UN ECOMUSEO A TORPIGNATTARA, PER RITROVARE LE NARRAZIONI PERDUTE

Presentati i percorsi e l'applicazione web dedicati all'Ecomuseo Casilino di Roma. Sul territorio c'è molto da valorizzare

di Flavio Mezzanotte

L’ecomuseo a Torpignattara cresce. Dopo un paio di mesi di attesa, il 12 marzo è stata una data importante per l’associazione Ecomuseo Casilino che, nella bella cornice della Casa della Cultura di Villa De Sanctis,  ha presentato il censimento delle risorse sul territorio, il calendario dei laboratori partecipati e il test dei primi percorsi-paesaggi nel contesto del progetto per la tutela e valorizzazione del Comprensorio Ad Duas Lauros.

ecomuseo Torpignattara
Villa De Sanctis

La mappatura delle risorse censite è stata dichiarata necessariamente in progress e, come frutto del gruppo di lavoro dell’associazione, individua gli elementi che compongono il complesso palinsesto di patrimoni disponibili nell’area del Comprensorio Casilino Ad Duas Lauros. Un censimento in cui ogni risorsa è stata descritta, localizzata e corredata di materiale fotografico e multimediale in mappe disponibili sul loro sito ufficiale, interattive e ben strutturate nella fruizione. Un lavoro di team che ha visto un costante coordinamento e una forte sinergia fra le diverse componenti del comitato scientifico, portando a un primo ottimo risultato.
Queste mappe, dopo l’evento, sono state pubblicate sul sito e sui canali social del progetto per la libera fruizione e per avviare un percorso di partecipazione con i cittadini. Molto forte è stata anche la partecipazione dei cittadini, giunti molto più numerosi al secondo appuntamento che all’opening del 17 gennaio 2016, giornata anch’essa raccontata nei dettagli da questa testata.

Un Ecomuseo a Torpignattara, per riqualificarla

Venendo alla giornata del 12 marzo, l’evento è stato presentato ancora una volta da Claudio Gnessi, presidente dell’Associazione e creatore del percorso arte e cultura, il quale ha spiegato la metodologia di lavoro del suo team. I punti fondamentali su cui si sono basati sono stati: lo studio del territorio di Tor Pignattara, l’analisi e le mappature delle risorse, i percorsi per collegarle tra loro, l’ingaggio della comunità locale per la conferma di quanto raccolto, l’individuazione dei luoghi cosiddetti “densi” dove far passare i percorsi. Infine, a conferma della serietà del loro progetto, Gnessi ha tenuto a specificare che il loro è un metodo in costante aggiornamento.
Il tutto, si sa, è volto alla riqualificazione di un’area urbana come quella di Tor Pignattara, a lungo dimenticata e lasciata allo sbando. Ma più di questo, l’associazione vorrebbe creare un modello d’intervento replicabile ed esportabile su altre aree critiche del tessuto urbano della capitale.

Ecomuseo a Torpignattara
Le catacombe di San Marcellino

Subito dopo sono intervenuti tutti i componenti del team a spiegare uno ad uno i percorsi-paesaggi, introducendo quelli che saranno i laboratori di partecipazione cittadina attorno al progetto. Perché l’Ecomuseo a Torpignattara è comunque un percorso collettivo e, per tale motivo, durante l’evento gli 8 laboratori partecipati che si terranno nel contesto della Scuola Popolare di Tor Pignattara a partire dal 22 marzo, sono stati i veri protagonisti che hanno catturato l’attenzione del pubblico. I laboratori sono il cuore della progetto, in quanto in essi si proverà a verificare l’esistenza di una connessione sentimentale fra la narrazione ecomuseale e quella dei cittadini. Attraverso questi laboratori saranno individuati gli hotspot dei luoghi densi e i loro rispettivi ambasciatori: ovvero quei luoghi e persone simbolo capaci di unire il sentimento e l’immaginario, la storia e la memoria, l’identità di un intero territorio.
Come ricorda la storica Stefania Ficacci del team: «parlare di Tor Pignattara a livello storico fino a 10 o 15 anni fa era un non-sense». Solo negli ultimi tempi si è cominciato a capire quanto questo territorio è ricco di arte, laddove registi come Pasolini o Monicelli avevano già colto la sua importanza. È un’area altresì dove si produce cultura, dalla street art alla musica, ma è anche un luogo dove culture e religioni diverse s’incontrano, come ricorda il dottorando in teologia Carmelo Russo quando ci ricorda che qui sorse nel ’94 la prima moschea di Roma. Tor Pignattara è anche un tassello di Roma in cui l’archeologa Stefania Favorito e l’architetto Romina Peritore evidenziano importanti testimonianze del passaggio di popoli o strutture edilizie che furono importanti nella produttività locale di beni materiali.

Il senso di un lavoro gratuito

Infine questo quartiere è un luogo dove l’antropologa Alessandra Broccolini e l’esperto di turismo Alessio Sidoti invocano una forte partecipazione cittadina per riscoprire le testimonianze e le narrazioni perdute di una comunità multietnica dal forte valore culturale.

Ecomuseo a Torpignattara
Il gioco del cricket a Villa De Santis

È dunque questo il senso del lavoro dell’associazione, un team di persone che non percepiscono un euro dai loro sforzi ma che stanno dando lustro a un pezzo di romanità che, come altri luoghi della capitale, meritano rispetto civico e una cura quotidiana dove a volte le istituzioni non possono o non riescono ad attivarsi.
Ultimo ma non meno importante, le mappe e i percorsi consolidati dell’Ecomuseo a Torpignattara  saranno implementati su un’applicazione mobile e costituiranno una proposta di fruizione del territorio senza precedenti.

UN ECOMUSEO A TORPIGNATTARA, PER RITROVARE LE NARRAZIONI PERDUTE

UN ECOMUSEO A TORPIGNATTARA, PER RITROVARE LE NARRAZIONI PERDUTE