NON SIAMO SOLO STUDENTI. ABBIAMO VOCE E INTENDIAMO PARTECIPARE
Una rete, sette scuole e tanti progetti. Attenni: «se i ragazzi si attivano, tutti insieme possono fare la differenza»
09 Giugno 2020
Francesca, Francesco, Galatea, Giordano, Giulia, Lorenzo, Samuel e gli altri. Sono ragazzi tra i 17 e i 18 anni, che vanno a scuola nella zona dei Castelli romani. Giovani e determinati, hanno idee chiare e un obiettivo: darsi voce e dare voce agli studenti che finora non l’hanno avuta, perché non gliel’abbiamo data, o perché loro stessi non se la sono concessa. Sono i ragazzi dei Consiglio dei Rappresentanti, rete nata tra i rappresentanti di istituto di quattro istituti superiori dei Castelli, che piano piano sta crescendo e vuole diventare una realtà stabile, un lascito di partecipazione e cittadinanza attiva per chi arriverà dopo.
È nella scuola che il Consiglio dei Rappresentanti ha trovato corpo, per poi superarne le mura, diventare realtà sociale. «La rete», spiega Giordano Attenni, portavoce del Consiglio dei Rappresentanti e rappresentante di istituto del Liceo Scientifico Giovanni Vailati di Genzano di Roma – una delle scuole partner, tra l’altro, del progetto contro la povertà educativa Tutti a scuola finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini – , «nasce a circa due settimane dalla chiusura delle scuole a causa del Covid19. È figlia del periodo complesso che ci siamo trovati ad affrontare, anche se dà corpo al bisogno, che sentivamo forte già da tempo, di portare avanti progetti insieme, non come singola scuola, ma come rete» . «A partire dal Liceo Vailati e dal Liceo Ugo Foscolo di Albano Laziale, ci siamo messi in collegamento con i rappresentanti delle scuole più vicine, all’inizio solo nel territorio dei Castelli» . I ragazzi avevano un obiettivo: creare una realtà che ponesse al centro delle proprie iniziative lo studente: «da tempo», spiega infatti Giordano Attenni, «abbiamo fatto esperienza di come gli studenti non facciano sentire la propria voce, non prendano una loro posizione, non siano presenza attiva rispetto a numerose questioni».
Tra progetti realizzati e sguardi al futuro
All’inizio il Consiglio dei Rappresentanti coinvolgeva quattro scuole, poi diventate sette, il Liceo Scientifico Giovanni Vailati di Genzano di Roma, il Liceo Ginnasio Ugo Foscolo di Albano Laziale, l’IISS Sandro Pertini di Albano/Genzano, il Liceo James Joyce di Ariccia, l’Istituto paritario Giovanni Falcone di Colleferro, il Liceo Blaise Pascal di Pomezia e l’ITT Livia Bottardi di Roma est. E ora punta a crescere ancora. Il Consiglio si è attivato proponendosi diversi progetti , a partire dalla raccolta fondi per l’Istituto nazionale Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. «L’idea di una donazione a favore dello Spallanzani », spiega Attenni, «è nata nel pieno della diffusione del Covid19, durante il lockdown. Volevamo portare un aiuto, sensibilizzando gli studenti e coinvolgendoli in un’iniziativa di donazione». I ragazzi, a Marzo scorso, hanno lanciato la campagna Studenti uniti per lo Spallanzani su GoFundMe e realizzato un video per diffondere l’iniziativa. «Inizialmente avevamo pensato agli studenti delle classi quinte, che avrebbero potuto donare i soldi raccolti per la cena dei cento giorni, ma poi abbiamo esteso l’iniziativa anche agli altri e al personale delle diverse scuole, riuscendo a raccogliere circa 1600 euro», ricorda Attenni. Ma la raccolta fondi per lo Spallanzani è stato solo il primo passo: «vogliamo dare centralità ai ragazzi, vogliamo che alzino lo sguardo oltre la ristretta realtà scolastica, si sentano parti di un corpo cooperativo più ampio in una società più ampia, si rendano conto che possono partecipare e dire la propria».
Consiglio dei Rappresentanti, non solo una rete tra scuole
Il Consiglio dei Rappresentanti – mettendo in collegamento un rappresentante di istituto per ogni scuola, che a sua volta si confronta all’interno del proprio istituto – è ora orientato verso progetti di difesa ambientale, ma ciò che conta, ciò che si ribadisce è l’essere e il percepirsi gruppo, il rafforzare un’idea di unione, tra scuole, certo, ma soprattutto tra ragazzi.
«Vogliamo essere un esempio per gli studenti più giovani, che spesso sentono le istituzioni, a partire da quella scolastica,lontane, non rispecchiandosi nel loro operato», ribadisce Lorenzo Capuano, rappresentante di istituto del Liceo Ginnasio Ugo Foscolo di Albano Laziale. «Dobbiamo dimostrare loro che anche semplici rapporti di amicizia possono portare ad una collaborazione efficace anche nel campo della rappresentanza; che collaborando, è possibile trovare un punto di incontro tra le esigenze personali e quelle della comunità, comunità che abbiamo cercato di difendere e arricchire con le nostre azioni». Un senso di società che molti studenti non hanno, percependo la scuola come il posto dove aprire un libro, essere interrogati, portarsi a casa un voto, come sottolinea Attenni. «Per tanti la vita scolastica si ferma qui, ma, se si formasse un corpo attivo e collaborativo, si raggiungerebbero risultati migliori di quelli ottenuti finora agendo come singoli». Un progetto che merita di essere sostenuto, condiviso e valorizzato per la dirigente scolastica del Liceo Scientifico Giovanni Vailati di Genzano di Roma, Filomena Mignogna, che propone l’idea di «mettere a disposizione dei Consiglio dei Rappresentanti uno spazio dedicato nella nostra e nelle altre scuole».
La scuola è stata lasciata indietro
I ragazzi lo sottolineano con forza. È vero che ognuno di noi ha vissuto questi mesi in modo diverso, ma la percezione che la scuola sia stata messa da parte è forte, sottolinea Attenni: «Con la Dad – i suoi pregi, i suoi difetti – si è cercata una soluzione temporanea, ma la questione scuola è stata completamente rimandata a Settembre. La nostra vita ha subito uno sconvolgimento improvviso, in cui è venuto meno ogni elemento che della scuola caratterizza l’essenza comunitaria, e molti studenti cercavano risposte nei rappresentanti di istituto. Risposte che non sono arrivate».
Gli studenti, il loro entusiasmo, anche la loro dedizione allo studio non hanno potuto che risentire del passaggio dalla didattica in presenza a quella a distanza, come ricorda Capuano, «in molti si sono in un primo momento allontanati, salvo poi ritrovare interesse per la necessità di adattarsi ad un nuovo contesto. Ma va anche sottolineato che, se dai vertici istituzionali siamo stati lasciati indietro , come del resto altri settori del paese lo sono stati – basta pensare alla sanità, dove le lacune sono state pesanti – nella realtà particolare della scuola abbiamo percepito un forte spirito di collaborazione da parte dei professori».
Ora il Consiglio dei Rappresentanti mira ad affermarsi quale realtà stabile: «Abbiamo iniziato dal nulla, da una semplice idea», conclude Attenni. «Ora abbiamo voluto darci uno statuto e un regolamento. Il nostro impegno è andare avanti, con i futuri rappresentanti e in altre scuole». Insomma, questi ragazzi ci sono e hanno una voce bella forte. Ascoltiamoli, potremmo scoprire quanto hanno da dire.
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