DDL SICUREZZA. SOCIETÀ CIVILE IN PIAZZA: IL GOVERNO NON COMPRIMA LA DEMOCRAZIA

Domani associazioni, reti, cittadini, sindacati saranno davanti al Senato contro il DDL Sicurezza, che introduce misure che puniscono la protesta pacifica e limitano la libertà di manifestare. Il 28 assemblea pubblica orizzontale a Casetta Rossa. Online una raccolta firme

di Redazione

Associazioni, cittadini, reti saranno domani in piazza contro il DDL Sicurezza, voluto dal governo Meloni e già passato alla Camera. Il decreto prevede, tra l’altro, un insieme di misure, fattispecie di reato e aggravanti che puniscono la protesta pacifica e limitano la libertà di manifestare. Domani, 25 settembre, un presidio nazionale a Roma, a cui hanno aderito, tra gli altri, Rete dei numeri pari, Rete degli Studenti Medi Lazio, Rete NoBavaglio, Anpi Roma, Libera Roma, UDU Roma sarà alle 16.30 davanti al Senato.

Mentre manifestazioni vengono organizzate in tutta Italia, un secondo appuntamento, promosso per il 28 settembre da Casetta rossa con l’adesione di numerose organizzazioni e reti sociali, tra cui – solo per citarne alcuni – A Buon Diritto, Spin Time,  Cnca Lazio, Giuristi democratici, Aurelio in Comune, Nonna Roma, Baobab Experience Rete dei numeri pari, Mediterranea Roma, Social forum abitare, Lunaria, sarà alla Garbatella dalle 15.30 a Casetta Rossa.

DDL Sicurezza
Ha raggiunto più di 76mila firme la petizione online lanciata in questi giorni per chiedere un passo indietro in vista del passaggio del DDL Sicurezza in Senato

«Le destre continuano a guardare alla sicurezza solo in termini repressivi e punitivi delle lotte sociali, inasprendo le pene, introducendo nuovi reati per colpire le forme più pacifiche di protesta e comprimere gli spazi di democrazia del nostro paese», si legge in un comunicato congiunto diffuso in vista della manifestazione di domani in Senato, in cui si sottolinea come il DDL Sicurezza introduca norme «che non rendono più sicuro il nostro paese, né migliorano la vita delle persone, anzi, ne minacciano i diritti costituzionali».

«Un disegno di legge», si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi da Libera, «che propone un inasprimento delle pene e la codificazione di nuovi reati con una sola finalità: restringere sempre più l’area dei diritti e dunque della civiltà». Le leggi, si legge ancora, «devono tutelare i diritti, non il potere. Devono promuovere la giustizia sociale, non le disuguaglianze e le discriminazioni». Per concludere con un richiamo alla politica affinchè «esca dai tatticismi, dai giochi di potere, dalla logica del consenso, riduca le distanze sociali e si lasci guidare dai bisogni delle persone» e un monito: «nessun decreto, nessuna norma può mettere il bavaglio ad espressioni di libertà, sacrosante in democrazia in un tempo in cui rischiamo di essere schiacciati dal cinismo e dall’indifferenza».

Online una raccolta firme

Hanno superato quota 76mila le firme raccolte con la petizione online lanciata in questi giorni per chiedere un passo indietro in vista del prossimo passaggio in Senato di un DDL che Auser Nazionale, che sarà in piazza domani, definisce «pericoloso per la democrazia del Paese». «Questo Decreto ci pone fuori dalla civiltà democratica in cui il conflitto, la dialettica e il dissenso sono parte fondante della democrazia» è la posizione della Rete dei numeri pari, che sottolinea: «Abbiamo bisogno di altre politiche per rispondere a disuguaglianze, collasso climatico e guerre. Con le misure messe in atto dal Governo la nostra condizione materiale peggiorerà e la democrazia sarà seriamente al rischio. Una situazione che le realtà sociali e di base non devono, non possono e non vogliono accettare. Ci troveremo quindi in piazza mercoledì 25 settembre per far sentire la nostra voce e riprenderci gli spazi che il Governo vuole toglierci».

«Al crescente disagio sociale, alla preoccupazione diffusa per il futuro del nostro pianeta, all’opposizione alle scelte sulle grandi opere inutili, il governo risponde con il manganello», si legge in una nota Arci. «Benvenute e benvenuti nella democrazia illiberale tanto cara agli ammiratori di Orban e dei suoi seguaci. Ci opporremo culturalmente e politicamente con tutti i mezzi a disposizione, in rete con i sindacati e le tante organizzazioni e movimenti che si stanno esprimendo in queste ore. Almeno fino a che ci permetteranno di farlo».

DDL SICUREZZA. SOCIETÀ CIVILE IN PIAZZA: IL GOVERNO NON COMPRIMA LA DEMOCRAZIA

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