EDUCAZIONE E CONSAPEVOLEZZA AL SEXTING. STOP AL REVENGE PORN

Sexting e Revenge Porn sono diffusi soprattutto tra giovani e giovanissimi. Con loro, con le loro famiglie, con la scuola, con la comunità è indispensabile un lavoro di sensibilizzazione. Giorgia Butera, presidente METE: «L’era digitale ha cambiato il concetto di abuso, rendendo più vulnerabili bambini e adolescenti»

di Lucia Aversano

Una ragazza di 23 anni denuncia il suo ex, un calciatore del Torino Calcio, per aver filmato i loro rapporti di nascosto e per averli condivisi. Oltre alla denuncia, rilascia una lunga intervista al quotidiano Repubblica per incoraggiare le altre donne che si sono trovate nella medesima situazione a “denunciare sempre”. L’intervista viene condivisa dalla ventitreenne sui suoi profili social in modo che il messaggio arrivi anche a chi non legge i giornali. Tra i tanti commenti di solidarietà ne spuntano molti del seguente tenore “un’altra che vuole farsi un nome sulle spalle di un atleta”; “è successo nel 2021 quando la carriera di Seck non era decollata ma decide di denunciarlo ora, lui certo non si può definire un uomo, ma lei anche…”. Il caso sopra descritto è avvenuto l’11 novembre scorso e, per via della fama del protagonista, ha riscosso una certa rilevanza mediatica, ma il fenomeno del Revenge Porn, stando ai dati, ha già coinvolto 2 milioni di italiani. Non ancora percepito dai più come un reato, la vendetta pornografica viene vista come una bravata, che non tiene conto della vittima e anzi vede la persona che subisce la vendetta come un qualcuno che se l’è un po’ cercata. Il fenomeno del Revenge Porn è una pratica altamente diffusa, agevolata da una tecnologia sempre più alla portata di tutti ed è direttamente collegato al Sexting. Scambiarsi messaggi allusivi o video ammiccanti rappresenta una modalità di relazionarsi agli altri sempre più comune, e ciò avviene sia all’interno di una coppia o sia fra persone che sono all’inizio di una frequentazione.  Quando però viene meno la con sensualità, per via della fine della relazione, le immagini diventano strumento di ritorsione.

L’impegno di Mete e una campagna in farmacia

Revenge porn
«Dobbiamo offrire gli strumenti affinché si comprenda la cultura del rispetto», ha dichiarato il Ministro Roccella durante l’incontro a Montecitorio di presentazione dei risultati del lavoro di METE

Da oltre 3 anni l’organizzazione METE è impegnata nel contrasto di questo fenomeno soprattutto tra i giovanissimi, perché è proprio tra loro che il fenomeno è più diffuso e meno compreso. «L’era digitale ha cambiato il concetto di abuso, rendendo più vulnerabili bambini e adolescenti» ha affermato Giorgia Butera presidente di METE, durante un incontro a Montecitorio occasione per fare il punto sugli ultimi tre anni di lavoro, impegno che si è allargato anche alle farmacie siciliane con la campagna di sensibilizzazione Stop Sexting and Revenge Porn, per dare sostegno e supporto alle vittime. «La farmacia è un luogo dove si entra sempre, e dove l’80% dell’utenza è donna. Nelle farmacie vengono donne che sono figlie, madri, e anche mogli» ha sottolineato Angela Margiotta, presidente nazionale dell’associazione Farmaciste Insieme.  Le farmacie, oltre a essere presidio sanitario, sono anche il luogo dove le persone possono contare su figure professionali amiche. Per questo, nelle farmacie che hanno aderito alla campagna è stata esposta una locandina che invita alla prudenza e alla riflessione sulle conseguenze dell’invio di video e foto intime. Inoltre, la locandina fornisce i contatti dell’organizzazione per sostenere coloro che si trovino in situazioni difficili da gestire, essendo le vittime estremamente vulnerabili per il disagio provocato dalla diffusione delle immagini. Stando alle statistiche, il Sexting è un fenomeno diffuso soprattutto tra i giovanissimi che frequentano le scuole medie, mentre il Revenge Porn risulta essere più diffuso tra i ragazzi delle superiori, oltre che tra gli adulti. La sensibilizzazione sul tema dunque è fondamentale, sia per prevenire casi in cui la vittima non riesca a gestire la situazione e sia per far sì che i video non vengano diffusi con leggerezza come spesso accade. Basti pensare che sono ben 14 milioni gli italiani che hanno visto e condiviso video di questo tipo. Oltre al lavoro normativo svolto, serve opera di educazione e sensibilizzazione «della comunità, del paese e dei soggetti che possono svolgere un ruolo attivo, a partire da famiglie e scuole» ha dichiarato il Ministro Eugenia Roccella. Proprio «sul Revenge Porn c’è bisogno di fare una riflessione, in particolare sull’emergenza educativa. Dobbiamo offrire gli strumenti affinché si comprenda la cultura del rispetto. Lo stiamo facendo in maniera determinata e trasversale, come testimonia il disegno di legge sull’Educazione alle relazioni presentato pochi giorni fa».

Revenge Porn e intelligenza artificiale

«METE nasce nel 2014», ha spiegato Giorgia Butera, «e ciò che ha attirato la attività del nostro Centro Studi è stata la diffusione rapidissima che ha avuto questo fenomeno e come la tecnologia risulti un moltiplicatore del reato, ma prima ancora, come un elemento che porta alla sottovalutazione degli effetti che il fenomeno ha. Anche l’introduzione nel nostro codice penale dell’art 612 ter, non fa completamente giustizia alla pericolosità che può essere questo “gioco” del Revenge Porn, che ha un forte impatto emotivo sulle persone. L’86% dei reati viene perpetrato perché c’è uno scopo vendicativo e spesso oltre alla diffusione del video vengono diffusi anche dati personali, indirizzi, numeri di telefono che danno vita a un vero e proprio fenomeno di stalking di massa». Altro elemento allarmante per Antonio Votino, presidente CESMAL Centro Studi sul Management ed il Lavoro, è la diffusione della tecnologia generativa legata all’intelligenza artificiale. «Stiamo assistendo alla diffusione di una nuova modalità di Revenge Porn, che aggiunge una dimensione completamente nuova alle molestie online. Da qualche tempo su internet vengono infatti utilizzati immagini e video pornografici creati attraverso degli algoritmi AI come Deepfake, Deepnude o Bikini off.  Video e immagini possono essere modificati e diventare oggetto di diffusione sulle piattaforme social senza che i protagoniste ne siano a conoscenza». Video fake che sembrano autentici e che provocano enorme disagio nelle vittime totalmente inconsapevoli.

EDUCAZIONE E CONSAPEVOLEZZA AL SEXTING. STOP AL REVENGE PORN

EDUCAZIONE E CONSAPEVOLEZZA AL SEXTING. STOP AL REVENGE PORN