NON SONO TUTTE UGUALI LE MANIFESTAZIONI CONTRO L’EUROPA
Sabato associazioni e movimenti saranno in corteo per chiedere una Europa che accoglie e che difende i diritti umani
23 Marzo 2017
Era un lunedì il 25 marzo 1957 quando a Roma, a Palazzo Senatorio – nella sala degli Orazi e Curiazi circondati dagli affreschi che raffigurano alcuni episodi della più antica storia di Roma eseguiti dal Cavalier d’Arpino alla fine del XVI secolo – i ministri degli esteri di cinque Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Olanda, Lussemburgo e Belgio) firmano due trattati: quello costitutivo della Comunità Economica Europea (CEE) e quello della Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM).
Lì nascevano i primi passi del progetto che vedeva ed immaginava unito il vecchio continente. Questo grande ed ambizioso progetto aveva quindi basi prevalentemente di natura economica e scambio commerciale. Era infatti fallito precedentemente un tentativo di istituire una comunità europea di difesa (Ced). Inoltre era prevista l’Istituzione dell’Assemblea Parlamentare Europea, composta da rappresentanti nominati dai Paesi membri firmatari, ma con solo potere consultivo. Il percorso, che vedrà la nascita del Parlamento Europeo, sarà molto lungo, infatti vedrà le prime elezioni dei suoi membri attraverso votazioni a suffragio universale solo nel 1979.
La delusione dei cittadini europei
In un clima di grande confusione, disapprovazione e dissenso politico ed euroscetticismo, sabato 25 marzo 2017 a Roma si festeggeranno i 60 anni della firma di quei trattati, alla presenza delle più importanti cariche delle istituzioni europee e capi di stato.
La riflessione dopo 60 anni di percorso, la presenza di ormai 28 paesi all’interno della comunità, vede ancora oggi prevalentemente delineato un profilo di questo progetto europeo, basato su un mercato comune attraverso la libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali. È ancora lontano, praticamente inesistente, un grande progetto comunitario su politiche sociali, culturali, e delle persone.
Infatti è delle persone, i cittadini europei, la grande delusione sul progetto dell’Europa, lontano oramai, ed ancora di più in questi tempi di profonda crisi economica e di politica internazionale, dai bisogni reali e dalle quotidiane difficoltà vissute dalla popolazione.
Non può basarsi su politiche prevalentemente di natura economiche e di governance tecnocratica degli stati membri, un progetto che vede la presenza nei diversi territori europei di quasi 750 milioni di abitanti, tutti inevitabilmente diversi per tradizione culturale ed appartenenza territoriale. In più il vecchio continente è ormai culla ed ancora di salvataggio inevitabile per le migliaia di cittadini migranti provenienti da paesi in guerra in dittatura o in profonda povertà.
Per una Europa che accoglie
Per questo a Roma nelle giornate del 24 e 25 marzo, saranno molte le manifestazioni di protesta contro i festeggiamenti dei trattati, ma tutte con voci e contenuti diversi, così come questa Europa è ancora piena di voci e contenuti diversi provenienti dai diversi stati e dalle persone. Alcune voci, a mio avviso preoccupanti, parlano di ritorno al nazionalismo sovrano, alle monete nazionali, hanno all’interno contenuti di xenofobia e chiusura nei confronti dell’altro e soprattutto condividono la linea Trumpista su chiusura delle frontiere ed innalzamenti di muri, contro l’idea di una Europa che accoglie.
Ma c’è anche chi vuole una Europa che accoglie e chiede una nuova rotta (partendo dal movimento di protesta anti Trump e dalla piazza di Barcellona del 18 gennaio), fatta di apertura, di scambio e contaminazione tra le persone, sia cittadini europei che migranti. Una nuova politica sociale ed economica basata sull’inclusione , il superamento dell’idea del continuo debito e la minaccia dell’austerity, che soffoca i governi, nuove aperture sul tema della sicurezza e delle politiche migratorie europee, sempre più lontane dai diritti fondamentali dell’uomo (vedi gli accordi bilaterali con la Libia, Frontex, l’apertura di hotspot…). Costruire invece un’Europa che sia contenitore di difesa attiva dei diritti e della dignità degli uomini.
Per questo sabato 25 marzo la protesta vedrà anche la presenza di associazioni, movimenti, servizi autogestiti, migranti, persone che tutti i giorni provano a intervenire in difesa dei diritti dell’uomo, che un progetto ambizioso come quello europeo non può più negare.
Il corteo partirà alle 11.00 da Piazza Vittorio e raccoglierà realtà diverse, che condividono l’Appello per la costruzione di un 25 marzo di lotta ai confini, all’austerità, al razzismo, per la libertà di movimento.
La fotogallery della manifestazione:
(L’immagine di apertura è di Giorgio Marota)