ECOMUSEO CASILINO: IL PROGETTO È PRONTO A PARTIRE
Presentato nella Casa della Cultura di Villa De Sanctis, l'Ecomuseo valorizzerà i quartieri del V Municipio.
19 Gennaio 2016
È bello e ambizioso il progetto presentato a Roma, presso la Casa della Cultura, il 17 Gennaio scorso: un evento a cui hanno partecipato tutte le principali voci che danno armonia e sostegno professionale per far sì che l’ecomuseo diventi realtà nell’area di Tor Pignattara. Conosciuto anche con il termine museo diffuso, l’ecomuseo è nello specifico una istituzione culturale del territorio, che si fonda su un patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di quel territorio. L’itinerario – pensato dall’Associazione per l’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros, insieme ad una rete di associazioni e cittadini del territorio – sarà articolato in sei percorsi: archeologico, demoetnoantropologico, urbanistico e paesaggistico, sacro, storico e infine artistico e la sua struttura prenderà forma dagli esempi provenienti dalla città di Torino, passando per l’ecomuseo nato nel quartiere Fresnes a Parigi e infine da quelli creati nelle zone Nord e Sud di Milano.
Ogni progetto nasce con una storia diversa da raccontare, ovvero da una scintilla motivazionale che spinge dal basso i cittadini ad agire nel loro quartiere o città. Per la zona del V Municipio, la molla che ha fatto scattare il progetto è stata la voglia di resistere a nuove ondate di cementificazione, previste dal Piano Particolareggiato Comprensorio Casilino, in un’area che il WWF ha già classificato come una delle peggiori d’Italia dal punto di vista della qualità di vita (su indicatori come aria, acqua, quote di verde pro capite etc), densamente popolata e dunque fatalmente dipendente dal polmone verde del Comprensorio Casilino.
La difesa dell’area e la conseguente riqualificazione attraverso l’ecomuseo casilino aveva già avuto un riconoscimento del MIBAC – Soprintendenza Archeologica di Roma (nota 13.1.2012 Prot. 1012) e della Sovraintendenza Comunale (nota 29.12.2011 Prot. CF83009) che hanno dato la loro disponibilità a partecipare a tavoli tecnici per la concreta realizzazione. Dopo anni di attesa che qualcosa o qualcuno muovesse i fili per dare il via libera, il progetto proposto dalle associazioni del territorio (Osservatorio Casilino, Comitato di Quartiere Torpignattara, Associazione Ad Duas Lauros e Onlus ICT Ad Duas Lauros) è stato finalmente recepito dal V Municipio come una delle sue priorità programmatiche di governo, approvate all’unanimità con delibera del Consiglio Municipale in data 25 luglio 2013, dando la giusta linfa a Gnessi e il suo team, vincitori sul finire dell’anno 2015 del bando Acea Per Roma per il V Municipio.
Le tappe del progetto
Durante l’evento di presentazione, Alessio Sidoti, esperto di sistemi di sviluppo turistico che si occupa della promozione commerciale dell’ecomuseo sul territorio, ha fornito una road map di quello che avverrà nel prossimo futuro attorno a questo progetto per far sì che diventi realtà. Innanzitutto, Sidoti ha ricordato che la realizzazione dell’ecomuseo coinvolgerà in modo diretto la popolazione del V Municipio attraverso la catalogazione di storie e reperti archeologici che consentirà di apprezzare il palinsesto di memorie, segni e culture che questo territorio custodisce. In secondo luogo, il responsabile della promozione ha evidenziato che i tempi di lavoro si articoleranno, in una prima fase, nei mesi tra marzo e maggio in cui si cercherà di allestire una banca dati e dei laboratori di progettazione partecipata. Parteciperanno anche le scuole del circondario, sopratutto quegli istituti come la scuola primaria Carlo Pisacane, simbolo di multiculturalità. A seguire, si creeranno dei luoghi simbolo con relative targhe e verrà nominato un ambasciatore a tutela di quel luogo. Infine saranno definitivamente pubblicati i percorsi tematici.
La seconda fase, che va da maggio a settembre, si concentrerà sulla infrastruttura informatica. Partendo dall’implementazione del sito web e la promozione dell’ecomuseo attraverso i social media, in quei mesi vedrà la luce anche un’applicazione per smartphone.
La road map non termina qui, Ad Duas Lauros vuole infatti raddoppiare la posta in gioco mettendo in cantiere l’ampliamento della rete degli attori territoriali fino a coinvolgere il municipio, ampliare i percorsi oltre i confini adiacenti l’area pilota prescelta, ottenere finalmente un quadro normativo regionale e nazionale che si rispetti ed esportare il modello dell’ecomuseo in altre zone di Roma e d’Italia. Ovviamente la strada non sarà facile, poiché lo stesso Gnessi è conscio dell’indolenza e dello scetticismo istituzionale oltre a sottolineare la necessità di fondi privati o pubblici con cui portare a termine l’impresa.
L’evento raccontato punto per punto
Raccontando l’evento, a introdurre e moderare la scaletta del dibattito è stato il presidente e direttore artistico dell’associazione Ad Duas Lauros, Claudio Gnessi, il quale, dopo una breve presentazione, ha lasciato subito la parola a Carla Ottoni, la responsabile dell’organizzazione dell’evento.
La Ottoni ha introdotto le linee guida della documentazione disponibile sul sito dell’associazione, spiegando il significato di ecomuseo, il perché della sua collocazione nel territorio pilota di Torpignattara e il quadro normativo esistente che purtroppo non soddisfa a pieno le esigenze di questo progetto. È poi è intervenuta Alessandra Broccolini, antropologa e ricercatrice che ha dichiarato la difficoltà di organizzare un laboratorio creativo d’integrazione tra storie, paesi e religioni diverse che compongono un territorio complesso com’è la V circoscrizione. Si occupa inoltre di esplorare la dimensione etnografica tra vecchie e nuove realtà edilizie e i racconti dei residenti.
È stata la volta poi di Stefania Favorito, l’archeologa che ha illustrato una sorprendente carrellata di ciò che resta dei reperti e i tesori appartenenti all’antico agro romano su cui la zona dell’ecomuseo vi sorge. Parlando di multiculturalità, non poteva mancare un passaggio sul tema delle religioni che coesistono nel quadrante: l’antropologo Carmelo Russo, infatti, ci ha illustrato che un percorso tra sacro e spiritualità è il miglior modo per combattere gli stereotipi culturali e valorizzare l’incontro pluralistico delle fedi. A sostenere l’impalcatura del progetto è intervenuta la storica Stefania Ficacci, che ha avuto il merito di inquadrare in una cornice diacronica un territorio che cela in sé quasi cento anni di storia e numerosi eventi: sarà compito del suo laboratorio partecipato far capire ai cittadini cosa vuol dire camminare in un quartiere storico. Infine sono intervenuti lo stesso Claudio Gnessi, illustrando le potenzialità del patrimonio artistico di tutto il quartiere Torpignattara e le zone subito adiacenti, e l’architetto Romina Peritore, che ha avuto il compito di rilevare un tessuto connettivo urbanistico tra i luoghi dell’area Ad Duas Lauros nel parco di Centocelle, Villa Gordiani nel Prenestino e la stessa Villa De Sactis nel Casilino. La rimappatura delle zone urbane consentirà, secondo la Peritore, la riqualificazione dei quartieri.