della Caritas viterbese. Attraverso il Tavolo della Solidarietà, il coordinamento delle onlus locali istituito nel 2017, il Terzo settore della Tuscia si è riunito via streaming per coordinare le azioni utili a proteggere i più deboli dall’emergenza covid. Insieme monitorano l’andamento della povertà e condividono le risorse necessarie per porvi rimedio in modo concreto. Come nel caso della stessa mensa che eroga un pasto caldo ogni giorno alle 40 persone che vi si recano quotidianamente.

Qui i giovani del progetto di coabitazione solidale della Caritas “AbitiAMO” hanno dato il cambio ai volontari anziani: una staffetta generazionale che ha messo al sicuro i più esposti al rischio contagio. La diffusione del virus ha reso necessario infine spostare il dormitorio al monastero di Santa Rosa di Viterbo, con 15 camere singole con bagno.

A Rieti e Frosinone

«Oltre all’assistenza ordinaria dei nostri utenti abituali, abbiamo aperto un numero verde per accogliere le nuove richieste di pacchi alimentari a domicilio, che finora sono state oltre 200», racconta il direttore della Caritas di Rieti don Fabrizio Borrello. «A Pasqua è stato istituito un fondo di mezzo milione di euro, destinato alle famiglie che hanno perso fonti di sostentamento: chi ne ha bisogno può iscriversi alla nostra piattaforma e presentare la propria condizione per ricevere aiuti».

«La nostra mensa ospitava in media 50 persone per volta: all’ultimo turno ne sono arrivate 180», spiega invece il direttore della Caritas di Frosinone Marco Toti. «Il centro di ascolto è aperto dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 13:00, anche telefonicamente, e nei dormitori continuiamo a ospitare i senza dimora, ma non possiamo accoglierne altri. Inoltre aiutiamo i centri di 38 parrocchie con contributi economici: finora per loro sono stati spesi 19.200 euro. Ci aspettiamo che presto le famiglie ci chiedano aiuto anche per il pagamento delle utenze domestiche. Ci arrivano anche gentili donazioni, come quella di ortaggi e frutta da Coldiretti».

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