CHILD CARE ITALIAN NETWORK, UNA RETE PER IL DIRITTO ALLE CURE DEI BAMBINI. TUTTI

A maggio ricorre l’anniversario della ratifica italiana della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Una rete di sei organizzazioni si unisce per il diritto alle cure e alla vita per tutti i bambini del mondo

di Ilaria Dioguardi

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Sono trascorsi 33 anni dalla ratifica italiana della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, avvenuta con la legge n.176 del 27 maggio 1991. Child Care Italian Network è la neonata rete di solidarietà e accoglienza impegnata per garantire l’accesso alle cure delle bambine e dei bambini gravemente malati, provenienti da tutto il mondo ed esclusi da qualsiasi assistenza sanitaria nei loro Paesi d’origine. Tra i primi firmatari sei organizzazioni italiane: Flying Angels FoundationAssociazione KimUna Voce Per Padre PioEmergenza SorrisiCuore Fratello e Il Castello dei Sorrisi. Il network è stato presentato lo scorso 23 maggio a Roma, in occasione della tavola rotonda Salute Globale e Cooperazione sanitaria internazionale promossa da Emergenza Sorrisi nell’ambito del Congresso Internazionale AEXPI 2024.

Gli obiettivi del Child Care Italian Network

Child Care Italian Network
Rossano: «Il Child Care Italian Network si propone come risposta tangibile alla necessità di solidarietà e accoglienza per i bambini che più ne hanno bisogno»

Il primo degli obiettivi di Child Care Italian Network è farsi carico del minore straniero malato, attraverso un sistema solidale e coordinato di soggetti che, per le loro specifiche competenze, garantiscono l’accesso a cure ospedaliere nel nostro Paese, ma anche assicurare assistenza e cure sanitarie presso il Paese di origine attraverso i programmi di cooperazione internazionale. Inoltre, la rete vuole promuovere il dialogo e la collaborazione efficace tra le organizzazioni sociali e le istituzioni internazionali, nazionali e regionali maggiormente coinvolte nei programmi di supporto e accoglienza e impegnate sui temi della solidarietà e del diritto alla cura dei minori malati. Tra gli obiettivi del network anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la diffusione, a livello nazionale, dell’attenzione e della cultura del rispetto e della garanzia del diritto alla cura e alla vita per tutti i bambini del mondo.

La solidarietà è incontro, relazione, interazione

«Il Child Care Italian Network si propone come risposta tangibile alla necessità di solidarietà e accoglienza per i bambini che più ne hanno bisogno», ha spiegato Riccardo Rossano, segretario generale di Flying Angels Foundation, capofila del network. «La solidarietà è incontro, relazione, interazione. Per questo siamo qui per essere il ponte fra il bisogno e la speranza, fra la malattia e la cura. Il nostro simbolo, la stella e il bambino, rappresenta il diritto alla vita, la speranza di cura e la visione di un mondo più giusto per tutti». Per raggiungere i suoi obiettivi, il network «nasce come un sistema aperto, che punta a coinvolgere nel prossimo futuro nuove realtà del privato sociale e ad avviare un dialogo con il mondo istituzionale sanitario, governativo, associativo, dei media e della politica», ha concluso Rossano.

Una rete per un obiettivo di alto valore

Child Care Italian Network
Il network è stato presentato lo scorso 23 maggio a Roma, in occasione della tavola rotonda Salute Globale e Cooperazione sanitaria internazionale promossa da Emergenza Sorrisi nell’ambito del Congresso AEXPI 2024

«Questa rete è importante perché oggi, sull’onda di quello che sta succedendo nel panorama non solo italiano, ma europeo e mondiale, emerge sempre di più il bisogno di essere collegati quando le finalità sono comuni a più realtà che operano in un determinato settore. Il collegamento deve poter poggiare su una profonda convinzione che l’obiettivo è di alto valore, e questo lo è. Parliamo di infanzia», dice Paolo Cespa, presidente associazione Kim. «È importante riuscire a creare una sinergia con chi, a tutto tondo, si occupa del bambino, di un certo tipo particolare di bambino. Nel nostro network c’è chi opera fuori quando può farlo, c’è non potendo risolvere il problema in loco trasporta il bambino, c’è chi lo accoglie qui. La nostra è una struttura che, messa insieme, consente di provvedere ai vari aspetti, tenendo conto che il punto dell’accoglienza è fondamentale: non tutto si può fare fuori. Qui ci sono gli ospedali, le competenze. Questo è un modo per avere la tutela del bambino cercando di mettere insieme le risorse», continua Cespa. «Non c’è chi vale di più e chi di meno, il contesto in sé dà senso al tutto. Questo discorso si potrebbe allargare anche in Europa. Ormai oggi parlare solo di Italia non ha senso, noi con il nostro network partiamo da questo progetto. Cominciamo a seminare, è un lavoro che richiederà tempo, impegno, creatività e anche una certa elasticità mentale».

Per portare sempre più bambini a curarsi in Italia

«Questa rete fa parte di un progetto più ampio di Emergenza Sorrisi per aiutare bambini e famiglie con deficit del volto e sequele da ustioni», ha spiegato Fabio Massimo Abenavoli, presidente Emergenza Sorrisi che, grazie a 700 medici e infermieri volontari, ha già regalato un nuovo sorriso a oltre 5.900 bambini affetti da labbro leporino, palatoschisi, malformazioni del volto, esiti di ustioni o traumi di guerra e altre patologie invalidanti. «Quando non riusciamo a fare, nei Paesi di origine, l’attività chirurgica, portiamo i bambini in Italia. Questo progetto ci vede sia come referenti per la sanità, sia come parte attiva: è importante avere una rete che ci consenta di portare a curare sempre più bambini nel nostro Paese. Bambini che vengono poi operati nei centri sanitari che sono a nostra disposizione e che, poi, potranno tornare nei loro Paesi. Insieme alle famiglie, portiamo anche i medici: parte importante del nostro progetto è proprio la formazione». «Flying Angels Foundation ci ha coinvolto in questa esperienza di network, ci sembra molto interessante potersi mettere in rete. Siamo entrati in contatto con realtà che operano nei Paesi nei quali anche noi operiamo, come il Camerun, ma non lo sapevamo», ha affermato don Claudio Maggioni, presidente Cuore Fratello. «La nostra è una associazione, nata nel 2001, che sta per diventare Fondazione Cuore Fratello Ets, ci occupiamo della salute dei bambini malati nei Paesi che sono senza opportunità di cure per questi bambini. Ci occupiamo dei bambini da 0 a 18 anni, cerchiamo di dare una prospettiva di vita nuova dopo che nascono con delle condizioni soprattutto cardiologiche critiche, con problemi congeniti o acquisiti».

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