CONTRO L’AZZARDO. UN SUSSIDIO DELLA CARITAS PER EDUCATORI E ANIMATORI
"(S)lottiamo contro l'azzardo" invita le parrocchie a scendere in campo. Servono informazione, educazione, presidio del territorio e consumo critico
16 Settembre 2017
Scelte politiche sbagliate, pubblicità illusoria, crisi etica e sfiducia nel futuro; così gli italiani mutano da risparmiatori a scommettitori. Lo dimostra il fatturato complessivo del settore gioco d’azzardo in continua crescita: nel 2016 è stato di 95 miliardi e 969 milioni di euro, ossia 260 milioni al giorno, 3.012 euro al secondo. Con queste cifre, il nostro Paese è il primo in Europa in consumo di azzardo. Caritas Roma, per contenere l’emergenza, ha elaborato un sussidio di formazione e documentazione contro l’azzardo per parroci e animatori, dal titolo: “(S)Lottiamo contro l’azzardo.Gioco d’azzardo di massa e ruolo delle comunità”.
DAL 2005 IN POI. Ma le cose non sono sempre state così e le cifre lo confermano: come mostrano i dati, tratti dal Libro Blu dell’ADM (Agenzia delle dogane e monopoli), a partire dal 2005 la spesa in azzardo è aumentata del 350% passando dai 28 miliardi di euro fino a raggiungere le enormi cifre attuali. Il sistema dell’azzardo in Italia è quindi molto mutato negli ultimi quindici anni, segnando la trasformazione degli italiani da risparmiatori a scommettitori, con gli altissimi costi sociali che ne derivano.
Alcuni pensano che di mezzo ci sia stata la crisi economica, che abbia spinto gli italiani ad una progressiva sfiducia verso il futuro e ad affidarsi ciecamente al caso. Tutte cose vere e ben conosciute, ma non bastano a spiegare questa “mutazione genetica” in tema di consumo di azzardo. Il cambiamento ha una radice molto più complessa: dipende in gran parte dal modo in cui l’offerta e la disponibilità di azzardo sono aumentate in questi anni a causa di scelte politiche precise.
COME FUNZIONA IL GIOCO. All’origine di questo settore di consumo troviamo lo Stato, il quale mantiene un atteggiamento profondamente contraddittorio in tema di gioco d’azzardo: da un lato, infatti, ne affida il controllo all’ADM, al pari di alcol e tabacco, perché si riconosce a questa pratica una pericolosità su cui è necessario vigilare. D’altra parte, poiché le tasse sul gioco d’azzardo garantiscono allo Stato entrate di miliardi di euro all’anno – anche se in media l’80% vengono impiegate per le spese sanitarie di cura, presa in carico e trattamento dei giocatori patologici – è come se lo Stato stesso fosse diventato dipendente.
Questo denaro, infatti, è fondamentale al bilancio pubblico, tanto è vero che il tema del gioco d’azzardo torna alla ribalta puntualmente, ogni anno, in prossimità dell’approvazione della Legge di Stabilità e della Legge di Bilancio, ovvero i documenti con cui, in estrema sintesi, il governo dispone la propria politica economica, programmando le spese e introducendo nuove entrate.
È chiaro quindi, che oggi, il gioco d’azzardo viene inteso come una vera e propria industria, come un settore dell’economia da far decollare, su cui puntare per investimenti e quotazioni in borsa e per massimizzare i profitti delle imprese coinvolte e dello Stato.
Entro questo quadro l’offerta di gioco d’azzardo si è ampliata ulteriormente, avvalendosi della rete online, di una serie infinita di dispositivi di “gioco” sempre più tecnologici ed attrattivi, di una pervasiva promozione attraverso la pubblicità, di una serie di strumenti di diffusione e fruizione sempre più all’avanguardia.
UN GIOCATORE, SETTE VITTIME. Il gioco d’azzardo, da disvalore etico-sociale, è diventato così un consumo di massa, indirizzato a tutte le fasce della popolazione. L’azzardo di massa, provoca numerosi danni a livello individuale, familiare e comunitario. In genere si ritiene che per ogni persona che sviluppa un comportamento di azzardo problematico, almeno altre 7 persone vivono una situazione di sofferenza.
