COORDINAMENTO PERIFERIE: ROMA HA BISOGNO DI PROGETTUALITÀ, NON DI INTERVENTI A PIOGGIA
Passare dagli interventi di manutenzione a quelli di rigenerazione: per farlo, servono percorsi di progettazione partecipata e interdisciplinare
di Redazione
15 Novembre 2016
Qual è il futuro della città di Roma? Non se ne è discusso abbastanza e un dibattito aperto che individui linee di rigenerazione e sviluppo non è più rimandabile.
Il Coordinamento Periferie già dal settembre scorso ha chiesto un incontro con la sindaca Virginia Raggi per aprire questo tema e individuare forme di collaborazione costruttiva. Ora rinnova la richiesta, anche a seguito dei risultati emersi dall’analisi del cosiddetto Bando periferie (bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la formazione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluoghi di provincia e della città di Aosta), scaduto nell’ottobre scorso.
Per l’attuazione di tale programma, è stata autorizzata la spesa di 500 milioni di euro per l’anno 2016, ma recentemente il Presidente del Consiglio ha affermato la disponibilità a finanziare integralmente nel 2017 tutti i progetti presentati. Pertanto, la spesa assumerà un valore complessivo di quasi 2,1 miliardi di Euro. Qualora i 5000 milioni fino ad ora stanziati fossero distribuiti in modo omogeneo, ci sarebbero circa 3, 8 milioni per ciascuno dei 132 enti che hanno partecipato al bando: è difficile pensare che queste cifre possano innescare processi di rigenerazione urbana.
Manutenzione o rigenerazione?
Il Coordinamento Periferie ha quindi esaminato gli interventi candidati per il finanziamento dalle 14 Città Metropolitane, con lo scopo di capire se quello che emerge sia effettivamente un quadro di rigenerazione o se si tratti solo di manutenzione Urbana.
Dai primi risultati dello studio emerge che le Città Metropolitane hanno presentato un totale di circa 120 interventi, di cui la metà riguardano interventi di natura infrastrutturale, il 23 % degli interventi riguarda la mobilità, il 14 % sono interventi di natura sociale, infine il restante 13 % la sicurezza, l’ambiente e l’occupazione.
Diverse città hanno progettato interventi coerenti col concetto di rigenerazione e di qualità, che potrebbero veramente migliorare le condizioni di cita delle persone. Roma invece ha privilegiato interventi “a pioggia”, distribuiti su tutta la metropoli, a macchia di leopardo e non coordinati tra loro, che puntano più alla manutenzione che non alla rigenerazione. In particolare è evidente la mancanza di interventi di natura sociale e legati all’occupazione, all’ambiente e alla sicurezza.
Emerge evidente la mancanza di un progetto lungimirante di rigenerazione urbana, che coinvolga le comunità residenti nella fase di individuazione dei bisogni e di progettazione.
Sul sito coordinamentoperiferie.it è pubblicata la mappa dei 38 progetti decisi dalla Giunta Capitolina con le delibere 29 e 30, e la documentazione relativa ai progetti delle altre Città metropolitane.
Quattro richieste dal Coordinamento periferie
Il Coordinamento Periferie chiede
– che la Commissione di valutazione del bando periferie decida in modo coerente con gli indirizzi indicati nel bando stesso;
– per i successivi 2,1 miliardi, che dovrebbero essere stanziati dal 2017, di tenere presente che, ancora una volta, saranno penalizzate le città andate al voto nel giugno scorso, che non hanno avuto il tempo per attuare processi di programmazione partecipata adeguati;
– che il Governo definisca linee guida, che permettano a Comuni e Città metropolitane di lavorare sulla base di un’idea omogenea di rigenerazione urbana, che dia qualità progettuale, in linea con le indicazioni europee;
– che la Sindaca Raggi apra un percorso di progettazione concreta, multidisciplinare e partecipata, includendo i diversi soggetti della filiera della rigenerazione urbana, per disegnare un’idea di città attenta allo sviluppo delle periferie.