CREARE PARTNERSHIP DI SUCCESSO: SERVE ASCOLTO RECIPROCO, SENZA PREGIUDIZI

Connessioni tra profit e non profit, vecchi pregiudizi e nuove aperture, sinergie che generano valore comune. Se ne parlerà durante l’incontro proposto da IKEA Roma e CSV Lazio. Mimma Pecora: «Abbiamo ideato insieme un momento formativo per le associazioni, un’occasione di relazione»

di Chiara Castri

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«Sostenibilità sociale ed ambientale sono entrate nella cultura aziendale. Le aziende hanno una predisposizione nuova e le organizzazioni una maggior capacità di leggere le motivazioni del profit. Lasciar andare i vecchi pregiudizi e mettersi in ascolto reciproco permetterà di raggiungere obiettivi vicini ad una visione comune, di scambiarsi sinergie e knowhow». A parlare è Mimma Pecora, City Sustainability Leader di IKEA Roma. Con lei abbiamo parlato di connessioni tra profit e non profit, di sinergie e strategie, percorsi che – condivisi – generino valore comune. Un approfondimento in vista di Creare partnership di successo, incontro per gli enti di terzo settore che IKEA Roma, con CSV Lazio ETS, propone per il prossimo 13 giugno, dalle 17.30 nel punto vendita di Porta di Roma, in Via Casale Redicicoli 501.

L’incontro Creare partnership di successo nasce dalla collaborazione con CSV Lazio. Vorrei iniziare entrando negli obiettivi e nel quadro di contesto in cui si inserisce.

Creare partnership di successo
Mimma Pecora, City Sustainability Leader di IKEA Roma: «La collaborazione con CSV Lazio non ha tappe prefissate in agenda, ma evolve grazie ad un dialogo aperto»

«Sostenibilità – ambientale e sociale – e collaborazione con le realtà del terzo settore sono nel DNA di IKEA. I punti vendita sul territorio ci permettono di entrare in relazione non solo con il cliente, ma anche con la comunità, i cittadini, gli enti che rappresentano le istanze dei più vulnerabili. In questo senso gli enti di terzo settore sono soggetti privilegiati, con cui instauriamo collaborazioni diverse, come per i progetti sociali. Con Un posto da chiamare casa, strutture come case rifugio o di accoglienza vengono candidate dalle organizzazioni e valutate. IKEA le supporta allestendo alcuni ambienti, come cucine, camere da letto e stanze comuni, nella convinzione che tutti abbiano diritto a godere di una casa. In generale IKEA entra in relazione con gli enti e gli stakeholder sul territorio in una predisposizione costante all’ascolto. Così è nata la collaborazione con CSV Lazio – ente che insiste sul territorio del Lazio e ne conosce le esigenze e che ci può supportare nell’individuare le priorità – che non ha tappe prefissate in agenda, ma evolve grazie ad un dialogo aperto. Tra l’altro IKEA mette a disposizione i suoi spazi – veri punti d’identità – in cui ospita i presidi delle associazioni per poter fare, tra le altre cose, anche raccolta fondi. Nel 2024 abbiamo già collaborato con CSV Lazio nella nona edizione di Insieme per il bene comune – Good Deeds Day, manifestazione collegata alla Maratona di Roma, ospitando alcune associazioni nei punti vendita di Anagnina e Fiumicino e supportando la loro azione di promozione. Per l’incontro del 13 giugno, a partire dall’ascolto delle esigenze, abbiamo ideato insieme un momento formativo e di relazione per le associazioni del territorio, rispetto al quale CSV Lazio ha messo a disposizione il proprio knowhow nella costruzione di un rapporto alla pari. In quella occasione presenteremo in breve le modalità di collaborazione con IKEA, ma, per il resto, si tratterà di una vera occasione di incontro, sarà un po’ una casa, un salotto a disposizione delle associazioni».

IKEA è da sempre attenta a sostenibilità e impatto sociale. Oggi questi temi si fanno sempre più stringenti e la collaborazione profit non profit è non solo utile, ma necessaria. Come questo prende corpo in IKEA? Ci sono peculiarità italiane?

