DALL’ENERGIA DELLE TENEBRE A QUELLA DELLA LUCE
Il Gruppo per la Storia dell’Energia Solare al lavoro per la mobilitazione del 2015 su ricerca e sviluppo sostenibile
30 Gennaio 2015
Ci sono voluti tre tir dell’Enel per trasportarla da Adrano ma ora la prima caldaia al mondo che produce l’ elettricità con il vapore è custodita nel Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia. Promotore dell’impresa: il Gruppo per la storia dell’energia solare (Gses), che si è impegnato per avviare un progetto di musealizzazione del reperto, ancora non esposto al pubblico.
All’opera dal 1998, il Gses lavora per ricostruire e documentare le scoperte di decine e decine di scienziati, fisici, matematici e ingegneri italiani, che per primi concepirono la luce come energia e tentarono di sfruttarla. Con l’arrivo del 2015, che l’Onu ha proclamato Anno Internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla luce (IYL 2015), il Gses è pronto ad offrire il suo contributo e promuovere l’enorme patrimonio di conoscenze sull’energia solare maturate dall’uomo nel corso della storia.
Far conoscere l’uso dell’energia solare
Abbiamo imparato a creare la luce artificialmente e abbiamo imparato a manipolarla. Comunichiamo velocemente grazie alle fibre ottiche e usiamo lampadine a Led, che ci consentono di consumare meno. Ma da dove abbiamo cominciato?
«La cultura del solare viene da lontano ed è un vero laboratorio – racconta Cesare Silvi, presidente del Gses – ma la storia dell’uso dell’energia solare nelle sue forme dirette e indirette, dalle scoperte del passato alla rivoluzione scientifica e industriale, fino alle più recenti crisi energetiche e ambientali, è una materia che gode oggi di poca attenzione».
Ecco perché nel 1998 nasce il Gruppo per la Storia dell’Energia Solare, fondato da un ristretto numero di studiosi e ricercatori, soci di accademie e società scientifiche come l’International Solar Energy Society o la Società Italiana per il Progresso delle Scienze. L’obiettivo dell’associazione è quello di promuovere lo studio e la conoscenza dell’uso dell’energia solare nella storia e diffondere una maggiore consapevolezza sul funzionamento del nostro pianeta e delle sue risorse rinnovabili. Per studiare l’uso dell’energia solare, i volontari del Gses si recano nei siti che sono stati sede di invenzioni, scoperte o proposte rivoluzionarie per l’uso dell’energia solare. Insieme a matematici, ingegneri e fisici (quasi tutti ex docenti) non manca quindi il coinvolgimento nel progetto di studiosi di archeologia.
Il lavoro storico
Le attività del gruppo si concentrano intorno alla raccolta e allo studio del materiale storico, illustrato in convegni e mostrato in esposizioni e proiezioni sull’energia solare, che arrivano anche nelle scuole. «Quando sono tra i banchi e parlo ai bambini, dico loro: “Sulla terra ci sono due tipi di energia: quella della luce e quella delle tenebre. La seconda si genera da tutte quelle risorse che troviamo nel sottosuolo come il petrolio, il gas, l’uranio… mentre l’energia della luce è quella del sole, del vento, dell’acqua”» racconta Silvi. «Negli ultimi 200 anni abbiamo dato grande importanza all’energia delle tenebre, ma ora le risorse non rinnovabili sono in esaurimento e presto dovremo far riferimento all’energia della luce, un’energia che si rinnova».
Fiore all’occhiello del Gses è poi l’Archivio e museo sulla storia dell’uso dell’energia solare, nato per ospitare e rendere accessibile l’ampio patrimonio culturale raccolto dai volontari.
Sono quattro i siti su cui attualmente l’associazione sta lavorando: l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, il Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia, il Podere Costigliolo di Sant’Ilario e l’Istituto d’Incoraggiamento di Napoli, ma il gruppo sta lavorando perché le sedi dell’archivio si diffondano su tutto il territorio nazionale, nella convinzione che ogni città possieda un tassello di storia dell’energia solare.
L’Anno internazionale della luce
“Sviluppo sostenibile” è tra le parole d’ordine della grande mobilitazione che quest’anno coinvolgerà 85 nazioni diverse. Convegni, mostre e iniziative punteranno durante tutto l’arco del 2015 a diffondere la conoscenza delle tecnologie basate sulla luce e a promuoverne l’utilizzo, spaziando dal campo dell’energia a quello dell’istruzione, dalle comunicazioni alla salute, fino all’agricoltura.
Il Gses prende parte a questo evento internazionale con il programma Luce ed energia nella storia, che racconta il percorso compiuto dall’uomo dai primi utilizzi dell’energia solare fino all’elettricità. I quattro siti dell’Archivio ospiteranno altrettanti eventi organizzati dall’associazione, con un’importante eccezione, quella del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Al centro della manifestazione che il gruppo svolgerà a Napoli da maggio a ottobre 2015, insieme al Dipartimento di ingegneria industriale dell’Ateneo Federico II, ci sarà infatti la principale tecnologia per catturare la luce: la lastra di vetro.
Il vetro è stato inventato nel 3000 a.C. dai Fenici ma furono i Romani nel I sec. d.C. a costruire le lastre piane per finestre, le prime della civiltà umana. «Senza vetro, le nostre finestre farebbero entrare il vento, il freddo, l’acqua e soprattutto non farebbero filtrare la luce – precisa Silvi – eppure di rado la lastra piana viene riconosciuta come tecnologia solare e in pochi sanno che è un’invenzione dei romani. Ecco allora che partecipare all’Anno della Luce significa esporre e spiegare al mondo le invenzioni che ci riguardano tutti».
L’appello che il Gses rivolge a tutti i docenti e professori universitari in pensione è quello di diffondere la cultura dell’energia solare nelle scuole, in particolare nelle “scuole aperte”, esperimento diventato realtà nel nostro territorio.