FROSINONE. LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO PARTECIPAZIONE
Si sono già incontrate per discutere di sviluppo locale e coprogettazione. Purtroppo il loro valore non viene riconosciuto
18 Aprile 2019
Il 5 aprile si è tenuto l’incontro tra CSV Lazio e le associazioni del volontariato del territorio. Sede dell’incontro la Casa del Volontariato, tema in discussione i nuovi programmi del Centro di Servizio del Volontariato nel Lazio. Presenti 20 associazioni, anche in rappresentanza di reti e laboratori attivati negli anni sul territorio, come il Laboratorio Teu o la Rete per la Salute Mentale.
Il compito di presentare il piano strategico regionale del volontariato è stato svolto dalla vicepresidente di CSV Lazio, Paola Capoleva. Nel suo intervento introduttivo ha spiegato che il piano è stato presentato in occasione dell’assemblea di fusione di Cesv e Spes del 16 gennaio e che ha sancito il nuovo direttivo con il compito di potenziare e dimensionare in modo congruo l’organo che dovrà affrontare problematiche di tutto rilievo attraverso un programma triennale.
VOLONTARIATO E SVILUPPO LOCALE. Quello di Frosinone, ha detto nel suo intervento la vice presidente, è stato il terzo di una lunga serie di incontri, miranti ad un confronto proficuo col volontariato ed i suoi dirigenti, per contribuire a generare le migliori sinergie possibili tra volontariato e Centro di Servizio. Il documento dal suggestivo titolo CSV Lazio Futuro Prossimo è stato al centro della discussione. Nella traccia, il documento descrive le prospettive più immediate che si aprono al mondo del volontariato, dando rilievo al tema del rapporto delle azioni solidali con lo sviluppo locale.
Paola Capoleva ha infatti evidenziato come sia fondamentale per il CSV Lazio rapportarsi alle associazioni del volontariato del territorio, che rappresentano un valore enorme, fatto di risorse operative e di conoscenza diretta dei bisogni del territorio e delle comunità di riferimento. Ha pertanto auspicato una partecipazione sempre più massiccia delle succitate associazioni, che dovranno fornire un contributo essenziale alla crescita e al conseguimento dell’obiettivo triennale al centro del progetto. Ha altresì evidenziato il ruolo centrale dei volontari, definendoli “sentinelle” dei territori nel cui ambito svolgono la loro lodevole ed infaticabile attività. È infatti indispensabile una conoscenza del territorio e delle tematiche ad esso connesse, per una proficua ed incisiva penetrazione nel tessuto sociale, al fine di rimuovere le problematiche legate alle situazioni di disagio, correlando le esigenze specifiche a quelle di carattere più generale.
IL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI. Altro elemento cardine del documento illustrato da Paolo Capoleva è l’interazione con le istituzioni, che devono essere il volano per il raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi. Fare rete è indispensabile, perché le competenze di ciascuno devono essere integrate e sinergiche, per dispiegare le ali verso l’obiettivo della solidarietà, il cui supporto deve essere sempre e soltanto la passione. «Ogni territorio deve costruire simbolicamente una propria immagine all’interno della propria comunità, per istituire relazioni tra i soggetti che collaborano», ha affermato la relatrice, che ha altresì introdotto un altro importante elemento della crescita, quello della partecipazione giovanile.
«Attualmente non sono molti i giovani che si impegnano sui nostri territori e ritengo centrale, fondamentale, coinvolgere il maggior numero di giovani in queste associazioni, perché è da essi che può arrivare lo slancio decisivo per il superamento dei problemi».
LA CASA DEL VOLONTARIATO. Il nodo per l’attuazione del programma è la Casa del Volontariato, punto di riferimento territoriale per le associazioni. È qui che si attua e si sostiene la partecipazione. Il supporto tecnico della casa del volontariato non deve essere percepito come un CAF, ma come uno strumento con persone che lavorano “con” e non “per” il volontariato. Dobbiamo costruire insieme il CSV che vogliamo nel nostro territorio.
All’intervento di Paola Capoleva, hanno fatto seguito i contributi delle associazioni locali, che hanno illustrato alcuni aspetti peculiari del loro impegno quotidiano e le proposte per le attività future. La presenza di Maria Lorena Micheli, presidente della Conferenza regionale del Volontariato, che ha riportato una visione regionale del metodo partecipativo e di confronto che si è attuato nei territori attraverso il lavoro dei “portavoce” territoriale, ha evidenziato che la relazione e il confronto animano la partecipazione, smussano l’autoreferenzialità dell’agire solidale e fanno costruire una visione condivisa.
LA COPROGETTAZIONE. Alcuni presidenti che partecipano ai laboratori di progettazione partecipata territoriali nati dal progetto Territorio Europa, hanno evidenziato il percorso come un esempio positivo di coprogettazione tra portatori di interessi e di bisogni, che ha portato alla realizzazioni di varie progettualità condivise per il territorio.
È stato però evidenziato come problematico lo scarso riconoscimento delle competenze e capacità del volontariato, non riconosciuto come un tassello essenziale per l’attuazione di politiche territoriali. Come sempre è emerso quale dato tangibile ed essenziale il grande trasporto che anima tutti coloro che si impegnano nel volontariato, a dispetto di oggettive difficoltà e di problematiche sempre più ampie e variegate.
PROSSIMI APPUNTAMENTI. La proposta condivisa che è emersa dalla discussione è di segnare degli appuntamenti mensili per iniziare un confronto costruttivo insieme, che magari potrebbe portare anche all’organizzazione di un evento, come incontro con la cittadinanza e le istituzioni. Si propone di rivederci il 10 maggio con i seguenti obiettivi: trovare insieme un metodo per sensibilizzare gli amministratori a riattivare i tavoli di partecipazione (piani di zona, tavoli misti, consulte…), elaborare una proposta condivisa da presentare al CSV e pensare all’organizzazione di un evento tra settembre e ottobre sul tema della coprogettazione e della partecipazione.