Creare partnership di successo
Con Un posto da chiamare casa, negli ultimi anni sono stati realizzati oltre 750 progetti di accoglienza in tutta Italia (Immagine IKEA)

«Come IKEA Italia redigiamo un report annuale di sostenibilità – nelle prossime settimane è prevista l’edizione più aggiornata – in cui diamo conto di scenari, programmi, risultati raggiunti. Dal globale al territoriale, in IKEA la sostenibilità si declina su tre pillar fondamentali. Il primo, l’attenzione verso le persone,  è declinato in linee di intervento dettagliate, che riguardano le donazioni, i progetti sociali e la volontà, a livello globale, di incidere sulla propria filiera; l’attenzione alle condizioni di lavoro che, in paesi vicini o lontani, possono essere leva di empowerment lavorativo. Il secondo pillar riguarda  l’attenzione verso il pianeta cioè alla decarbonizzazione e alle azioni che mitighino le emissioni su tutta la filiera. Ad esempio, a Roma, è partita una flotta di 31 furgoni elettrici che ci permetterà di raggiungere il nostro obiettivo del 100% delle consegne al piano casa dei nostri clienti con mezzi elettrici entro il 2025. IKEA punta a diventare ad impatto positivo sul clima entro il 2030 ed ad a utilizzare esclusivamente materiali rinnovabili o riciclati. Il terzo pillar riguarda l’uso dei nostri prodotti da parte dei consumatori. Quindi c’è un’attenzione sia sulla filiera della produzione, sia sulla comunicazione e sull’ispirazione al cliente. Dai pannelli solari – nel nostro range di prodotti – fino all’eco consiglio di riuso che accompagna una semplice brocca o i pennelli e le vernici per allungare la vita di un mobile. Proprio grazie alla collaborazione con un’organizzazione del terzo settore, Legambiente, riusciamo ad ispirare maggiormente i nostri clienti attraverso la campagna “Gesti Concreti”, che parla di azioni quotidiane che fanno risparmiare risorse al nostro pianeta e al portafoglio.  Quindi sì, la sostenibilità, la collaborazione tra profit e non profit sono sempre più importanti. Per adeguarsi al quadro normativo, certo, ma anche per rispondere ad un’esigenza lato consumatore. È anche vero, che IKEA ha da sempre fondato sulla sostenibilità – tra gli altri valori – la sua missione e la sua visione».

L’incontro Creare partnership di successo ci porta nel Lazio e in particolare a Roma, caratterizzata da un volontariato forte e presente e da un’economia legata soprattutto al terziario. Quali sono le peculiarità laziali, nella collaborazione tra profit e non profit e con IKEA Roma in particolare?
«Terzo settore ed associazionismo capitolino sono molto radicati. La città metropolitana di Roma è una piazza che fa dell’associazionismo una peculiarità. Pensiamo a Tor Bella Monaca, esempio tra tanti di presenza, attivismo, capacità di creare comunità, di un associazionismo – con cui CSV Lazio ci ha messo in contatto – coprotagonista, con le istituzioni, di una rigenerazione urbana. Al Cubo Libro in Largo Mengaroni abbiamo allestito alcuni spazi comuni. Un emblema di ciò che il tessuto sociale romano vive grazie alla presenza forte di volontariato e terzo settore».

Quali, secondo lei, gli steccati su cui lavorare per costruire una collaborazione sempre più proficua? Quali i terreni di innovazione?
«Sostenibilità sociale ed ambientale sono entrate nella cultura aziendale. Credo che una chiave di successo sia nell’ascolto reciproco e libero. L’impostazione sta cambiando: siamo realtà attive, IKEA, diverse aziende, ma anche le associazioni. C’è chi è più avanti e chi lo è meno, ma stiamo superando quei pregiudizi che ricalcano modelli del passato, le contrapposizioni nette, le leve di collaborazione non condivisibili come il green – o social – washing. Le aziende hanno una predisposizione diversa e le organizzazioni una maggior capacità di leggere le motivazioni del profit; ad esempio abbiamo nuove forme societarie come le Benefit Corporation, e dall’altra parte le competenze e l’apporto del no profit diventano sempre più riconoscibili. Lasciar andare i vecchi pregiudizi e mettersi in ascolto reciproco permette di raggiungere obiettivi vicini ad una visione comune, di scambiarsi sinergie e knowhow».

Come proseguirà la collaborazione tra IKEA Roma e CSV Lazio?
«CSV Lazio è un osservatorio speciale rispetto al mondo degli enti del terzo settore e alla capacità di leggere le esigenze del territorio. Proseguiremo nella nostra idea di instaurare collaborazioni e un dialogo costante con gli stakeholder locali. Un atteggiamento che ci ha portato ad avere relazioni storiche sul territorio e associazioni con cui lavoriamo da tanto come Binario 95, Differenza Donna e molte altre. Sicuramente l’apertura non è mai messa in discussione».

CREARE PARTNERSHIP DI SUCCESSO: SERVE ASCOLTO RECIPROCO, SENZA PREGIUDIZI

CREARE PARTNERSHIP DI SUCCESSO: SERVE ASCOLTO RECIPROCO, SENZA PREGIUDIZI