ECCIDIO DI ROCCAGORGA: LA FORMA DELL’INGIUSTIZIA

Una protesta finita nel sangue, un processo che condanna le vittime, una risonanza nazionale. La ricostruzione in un libro di Eleonora Piccaro.

di Paola Springhetti

L’eccidio di Roccagorga (Latina) avvenne il 6 gennaio 1913, quando i rappresentati dell’ordine pubblico uccisero 7 persone durante una manifestazione organizzata dalla Società Agricola Savoia, tra cui un bambino di cinque anni e una donna incinta. Sette persone fucilate, nella maggior parte dei casi, alle spalle, cioè mentre cercavano di fuggire.

Eccidio di Roccagorga
Il processo di Frosinone. Dal sito http://www.eccidio6gennaio.altervista.org/

Erano tempi turbolenti: negli stessi giorni c’erano stati altri eccidi a Braganzola (Parma) e Comiso e seguirono, nel corso di gennaio e di febbraio, molte altre manifestazioni. Ma i fatti di Roccagorga ebbe un’eco particolare. Oggi lo racconta, quell’eccidio, Eleonora Piccaro nel suo libro “L’eccidio di Roccagorga” (Atlantide editore, 2015), che ricostruisce i fatti, i due processi che seguirono, le storie dei protagonisti, le posizioni dell'”Avanti!” e di Mussolini, cui si deve l’eco nazionale. Per farlo, si serve della stampa dell’epoca, degli atti processuali e soprattutto del rapporto che il commissario prefettizio, Filippo Velli, presentò al prefetto di Frosinone pochi giorni dopo la strage.

Contro la casta

Alla manifestazione avevano partecipato gli abitanti di Roccagorga, contadini che vivevano in condizioni misere, in un paese senza fogne, senza acqua nelle case, senza illuminazione e senza cimitero. Sfruttati e vessati anche dal sindaco Vincenzo Rossi che, in palese conflitto di interessi, era anche l’amministratore del Principe Doria, padrone di quelle terre. Rossi aveva piazzato nei posti chiave i suoi amici e parenti, ad esempio il segretario comunale era Domenico Rossi che, pur ricevendo un lauto stipendio, lavorava altrove.
Gli abitanti di Roccagorga erano anche esasperati dal medico condotto, che molestava e violentava le donne che avrebbe dovuto curare ed estorceva denaro o beni per fornire medicine e visite.
L’8 agosto iniziò il processo, che si svolgeva a Frosinone e vide imputate 45 persone, tra cui 15 donne. Le accuse erano di violenza e minacce contro pubblici ufficiali e agenti della forza pubblica e per molti anche di  “lesioni volontarie mediante scaglio di sassi”. Inutile dire che le vittime di quello, che poi alcuni avrebbero osato definire “presunto eccidio”, vennero fatte passare per carnefici: furono tutti condannati.

La risonanza  a livello nazionale

Il libro ricostruisce la dinamica dell’eccidio, probabilmente pianificato e comunque segnato da alcuni episodi di particolare efferatezza, come il fatto che la donna incinta fu lasciata a morire per strada, mentre abortiva e i militari facevano commenti volgari, o che il sindaco dovette ammettere di avere organizzato un banchetto dopo l’eccidio, a cui parteciparono ufficiali, medici e il tenente Gregori, colui che aveva ordinato di sparare. Piccaro però ricostruisce anche come divenne un fatto di rilievo nazionale, che costringerà a una vasta discussione politica.

Eccidio di Roccagorga
Una vignetta di Scalarini dopo l’eccidio di Roccagorga. Dal sito http://www.eccidio6gennaio.altervista.org/

Questo avvenne grazie all’attenzione che vi dedicò l'”Avanti!”, quotidiano socialista allora diretto da Benito Mussolini, che prese le difese dei contadini, addirittura avvertendo: «Il nostro è un grido di guerra. Chi massacra sappia che può essere massacrato» (17 gennaio 1013). Come scrive Eleonora Piccaro, «per Mussolini, Roccagorga rappresenterà lo spunto per iniziare una dura campagna mediatica contro il Governo e per incitare le masse allo sciopero generale». E per imporre la sua linea politica all’interno del partito socialista.
Una piccola rivincita, almeno morale, i contadini la ottennero dal processo di Milano, celebrato appunto contro il direttore dell'”Avanti!”, un gruppo di giornalisti e il disegnatore Giuseppe Scalarini, che aveva pubblicato alcune vignette. Se non altro, fu una occasione per riparlare di quegli eventi, della situazione di Roccagorga e della condizione dei contadini nel nostro Paese. In questo caso, gli imputati furono assolti e quindi – anche se può sembrare paradossale, vista la figura del direttore – fu riaffermata la libertà di stampa.

 

copEleonora Piccaro
L’eccidio di Roccagorga
Atlantide 2016
pp. 174, € 15,00

ECCIDIO DI ROCCAGORGA: LA FORMA DELL’INGIUSTIZIA

ECCIDIO DI ROCCAGORGA: LA FORMA DELL’INGIUSTIZIA