ESQUILINO: INSIEME È MEGLIO, GRAZIE ALLA MEDIAZIONE SOCIALE
Il lavoro dei mediatori nel quartiere romano, dove il cibo è strumento di integrazione e il mercato un microcosmo da raccontare
01 Ottobre 2015
È uno dei mercati storici di Roma, noto per essere tra i più multietnici d’Italia: il Mercato dell’Esquilino, poco distante dalla Stazione Termini, si impone agli occhi del visitatore come un piccolo frammento di mondo. Laboratorio di integrazione e crocevia di storie, il mercato diventa il luogo ideale per ispirare un libro, che ne restituisca colori, odori, facce e lingue. A riuscirci sono Emilia Martinelli e Angela Rossi, con “Al di là dei frutti” (Iacobelli editore, 2015).
Tra le pagine del libro si incontrano racconti, fotografie, ricette e interviste, che insieme evocano i banchi di frutta e verdura, descrivono i personaggi che vi si aggirano, consigliano i piatti da preparare con ingredienti internazionali e mettono insieme i ricordi di chi ha lasciato il proprio Paese per lavorare nel nostro. Non mancano poi i contributi di altri frequentatori affezionati del luogo, incluso Erri De Luca, che firma un racconto.
“Al di là dei frutti” si propone come un omaggio alle diverse culture che nutrono il Rione Esquilino, ricostruendo le storie di chi lo vive oggi e di chi lo ha attraversato in passato.
Fonte di stimolo per la scrittura del libro è stato il lavoro sul campo delle due autrici, entrambe impegnate nel Progetto di Mediazione Sociale che ha coinvolto il quartiere Esquilino, dal 2005 al 2013.
Il Progetto di Mediazione Sociale Esquilino
«Ci sono luoghi che potremmo definire “generativi” di rapporti e relazioni – dice Leonardo Carocci, responsabile del Progetto Mediazione Sociale Esquilino – questi luoghi sono: la scuola, la piazza e il mercato. Nel caso del Mercato dell’Esquilino, non si tratta soltanto di un esercizio commerciale ma di un luogo dove si è generata una conoscenza reciproca tra nazionalità, attraverso il cibo».
Il Progetto di Mediazione Sociale si estende al rione Esquilino nel 2005, con un finanziamento dell’Assessorato alla Sicurezza. L’esperienza di mediazione inizia però già nel 1999, in quartieri della periferia romana come Quartaccio, Ponte di Nona, Tor Fiscale. Ad operare sul territorio sono le tre cooperative sociali Parsec, Magliana 80 e Eureka Primo, unite in un’ATI (Associazione Temporanea di Impresa). Con gli anni, le zone della capitale coinvolte nel progetto aumentano, fino ad includere anche quartieri del centro storico. Pur nella loro specificità, i territori d’intervento mostrano da subito caratteri comuni: scarsa coesione tra gli abitanti, comunicazione difficile tra cittadini e istituzioni, degrado di spazi comuni quali piazze o giardini pubblici, conflitti tra cittadini di culture diverse, fenomeni di bullismo nelle scuole. Accanto ai problemi irrisolti, esistono però anche risorse inaspettate. Ecco allora che l’obiettivo del Progetto Mediazione Sociale diventa quello di individuarle e sfruttarle, per creare soluzioni condivise.
Lo sviluppo del progetto nei singoli quartieri viene coordinato da un’equipe composta da psicologi, sociologi ed educatori di comunità, che svolgono il ruolo di mediatori tra cittadini e istituzioni ma anche tra comunità di diversa nazionalità. Il lavoro si svolge a partire da una mappatura dei conflitti presenti sul territorio, per poi stimolare la progettazione partecipata della loro risoluzione. Scuole e associazioni di volontariato sono i primi soggetti ad essere coinvolti in questo processo. L’obbiettivo principale è quindi creare una rete, promuovere la cultura dell’incontro e favorire il senso d’appartenenza al territorio. In questo modo, è possibile per le comunità locali recuperare il dialogo con le istituzioni e progressivamente responsabilizzarsi, anche per quanto riguarda la cura degli spazi comuni.
«Già nel 2005 l’Esquilino si presentava come un quartiere multiculturale», continua Leonardo Carocci. «Abbiamo incoraggiato la nascita di nuove associazioni e sostenuto quelle già esistenti, stimolato il dialogo tra le diverse comunità presenti sul territorio e avviato nelle scuole un processo di mediazione scolastica integrata».
Ad esempio, alla comunità cinese (numerosa nella zona di Vittorio Emanuele), che nel 2005 esprimeva l’esigenza di festeggiare il Capodanno secondo tradizione, è stato offerto uno spazio adatto: Piazza Vittorio. La ricorrenza si è così trasformata in un evento per l’intero quartiere, che inizialmente aveva contestato i festeggiamenti. Anche nelle scuole si è provveduto a promuovere lo studio della cultura, delle danze e delle festività cinesi, così da diffondere, a partire dai più piccoli, usi e costumi delle diverse comunità presenti sul territorio.
Piazza Vittorio ha ospitato negli anni numerose attività di carattere culturale e artistico, molte delle quali hanno coinvolto le associazioni giovanili. Non sono mancate poi le giornate di pulizia, cui hanno preso parte cittadini e volontari, per tutelare il decoro urbano.
Il Mercato si conferma però in questo quartiere come uno dei punti d’incontro per eccellenza: «Il cibo è un tramite straordinario di reciproca conoscenza», dice Leonardo Carocci. «se ognuno offre agli occhi e alla bocca della comunità le proprie ricette, i propri gusti, le proprie tradizioni, si crea un legame profondissimo». Non a caso, tra le iniziative proposte nel Mercato nel corso degli anni, c’è stata anche “Assaggia il mondo”: una festa che è durata intere settimane, che ha concentrato l’attenzione sui cibi tipici delle diverse nazionalità e che ha coinvolto anche le ambasciate delle comunità del quartiere.
Il Mercato è stato anche sede di interventi contro l’emarginazione sociale: «Ci siamo occupati dei senza fissa dimora – dice Carocci – soprattutto negli ultimi anni, quando il problema ha assunto dimensioni crescenti. Il mercato per queste persone rappresenta un luogo dove cercare qualcosa da mangiare, quindi abbiamo generato iniziative di volontariato specifiche».
Dal 2013 l’intervento del Progetto di Mediazione Sociale Esquilino si è ridotto per mancanza di risorse. Continua però a rimanere attivo il “Banco della mediazione”, sede operativa che si trova all’interno del Mercato Esquilino, dove operano quattro mediatori sociali.
Una risposta a “ESQUILINO: INSIEME È MEGLIO, GRAZIE ALLA MEDIAZIONE SOCIALE”
Grande LEONARDO CAROCCI !