EDUCARSI ED EDUCARE AL WEB: IN UN LIBRO 31 DOMANDE E 31 CONSIGLI
Il web può dividerci e renderci peggiori, oppure farci crescere e aiutarci a ricostruire il tessuto sociale. Dobbiamo imparare a usarlo, senza esserne usati.
28 Ottobre 2020
Si potrebbe fare un piccola prova: guardare, di tanto in tanto, la cronologia delle nostre
ricerche on line, per cercare di capire quanto tempo dedichiamo al web e quanto spazio ai contenuti culturali, sociali, religiosi, formativi, d’attualità, o a quelli di svago, di gioco, vuoti, banali, superficiali. Sarebbe un modo per diventare più consapevoli di quanto le nuove tecnologie siano presenti in ogni ambito della nostra vita: dal lavoro alla birra con gli amici. Un esercizio che farebbe bene ai ragazzi e ai giovani, ma anche agli adulti, che anno bisogno di educarsi tanto quanto di educare.
Usare il web, senza esserne usati
Il suggerimento si trova in un libro uscito recentemente: “Educarsi ed educare al web“, di Marco Pappalardo (giornalista e insegnante) e Alfredo Petralia (esperto in informatica applicata). Non è un libro di teorie, ma piuttosto di proposte, pensato per genitori, insegnanti, educatori… chiunque abbia a che fare con le nuove generazioni. E il suo punto di forza è che parte da un atteggiamento critico nei confronti dei nuovi strumenti di comunicazione, ma non apocalittico. Insomma, l’atteggiamento è costruttivo: questi strumenti ci sono, possono essere molto utili e anche divertenti, ma bisogna imparare a conoscerli e ad usarli consapevolmente. Ad usarli, senza esserne usati.
Il digitale infatti può isolarci, renderci dipendenti, solleticare la nostra rabbia e farci diventare distruttivi. Ma può anche migliorare il nostro lavoro, rendere possibili nuovi metodi didattici, aiutarci a scoprire nuove realtà. E perfino a coltivare nuove forme di relazione e di partecipazione. Insomma, «può riallestire il tessuto sociale, creare le condizioni perché le persone si riavvicinino, generare nuove reti di rapporti e di significati». Ecco perché è fondamentale educarsi ed educare al web: per farlo diventare uno strumento che costruisce comunità, invece che uno strumento di distruzione.
Riflessioni e consigli
Il testo propone 31 domande che riguardano altrettanti problemi (per esempio: Solo per adulti o anche per i più piccoli? Cultura o imbarbarimento? Social o a-sociale? Studio o distrazione?) a cui corrisponde un breve testo che aiuta ad inquadrare il problema, con riferimenti a fatti di attualità o a situazioni concrete.
Seguono una breve riflessione pedagogica e poi la parte forse più originale: consigli sperimentati e proposte concrete, che vanno bene per i bambini e i giovani, ma anche per gli adulti: cose come tenere i bambini lontani da qualsiasi schermo fino ai due anni; niente cellulari quando si mangia o si gioca; ogni tanto fermiamoci a confrontarci con il nostro profilo sociale; celebriamo lo SconnessyDay…
Ma soprattutto, due indicazioni fondamentali che sono un po’ il filo rosso che attraversa il libro: riappropriamoci della nostra vira e coltiviamo relazioni reali.
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org
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Marco Pappalardo, Alfredo Petralia
“Educarsi ed educare al Web”
Ed. San Paolo 2020
pp. 128, € 12,50