EUROPA: LE CONQUISTE, I NODI IRRISOLTI, IL FUTURO
L'Europa, oltre la pandemia e i luoghi comuni, verso il futuro. Online l'instant book del sesto incontro Futuro Prossimo, con Pier Virgilio Dastoli
22 Dicembre 2020
Come ha risposto l’Europa alla crisi da Covid 19? E come i cittadini hanno percepito il suo operato, anche in questo periodo di pandemia? È stato questo uno degli spunti alla base del sesto incontro online del ciclo di seminari Futuro Prossimo. Di questo, ma anche di una visione più generale sull’Unione europea fatta di richiami alle conquiste raggiunte e di proiezioni al futuro, si è discusso con Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Movimento europeo in Italia, che della vicenda europea fin dalle origini è stato uno dei protagonisti a partire dalla collaborazione diretta con Altiero Spinelli, uno dei padri del sogno europeo, fino a giorni nostri.
Futuro Prossimo, lo ricordiamo, è una base prospettica di azione , divenuta da giugno scorso un ciclo di incontri online, organizzato dal Centro studi ricerca e documentazione del CSV Lazio, che favorisce un terreno di confronto con studiosi, ricercatori ed esperti sullo scenario che si sta aprendo nel periodo dell’emergenza sanitaria. Da questi incontri online sono stati, di volta in volta, estrapolati instant book disponibili sul portale del CSV Lazio, nella sezione Futuro Prossimo.
Una grande crisi, e poi la pandemia
Nell’ultimo periodo , anche a causa della pandemia, si è parlato molto di Europa, talvolta con poca cognizione di causa, talvolta per luoghi comuni. In generale, però, nel tempo il nostro Paese si è sempre riconosciuto nel progetto di integrazione europea, e gli italiani hanno sempre dimostrato condivisione.
Tuttavia, da alcuni anni a questa parte, l’Europa e il processo di integrazione hanno dovuto fare i conti con critiche e accuse: di una presenza ingombrante da un lato, fatta di vincoli e imposizioni; di assordante silenzio su questioni, invece, rilevanti, dall’altro.
Sebbene l’opinione pubblica italiana lamenti spesso, oggi, l’incapacità dell’Unione di dare risposte concrete ai cittadini, secondo Pier Virgilio Dastoli non è possibile non ricordare come l’Unione europea abbia fondato il grande patrimonio delle organizzazioni comunitarie, per usare le sue parole: «spesso non ce ne rendiamo conto, ma la maggior parte delle leggi del nostro Paese sono frutto di decisioni comunitarie sottoposte a controlli di carattere democratico. La propositività degli inizi e il completamento del processo di integrazione, tuttavia, hanno dovuto fare i conti con due grandi crisi. La prima, nel 2009 negli Stati Uniti, ha provocato anche in Europa una crisi prima finanziaria, poi economica e sociale, dalla quale i Paesi membri hanno avuto grandi difficoltà ad uscire, e a cui l’Unione non ha saputo rispondere nel modo adeguato». Una crisi, ha ricordato Dastoli, da cui avevamo iniziato lentamente ad uscire, quando è arrivata la pandemia, rispetto alla quale, ha spiegato Dastoli, per molti l’Europa non sarebbe stata abbastanza repentina nell’agire. « L’Ue ha dimostrato», ha continuato Dastoli, «di essere in grado di reagire, ma sono emerse problematiche su cui riflettere. Gli Stati europei hanno avviato una serie di iniziative economiche e sanitarie, che hanno fatto sì che l’Unione reagisse in modo più unitario di quanto non fosse avvenuto in passato». D’altro canto, ha continuato Dastoli, ad oggi l’Unione non ha i poteri necessari per affrontare quelle tematiche che riguardano la collettività dei Paesi, e che gli Stati nazionali, da soli, non possono fronteggiare. Basti pensare alla salute, o all’immigrazione.
Il futuro prossimo dell’Europa
Per Dastoli uno dei temi a cui occorre dare risposta è certamente quello sanitario. Un tema da gestire collettivamente: «I Paesi membri, da soli, non sono in grado di dare soluzioni. Bisogna discernere tra le competenze che devono restare in capo agli Stati membri e quelle da gestire in una dimensione che potremmo chiamare federale».
Ma Dastoli ha richiamato l’attenzione anche su altri temi – la competenza economica e sociale; lo sviluppo sostenibile; il terrorismo internazionale e le implicazioni di guerre e conflitti vicine all’Europa; i flussi migratori – , sul tema della democrazia partecipativa ed il bisogno di un sistema di carattere democratico più efficiente».
In questo senso per Dastoli è fondamentale aiutare le organizzazioni della società civile ad essere più protagonista, motore di democrazia partecipativa. L’Ue dovrebbe istituire regole e misure molto più precise sul ruolo delle organizzazioni non governative e della società civile». Un percorso complesso che richiede maggior omogeneità di azione, in un contesto in cui questi temi sono affrontati diversamente da Paese a Paese, così come diverse sono le misure fiscali ed economiche.
Occorre, allora, per Dastoli «riaprire il cantiere dell’Unione Europea, dove siano i cittadini e le cittadine ad essere protagonisti. Siamo tutti Europa, dobbiamo discutere insieme il rapporto tra tutti i livelli, non soltanto tra Unione e Stati, ma anche a livelli più bassi. Come Movimento europeo, riteniamo che il ruolo dei poteri locali vada rinforzato e che anche queste realtà partecipino attivamente al dibattito sul futuro prossimo dell’Europa».
Pier Virgilio Dastoli è Presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo (CIME) dal 2010. È stato assistente parlamentare di Altiero Spinelli alla Camera dei Deputati ed al Parlamento europeo dal 1977 al 1986 e Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea dal luglio 2003 all’agosto 2009. È consigliere della Commissione europea e consigliere politico presso il Gruppo Spinelli, un’associazione senza scopo di lucro creata da trentacinque personalità europee. È membro del Comitato centrale del Movimento federalista europeo, del Consiglio nazionale dell’Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e del Direttivo internazionale del CIFE. È stato nominato Commendatore al Merito della Repubblica dal Presidente Napolitano.