EXPO 2015. E SE AIUTASSE A CAMBIARE QUALCOSA?

In un libro di Concetta di Lunardo un percorso per "leggere" un evento contradditorio, ma non inutile

di Paola Springhetti

Expò 2015 è la prima esposizione universale che ha coinvolto anche la società civile e le associazioni, pur tra mille contraddizioni. Sarà stato il tema – l’alimentazione –  o sarà semplicemente che negli anni molte barriere sono cadute e gli spazi di dialogo tra profit e non profit sono aumentati, o sarà che siamo in Italia, un paese in cui il non profit assume dimensioni e ruoli sempre più ampi…  Fatto sta questa presenza c’è e si vede: c’è il padiglione della Cascina Triulza ad esempio (un’antica costruzione che si trova all’interno di Expo e ospita le iniziative di numerosi enti non profit: Acli, Arci, Legambiente, Legacoop), ma ci sono tanti altri spazi in cui il Terzo settore ha preso la parola, compresa la settimana gestita dalla Rete Res Int a luglio, che si ripeterà a settembre e che ha visto l’economia sociale protagonista. Insomma davvero l’Expo potrebbe essere un luogo di  riflessione e di discussione sui temi dell’alimentazione, dello sviluppo sostenibile e dell’ambiente, oltre che di scambi commerciali.

Istruzioni per l’uso di Expò

A questa opportunità ha dedicato un libro Concetta Di Lunardo, giornalista di D-Roma e insegnante. Si intitola “Expo 2015, Istruzioni per l’uso – Filosofia dell’ambiente, sviluppo sostenibile e multinazionali?” ed è una guida ai temi di Expo, che ha una dimensione didattica, ma è utile a chiunque voglia farsi un’idea di cosa c’è sul tavolo di discussione.

Concetta Di Lunardo alla Fiera del Libro di Torino
Concetta Di Lunardo alla Fiera del Libro di Torino

Nello scrivere, Di Lunardo pensa alla scuola perché il tema del cibo è strettamente connesso a quello sullo stato di salute del pianeta ed è un tema che ha una forte valenza pedagogica. Oltretutto coinvolge varie discipline (scienza, politica, economia, ecologia…) e ha una forte dimensione filosofica, perché apre alla riflessione tra uomo e natura.  Attraverso i classici del pensiero filosofico, quindi, l’autrice  propone una riflessione per la “messa a punto” di una visione che non sia antropocentrica: troppi danni ha fatto l’idea – anche cartesiana – della  necessità del dominio umano sul creato perché  l’uomo è «padrone e possessore della natura». Ciò che serve è invece «una sorta di biocentrismo fondato su una visione etica in senso propriamente ecologico, che assegni a tutto ciò che vive in natura pari dignità e valore». Un’idea – quella della necessità di ridimensionare l’antropocentrismo come valore di riferimento – che recentemente ha rilanciato anche Papa Francesco, che nella sua enciclica Laudato si’ ripropone anche il tema della decrescita: «è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane».
È da qui che si può ripartire per costruire quel nuovo umanesimo che può permettere di salvare sia lì’uomo che il resto del pianeta.

Riscoprire i limiti

Di Lunardo ha fatto una cosa che pochi hanno fatto, e cioè ha letto i documenti che hanno dettato – o avrebbero dovuto dettare, è ancora presto per dirlo –  i temi di Expò: il “Documento stragico di Expo 2015“, scritto da studiosi di scienze umane;  la  “Guida al Tema di Expo 2015“, la “Carta di Milano”, coordinata dal filoso Salvatore Veca, che si spera venga presa in considerazione, in futuro, anche da governanti e politici. Expo 2015 «rispetto alla storia delle esposizioni universali del ventesimo secolo, che hanno celebrato la potenza della tecnica e dell’economia, sul piano concettuale è la prima Expo che pone nel tema dei limiti al delirio di onnipotenza di un progresso senza limiti».
È infatti di questo che abbiamo soprattutto bisogno: riscoprire i limiti ambientali, economici, sociali che potrebbero salvarci da quel processo di autodistruzione in cui siamo immersi.
A partire da questa considerazioni, l’autrice ci accompagna attraverso una serie di temi strettamente legati tra loro che vanno dalla decrescita agli stili di vita individuali, dallo sviluppo sostenibile alla dieta mediterranea, dalle smart city alle identità culturali, incrociando continuamente il livello generale, teorico e politico, con quello individuale, concreto, quotidiano.  Perché, come diceva Hans Jonas «noi tutti possiamo preparare in modo invisibile il terreno cominciando da noi stessi. L’inizio, come tutto ciò che è buono e giusto, è ora e qui».

Tutte le contraddizioni di Expo

Di Lunardo non sfugge alla sfida di raccontare anche le contraddizione di un Expo che propone il tema del cibo in un mondo dove l’obesità è diventata un’emergenza sociale e nello stesso tempo 925 milioni di persone soffrono la fame. Che è stato realizzato anche grazie alle cospicue sponsorizzazioni di multinazionali come Nestlè, Coca Cola e McDonald’s. Che è stato occasione di gravi episodi di corruzione e illegalità. Che è stato duramente contestato dai movimenti no Expo, all’insegna dello slogan: “Nutrire il pianeta o nutrire la multinazionali?”.
Cosa rimarrà di Expo, in mezzo a tutte queste contraddizioni? L’autrice non si sbilancia: «bisognerà attendere un po’ per tirare le somme e capire che cosa lascerà di buono l’evento rispetto al pensare e all’agire in termini ecologici piuttosto che economici». Ma intanto sono molti quelli che stanno dando il loro contributo perché qualche cosa di buono rimanga.

Di lunardo copConcetta di Lunardo
Expo 2015, Istruzioni per l’uso – Filosofia dell’ambiente, sviluppo sostenibile e multinazionali?
Armando Siciliano, 2015
pp. 128, €12,00

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