COME CAMBIANO I CENTRI ANZIANI, APRENDOSI AL TERRITORIO

Nel luglio del 2020 la Regione Lazio ha pubblicato le nuove linee guida per la gestione, ma restano ancora problemi da risolvere.

di Lucia Aversano

Secondo il monitoraggio effettuato dalla Regione Lazio, riferito agli anni 2017-18, il numero delle persone iscritte presso i Centri anziani sono 178.315 e rappresentano il 15,05% della popolazione anziana della Regione. I Comuni del Lazio che all’interno del loro territorio hanno almeno un Centro anziani sono 332 (comuni che rappresentano il 95% della popolazione), compresi i 15 Municipi della Capitale, e i Centri sono 574. La presenza dei Centri sul territorio è capillare e la loro dimensione è estremamente eterogenea.

Per valorizzare questa rete, la regione Lazio ha approvato, lo scorso anno, delle nuove linee guida, introducendo un rinnovato modello di governance che trasforma i Centri in Aps, col fine di rendere la gestione di tali strutture più pratica ed efficiente.

Senior al centro: il ruolo del volontariato

L’approvazione delle nuove linee guida si è resa necessaria per via di alcuni fattori socio-economici che hanno modificato l’organizzazione e le attività dei Centri nell’ultimo periodo. Tra questi vi sono: la trasformazione demografica della popolazione; la natura stessa dei Centri anziani (profondamente cambiati rispetto al passato); e la dimensione economica delle attività, che in alcuni casi risulta consistente.

I Centri anziani, la cui gestione d’ora in avanti sarà affidata dal Comune a un’associazione di promozione sociale (di cui gli utenti dei Centri saranno soci a tutti gli effetti), resteranno un servizio pubblico all’interno del quale l’Aps affidataria gestirà le attività del centro. In questa rinnovata veste, i Centri anziani non saranno più solo un luogo ricreativo, ma un luogo di socializzazione, in dialogo con il resto del territorio, favorendo gli scambi intergenerazionali.

Lo scorso 25 giugno, il MoVi Lazio, ha organizzato un incontro dal titolo “Senior al centro: linee guida per i centri anziani del Lazio. Il ruolo del volontariato”, per riflettere sul futuro dei centri anziani. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, alcuni rappresentanti dei centri anziani che hanno riportato le loro esperienze, la Consigliera regionale Marta Eleonori, la presidente del Csv, Lazio Paola Capoleva e i rappresentanti del MoVi: Anna Ventrella; Rosa Cilento; Clelia Izzi e Gialuca Cantisani.

I Centri anziani e il territorio

«La Regione Lazio ha avviato una serie di attività in questa legislatura», commenta Marta Eleonori, Consigliere regionale, «e ha approvato il piano Regionale sociale che, tra le altre cose, inquadra le linee guida dei centri anziani. Attualmente stiamo lavorando a una legge regionale sull’invecchiamento attivo che non solo rinnova la disciplina regionale, ma crea una nuova forma d’interpretazione dei luoghi e delle attività, senza tralasciare la parte economica.»

Lo scopo principale delle linee guida è quello di favorire l’apertura dei Centri al territorio, e il Centro anziani Ceribelli si sta muovendo in questa direzione già da tempo. «Chi ha 65 anni oggi e si iscrive al centro», spiega Alessandra del Centro Casale Ceribelli, «ha finalità diverse rispetto a chi si iscriveva 30 anni fa, ed è bene che i Centri stiano al passo con l’evoluzione della nostra società. Tenendo in considerazione questo aspetto, attraverso la promozione dell’invecchiamento attivo, abbiamo visto come i centri siano diventati dei luoghi di riferimento per tutto il quartiere, non solo per gli anziani. All’interno dei centri sono state attivate numerose iniziative», che hanno visto la partecipazione anche di soggetti terzi come le scuole e le associazioni del territorio.

Le questioni in sospeso…

Sebbene la trasformazione dei Centri in Aps miri a rendere la gestione dei Centri più efficiente, non mancano però problematicità. Gioacchino Assogna, del Centro anziani di Ostia Antica, durante il suo intervento, ha sottolineato alcune anomalie del regolamento in vigore a Roma, come ad esempio la questione relativa ai costi dell’assicurazione, delle utenze telefoniche, e della Siae, a carico degli utenti. Inoltre, sempre secondo Assogna, le pratiche amministrative e burocratiche «appesantiscono l’iter per la riattivazione del servizio in un periodo come questo in cui invece abbiamo bisogno di recuperare le persone che si sono isolate».

Paola Capoleva, presidente di Csv Lazio, ha assicurato che il Centro di servizio per il volontariato, presente sul territorio attraverso le case del volontariato, sarà al fianco dei Centri anziani in questo percorso di trasformazione.

COME CAMBIANO I CENTRI ANZIANI, APRENDOSI AL TERRITORIO

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