CORVIALE. CONTINUA LA BATTAGLIA PER SALVARE IL MITREO

Un baluardo di legalità, oltre che di cultura, chiuderà per inghippi burocratici irrisolvibili. O forse no. Se ci fosse la volontà di farlo

di Giorgio Marota

Multidisciplinarità, collegialità, co-progettazione, riqualificazione. L’arte può garantire tutto questo, soprattutto in un quartiere difficile come il Corviale. Qui, nella periferia Sud-Ovest della Capitale, c’è talmente tanto cemento – ed è talmente tanto sviluppato verso l’alto –  «da fermare il vento del mare che arriva da Ostia», come ripetono un po’ sconsolati gli abitanti dell’area. Ecco perché esperienze come quella del centro culturale Mitreo vanno protette e difese: sono baluardo di legalità, un appiglio per non scivolare nella spirale delle devianze. Eppure, il centro per l’arte e la cultura contemporanea che si trova proprio ai piedi del “Serpentone” (l’edificio lungo quasi 1 km diventato, suo malgrado, simbolo della periferia), rischia seriamente di chiudere.

Per questo, giovedì 22 luglio si è tenuto l’evento pubblico “Siamo tutti il Mitreo. Non spegnere la luce dei Sogni”

La storia

Gli spazi dove sorge tale spazio erano stati dati in concessione dal Municipio XV (già XI) nel 2005, con l’obiettivo di creare un luogo di promozione culturale per contrastare il degrado e l’abbandono.

 

mitreo
Roma. La manifestazione del 22 luglio al Mitreo

Centinaia di esposizioni artistiche, mostre, formazione, incontri, scuole di musica e di recitazione: la creatura pensata da Monica Celani, purtroppo, ha le ore contate. La concessione infatti è scaduta il 7 dicembre ed è stata prorogata fino al 31 luglio con una lettera (ne abbiamo parlato qui). In questi 7 mesi, però, nulla è stato fatto affinché il lasso di tempo che la politica si è concessa potesse diventare un’opportunità per mettere in regola il Mitreo, insignito nel 2019 del premio “Cultura di gestione” di Federcultura.

La sindaca aveva rassicurato tutti con la promessa che il sogno non sarebbe finito. Perché «la cultura e l’arte contemporanea diventano strumento per creare spirito di comunità, riportare legalità e promuovere la creatività dei giovani che vivono in un quartiere difficile», disse la Raggi. Ma da dicembre a luglio non è stato scritto nemmeno un bando. Per quale motivo?

Gli inghippi burocratici

Una risposta l’ha data Federica Angeli, giornalista nota per le sue inchieste sulla mafia di Ostia e oggi delegata alle periferie per Roma Capitale, durante un evento che si è svolto giovedì pomeriggio all’interno dello spazio. «Come sapete, la delibera Marino del 2015 impone all’amministrazione di riappropriarsi dei beni in concessione», ha spiegato in un intervento telefonico davanti a circa 100 persone che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza alla causa con la presenza. «Quando è cambiato l’assessore alla cultura ed è entrata in carica la Fruci ci siamo ritrovati con uno staff nuovo, che non conosceva la vicenda. A fine aprile è tornato il capo staff Paoletti, a quel punto avevamo solo maggio e giugno per scrivere il bando. Abbiamo inviato al Municipio la richiesta, ma il Municipio sostiene che il locale non può essere messo a bando perché non ha l’agibilità per il servizio che attualmente offre. È un luogo dove dovrebbe esserci solamente un deposito».

 

L’intervento di Francesca Danese

A questo punto, i funzionari del Municipio si sono irrigiditi e dopo diverse pressioni da parte del Campidoglio si è arrivati a un braccio di ferro estenuante con tanto di minacce di denunce in procura. «Loro sostengono che il locale non è idoneo», ha aggiunto Angeli. Bisognerebbe, a questo punto, cambiare la destinazione d’uso. Angeli ha spiegato che procedere alla modifica in tempi così brevi è molto difficile, se non impossibile. Ma le consigliere di opposizione Giulia Tempesta e Cristina Grancio, intervenute durante il dibattito, hanno sostenuto il contrario. L’evento che doveva in qualche modo tracciare una strada per la sopravvivenza del Mitreo si è trasformato quindi in un vero e proprio scontro politico dai toni accesi, tra tensioni, accuse e vecchi rancori. «Invece di scrivere su Facebook che era tutto risolto potevi fare qualcosa!» hanno gridato i presenti alla delegata. «C’è anche Francesca Danese? (portavoce Forum Terzo Settore del Lazio, ndr)», ha risposto dall’altra parte del telefono la delegata. «Ah, andiamo bene. Proprio la crema della crema!».

L’importanza per il territorio

A cercare di mantenere la calma, mediando tra i vari interventi, è stata la direttrice artistica Monica Celani che in 15 anni ha investito circa 1,2 milioni di euro tra ristrutturazioni e messe a norma.

 

Nei 15 anni di vita, il Mitreo ha realizzato centinaia di esposizioni artistiche, mostre, laboratori

Monica ha promesso di voler andare a fondo della questione, anche tramite una battaglia legale, se dovesse diventare necessaria per salvare la sua creatura:. «Questo Municipio è commissariato e senza un intervento della sindaca siamo destinati a chiudere tra pochi giorni». «Questa esperienza ricalca la legge del Terzo settore, che noi abbiamo già anticipato nel 2005», ha aggiunto. «Negli anni c’è stata una crescita della comunità, un’evoluzione culturale. Quando abbiamo aperto Il Mitreo, le persone davanti alle opere erano un po’ scettiche e forse le denigravano. Oggi vedi i capannelli attorno ai quadri. Volevamo offrire un nuovo sguardo, perché più c’è bellezza e più l’armonia cambia la percezione delle cose. Sì, un quartiere può migliorare grazie all’arte».

Dentro questo spazio si sono create delle relazioni profonde. In questo momento sono 15 le non profit che lo “abitano”, cercando di portare colore nel grigiore del cemento che avvolge il Corviale. «Perché la politica è così miope da non comprendere che, senza l’azione di cittadini come noi, questi territori sarebbero abbandonati a loro stessi?» si chiede ancora una sconsolata Celani.

La proposta

«Tra pochi giorni saremo nella cosiddetta “ordinaria amministrazione”» ha dichiarato la consigliera Pd Giulia Tempesta a margine dell’evento.

 

Forse qualche cosa si può ancora fare, per salvare il Mitreo

«La prima cosa che si può fare, con tutte le forze politiche, è presentare un ordine del giorno in assestamento di bilancio che chieda l’apertura del Mitreo. Questo possiamo farlo subito. L’assemblea capitolina deve prendersi un impegno politico». «Non è vero che la politica ha le mani legate», il pensiero di Cristina Grancio, ex M5S e ora tra i socialisti. «La politica può mettere in campo la competenza che Federica Angeli non ha, visto che ha detto che avrei commesso un reato chiedendo l’accesso agli atti. Qui non è una questione di abusivismo, c’è semplicemente da rivedere la destinazione catastale». Presente in sala anche la candidata sindaco Monica Lozzi, presidente del VII Municipio, e altri esponenti politici della città. Ma soprattutto tanti cittadini che hanno trovato nel Mitreo un punto di riferimento. «Non spegnete questa luce» è il grido unanime, accorato e denso di sentimenti.

CORVIALE. CONTINUA LA BATTAGLIA PER SALVARE IL MITREO

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