Interi quartieri della Capitale, spesso in periferia, sono sommersi da insegne che promettono soldi e successo illuminano strade desolate e nascondono solitudine ed emarginazione. Sembrerà strano, ma per la maggior parte dei romani questa non è un’emergenza. Non lo è perché pochi percepiscono le storie di dolore e di sofferenza che ne conseguono: famiglie divise, povertà, indebitamenti, sfruttamento, malattie. Il gioco diventa una delle forme in cui le paure, le depressioni, il senso di isolamento, la sfiducia nel futuro si manifestano, esprimendosi in atteggiamenti distruttivi e auto-distruttivi. Diventa quindi sintomo di un disagio profondo, di un clima globale di incertezza, rischio, sfiducia, perdita di legame e disorientamento.
IL SUSSIDIO CONTRO L’AZZARDO. Il progetto contro l’azzardo della Caritas romana, vuole inserirsi proprio in questo contesto di solitudine; contro l’azzardo la prima “medicina” sta nel dare spazio alle potenzialità rigenerative dell’appartenenza ad una comunità, aperta e in ascolto di quanto avviene negli spazi del quartiere, lungo le vie nelle quali ci muoviamo tutti i giorni, spesso sommersi dall’anonimato e dalla frenesia. Un insieme di persone che possa sentire ancora la responsabilità verso l’altro; possa costruire un senso e un orizzonte positivo da contrapporre, fermamente ma allo stesso tempo con semplicità e gioia, allo sfondo sociale e culturale odierno.
La cura per la sofferenza sociale, per il senso di vuoto, per lo smarrimento della nostra capacità di desiderare un futuro positivo sta nel recuperare spazi concreti di incontro e appartenenza. La maturazione di una comunità richiede allo stesso tempo il costituirsi di relazioni autentiche tra le persone che la compongono: senza l’esistenza di questa nuova qualità relazionale non possiamo parlare di comunità vera e propria. Impegnarsi quindi, come singoli, per un sincero e aperto interesse verso l’altro, verso il suo vissuto, la sua storia, la sua unicità, le sue richieste, le sue risorse affinché si costituisca uno spazio comunitario di appartenenza, che può avere la concretezza della parrocchia, del quartiere, del circondario e del municipio. Un luogo in cui potersi fermare a pensare, a circoscrivere i problemi, ad individuare risorse del territorio, fino a sfociare in proposte di rigenerazione urbana.
IL RUOLO DELLE PARROCCHIE. Per la Caritas di Roma le parrocchie, come Chiesa locale, sono chiamate ad essere in prima linea contro l’azzardo, per la tutela dei territori e dei cittadini. Possono farlo con iniziative di tipo formativo, offrendo spazi concreti di informazione in cui potersi confrontare sulla realtà sommersa eppure così devastante del gioco d’azzardo.
Le parrocchie possono apportare un contributo fondamentale anche sul piano educativo, favorendo iniziative in cui si recuperi il ruolo di orientamento e cura degli adulti nei confronti dei giovani, sollecitati di continuo da consumi – tra cui quello dell’azzardo – che alimentano ingiustizie e malessere sociale, false speranze e disvalori.
Un altro fondamentale aspetto su cui le parrocchie possono intervenire è la tutela del territorio in cui sono ubicate: innanzitutto informandosi sulla presenza o meno di un regolamento cittadino o municipale sul gioco d’azzardo ma anche essendo attenti a ciò che accade per le strade, al rispetto dei regolamenti – laddove vigenti – in materia di gioco d’azzardo, con un occhio di riguardo su tematiche come la distanza dai luoghi sensibili, il rispetto degli orari di apertura e funzionamento dei punti-gioco, la presenza di cartelli di avvertimento sul divieto ai minori di 18 anni ben visibili.
Infine, le comunità parrocchiali potrebbero fare una scelta forte che orienti i consumi quotidiani verso circuiti economici “etici”, attraverso iniziative di consumo critico che sostengano, in una logica premiale, tutti quegli esercizi commerciali del quartiere (se ve ne sono) che rinunciano alla vendita di gioco d’azzardo. L’obiettivo potrebbe essere quello di creare e rendere stabili a livello territoriale gruppi di acquisto che possano ricucire relazioni e diffondere un messaggio eticamente forte attraverso il buon uso del denaro, in cui esso ritorni ad essere uno strumento – uno dei tanti – a servizio del bene comune e della socialità, piuttosto che dei loro contrari.