CONFERENZA NAZIONALE: DIECI PROPOSTE PER LA SALUTE MENTALE
Nei dieci punti il rilancio delle politiche e dei servizi per la salute mentale. Previsto per il 26 Giugno il Tavolo tecnico istituito dal Ministero della Salute
17 Giugno 2019
All’Università La Sapienza, Facoltà di Economia, in un Aula Magna che a stento riusciva a contenere i partecipanti, si sono conclusi i lavori della Conferenza Nazionale per la Salute mentale, dopo 20 anni dalla prima, a dimostrazione di quanto gli argomenti trattati fossero divenuti ormai pressanti. Un giorno e mezzo completamente dedicati alla salute mentale, che hanno visto la partecipazione di Associazioni di Utenti, di Familiari, di Operatori, provenienti da tutta Italia.
È stato un momento di confronto, vivo e concentrato, focalizzato sulle tematiche cardine per il rilancio delle politiche e dei servizi per la salute mentale nazionale.
LO STATO DELL’ARTE. Gli interventi della prima mattina hanno delineato un quadro molto critico della situazione, che ha visto la creazione di macro DSM di difficile gestione, la limitazione dei Centri Diurni, SPDC chiusi in cui si pratica ancora la contenzione, un carente approccio alla prevenzione giovanile, come carente risulta essere, in molti Dipartimenti, l’organico; infine, più che mai attuale oggi, la necessità di riaffermare una più mirata e martellante lotta allo stigma. Constatazione generale è che da troppi anni si stia disinvestendo (con l’ulteriore taglio di 2 miliardi) con pesanti ripercussioni quindi anche sulla salute mentale; che la programmazione dei servizi deve nascere dai territori che devono esprimere e decidere autonomamente i propri fabbisogni (in termini di organici e di risorse) e che si debba continuare la battaglia per i diritti e l’inclusione sociale, per un reale welfare di comunità.
La rappresentante dell’OMS, Devora Kestel, ha tenuto a ribadire che, pur se i 94 Paesi aderenti hanno dichiarato che “bisogna fare qualche cosa per la salute mentale”, tutti gli obiettivi che erano stati presi in esame (governance sulla salute mentale, risposta di salute e sociale, strategia di prevenzione, raccolta ed analisi dati) sono stati posticipati dal 2020 al 2030.
Molto sentita è stata la tavola rotonda “La salute mentale e i servizi” coordinata da Massimo Cirri (conduttore di Caterpillar Radio 2) con gli interventi applauditissimi di rappresentanti di utenti: Arturo Cannarozzo (Coop. La Collina di Trieste), Marisa Degliana (Radio Onde Corte Cagliari/Ogliastra), Cosimo Venerito (Movimento Rompiamo il silenzio Puglia) che hanno dato testimonianza delle loro esperienze: di come sono giunti a sentirsi cittadini in grado di difendere direttamente i propri diritti, di come il lavoro aiuti ad uscire dai propri problemi, e di come fare le cose insieme aiuti a stare bene.
LE ISTITUZIONI. Assente la Ministra della Salute Giulia Grillo, hanno parlato Alessio D’Amato in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e P.A.; Pier Franco Maffé per ANCI Nazionale; Ignazio Ganga, CISL e Silvana Roseto, UIL. Tutti lamentando come da troppi anni si stia disinvestendo nella Sanità – con un ultimo taglio di 2 miliardi – con ripercussioni quindi anche sulla salute mentale; come la programmazione dei servizi deve nascere dal territorio e come ogni regione deve poter decidere autonomamente il proprio fabbisogno (in termini di organici e di risorse; come, ancora, si debba continuare la battaglia per i diritti e l’inclusione sociale, per un reale welfare di comunità e per superare lo stigma.
Il prossimo 26 Giugno si riunirà per la prima volta il Tavolo di Lavoro Tecnico sulla Salute Mentale istituito dal Ministero della Salute, al quale parteciperanno, tra gli altri, anche rappresentanti delle Associazioni di Familiari.
I TEMI SU CUI INTERVENIRE. Coinvolgente e apprezzato è stato l’intervento di Fabrizio Starace (presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica) che, partendo dalla premessa che investire in salute mentale conviene e come non sia solo questione di risorse economiche, ha puntualmente elencato una serie di interventi da sollecitare su specifiche tematiche: cultura, stigma, formazione dei professionisti, integrazione socio sanitaria, ricerca, partecipazione, governo del sistema, un corretto riallocare di risorse, un rinnovo del Piano per la Salute Mentale.
