DONARE SANGUE? È COME DARE IL PRIMO BACIO
Il bisogno di sangue non va in vacanza. L'Avis conferma la solidità del sistema di raccolta, anche se c'è sempre bisogno di nuovi donatori, non solo nelle emergenze.
12 Agosto 2016
«I Centri Trasfusionali pugliesi si sono attivati immediatamente e sono riusciti a gestire con tempestività le urgenze. Numerosissime persone si sono recate presso i Centri Trasfusionali offrendo la propria disponibilità a donare sangue.
A poche ore dal terribile incidente, la struttura regionale per il coordinamento delle attività trasfusionali della Puglia aveva riferito che le richieste di donazione del sangue erano state soddisfatte e aveva, quindi, invitato i donatori a programmare la propria donazione nei giorni successivi, contattando l’associazione e/o il servizio trasfusionale di riferimento».
Insomma, la solidarietà è stata grande, ma è anche emersa una sostanziale solidità del sistema “ordinario” di raccolta.
«Per gestire eventi straordinari come quello del 12 luglio scorso, il Centro Nazionale Sangue ha istituito una bacheca per le maxi-emergenze, che svolge un’attività di coordinamento dei meccanismi di compensazione e scambio interregionale delle unità di sangue. Attenzione: con questo non intendo dire che non ci sia bisogno di sangue e che le scorte disponibili siano in grado di sopperire alle necessità. Tuttavia, bisogna ricordare che le attività di raccolta vengono programmate durante tutto l’arco dell’anno tenendo conto di numerose variabili tra cui il fabbisogno di sangue ed emocomponenti e i differenti gruppi sanguigni dei donatori. La legge stabilisce precisi intervalli tra una donazione e l’altra ed è bene ricordare, infine, che chi non ha mai donato deve prima sottoporsi a controlli accurati che ne verifichino l’idoneità».
Perché d’estate torna sempre l’allarme “emergenza sangue”?
«L’estate è da sempre uno dei momenti più delicati dell’anno: si va in ferie, ma il fabbisogno di sangue non diminuisce. Negli ultimi anni si è assistito a un incremento della richiesta di emocomponenenti ed emoderivati in campo medico, scientifico e farmaceutico e ciò rende più che mai opportuno compiere questo gesto di generosità in modo periodico e continuato, anche prima di partire per le vacanze, al fine di garantire sempre e ovunque la disponibilità di questo prezioso elemento salvavita».
L’Avis Lazio ha denunciato su Reti Solidali una sensibile diminuzione delle unità di sangue raccolte rispetto all’anno scorso, e questo nonostante il numero di donatori sia invece cresciuto. Come legge questo dato?
«Il Lazio, e in particolare Roma, vivono ormai da tempo una situazione critica sul fronte dell’autosufficienza di sangue.
Come sottolineato proprio dalle colonne di Reti Solidali dal Presidente di Avis Regionale Lazio, Fulvio Vicerè, a Roma si dona di meno rispetto alla media nazionale, con circa 34 donazioni ogni mille abitanti, rispetto a 44 ogni mille. Questo rende necessario mettere in atto delle strategie che sensibilizzino maggiormente la cittadinanza e promuovano il donare sangue soprattutto tra le nuove generazioni, affinché si diffonda una cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva.
Nella Capitale si registra una mancanza cronica di circa 50mila unità e ciò è dovuto alla necessità di fronteggiare le richieste di sangue non solo dei pazienti residenti in città o provenienti da altre province laziali, ma anche di tutti quelli che giungono dalle regioni limitrofe e dal Sud Italia. Una quantità di emazie, quindi, davvero elevata, che non può essere compensata solo con le scorte disponibili a livello locale».
Qual è il giusto contributo che può dare la persona decisa a donare? E quali opportunità offrono la “donazione differita” e la “donazione per chiamata”?
«Donare significa compiere un gesto responsabile, consapevole e periodico, volontario, anonimo, non retribuito e associato. Da tempo Avis è ferma sostenitrice della cosiddetta donazione “differita”, che avviene in un momento successivo alla visita e agli esami di idoneità. Ciò permette di garantire elevanti livelli di qualità e sicurezza del sangue, nel rispetto della salute del donatore e del ricevente. Come detto in apertura di questa intervista, per il sistema trasfusionale è molto importante poter programmare le sue attività in funzione delle tante necessità che si presentano quotidianamente. La legge italiana riconosce al volontariato organizzato del sangue l’importante compito di promuovere la donazione e di effettuare l’attività di chiamata e convocazione dei donatori stessi. Attraverso questo contatto telefonico diretto si possono pianificare meglio le raccolte di sangue e si fidelizzano maggiormente i donatori, facendoli sentire parte integrante di una grande famiglia. Al fine di implementare e gestire al meglio la promozione, la chiamata/convocazione e l’accoglienza del donatore, stiamo lavorando alla realizzazione di linee guida che saranno presentate nei prossimi mesi e saranno messe a disposizione di tutte le nostre 3400 sedi sparse sul territorio nazionale».
Avis sta conducendo un’intensa campagna promozionale sul tema “la prima volta”. Ce la spiega?
ll concept di questa campagna, che comprende scatti fotografici e spot radiofonici e video, si rivolge soprattutto ai neo donatori, mostrando come ci siano tante “prime volte” nella nostra vita che a volte possono persino spaventarci, perché non ci sentiamo in grado di superarle, ma che poi ci regalano emozioni e felicità. Donare sangue rientra tra i comportamenti che, quando entrano a pieno titolo nei nostri comportamenti abituali, contribuiscono a definire in maniera significativa la nostra identità. In questo senso, alla prima volta – intesa come prima donazione – ne seguiranno moltissime altre.
La campagna si rivolge quindi anche a chi è già donatore: la prima donazione diventa così un momento fondamentale che fa parte della nostra storia, come quando abbiamo aperto gli occhi, siamo andati per la prima volta in bicicletta senza rotelle, abbiamo dato il primo bacio e così via. Nel 2015 abbiamo lanciato un social contest per invitare tutti, donatori e non donatori, a raccontare una loro prima volta importante attraverso testi, foto e video. Gli elaborati più significativi, selezionati da una giuria di esperti, sono stati inseriti in un progetto edito da Marsilio, dal titolo “Ogni volta è la prima volta”, presentato allo scorso Festival Internazionale del Libro di Torino. Infine, è di poche settimane fa il lancio dell’ultimo capitolo di questa campagna finalizzato a promuovere la donazione nel periodo estivo».
Prossimi obiettivi?
«Il 2017 sarà l’anno del nostro 90° anniversario, un grande traguardo che celebreremo con tantissime iniziative. Tra queste, il lancio di una nuova campagna incentrata sulle differenze e sulle peculiarità territoriali che rendono unica la nostra associazione e la presentazione di due studi, uno di impronta medico-scientifica e un altro più socio-culturale, che ripercorrono l’impegno e la storia di Avis. Una storia di grande solidarietà e impegno civico».