Nel pomeriggio sono iniziati i lavori nelle sei sessioni tematiche previste che hanno visto un alto numero di relatori e di partecipanti al dibattito interno.
Sabato alla ripresa dei lavori interessante informazione data da Marilena Giannetti, del Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza, con l’apertura di un nuovo corso di Laurea in Economia Sanitaria attraverso il quale si prepareranno i nuovi professionisti che possano operare per la corretta programmazione di investimenti ed azioni nel settore sanitario, partendo da una più concreta e reale conoscenza dei bisogni e delle realtà territoriali a cui dover rispondere. Cinque le aree trattate: economia della salute, management delle imprese operanti nel settore; diritto ed accesso alla salute; analisi dei dati; epidemiologia.
E la necessità e la volontà di cambiare le cose, che i partecipanti hanno espresso con questa Conferenza Nazionale, sono state ben interpretate da Don Ciotti nel suo appassionato intervento ribadendo che la speranza di domani si basa sulla resistenza di oggi, che non dobbiamo attendere il futuro ma andargli incontro, che i beni comuni (casa, scuola, lavoro, cura) sono l’ossatura della società e quindi non devono dipendere da decisioni politiche o obbedire a logiche di mercato, che si deve ripartire con una sfida culturale ed educativa, che il crescente clima di aggressività verso i diversi arriverà a toccare anche il paziente psichiatrico, che c’è bisogno di amore ed è necessario uno sforzo collettivo per un nuovo umanesimo e per un’ecologia integrale come sollecitata anche da Papa Francesco.
Sono seguite poi le relazioni sul lavoro svolto nelle sei sessioni tematiche:
- Disuguaglianze, uniformità, risorse dei Lea: per il diritto alla salute mentale in tutto il Paese
- Lavoro del/nel DSM, per un CSM regista della cura nel territorio
- Residenzialità pesante e neo istituzionalizzazione. Costruire le alternative
- I trattamenti necessari e gli abusi, cattive e buone pratiche (TSO, Contenzione, abbandono, presa in carico…)
- Il Sociale per la salute mentale di comunità: il DSM e l’integrazione con il welfare locale
- Dopo gli OPG: salute mentale e Giustizia. Oltre le REMS e il carcere
10 PROPOSTE PER LA SALUTE MENTALE. Al termine della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale si è data lettura della dichiarazione conclusiva composta da una breve premessa e da dieci proposte che sinteticamente riportiamo:
- inserimento della salute mentale nell’agenda di Governo;
- finanziamento della salute mentale pari al 5% previsto dalla normativa;
- nuovo sistema dei LEA;
- definizione degli standard qualitativi, strutturali, organizzativi e quantitativi;
- modelli organizzativi dei CSM dalle 12 alle 24 ore, 7 giorni su 7;
- incentivare la ricollocazione delle risorse dalla residenzialità alla domiciliarità;
- misure di contrasto alle cattive pratiche (divieto Taser, contenzione, eccetera…);
- formazione operatori;
- ricostruzione dell’organismo di monitoraggio del superamento degli OPG;
- formalizzazione dei luoghi e delle modalità di coinvolgimento delle forze sociali e sindacali negli organismi decisionali a tutti i livelli.
Comunque il lavoro della della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale non è terminato. A tutti i livelli e sui territori continuerà il forte marcamento alle istituzioni, affinché, a quanto emerso dai lavori di questi due giorni si inizi a dare una reale, concreta e programmata attuazione.
A breve sul sito della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale saranno reperibili i testi degli interventi nelle sessioni tematiche ed il testo ufficiale della dichiarazione conclusiva.
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org
Una risposta a “CONFERENZA NAZIONALE: DIECI PROPOSTE PER LA SALUTE MENTALE”
Abbastanza desolante e privo di contenuti e proposte , non hanno un modello esplicativo della sintomatologia psicosomatica che è poi quella psichiatrica che viene ancora etichettata come una malattia non dimostrata. Sembra più un assembramento di conventicole che mirano sopratutto a un potere burocraico inerente al disagio che è visto come “malattia” e basta. Peccato che non ci sia dibattito e confronto.