LE FATTORIE SOCIALI, UN MONDO DI POSSIBILITÀ
Creano lavoro, educano, aiutano l'inclusione. In Italia sono ormai 3mila.
18 Gennaio 2017
Grazie alle fattorie sociali, investendo sull’approccio terapeutico di un’attività semplice e secolare come l’agricoltura, si può offrire, a tante persone che presentano forme di disagio sociale o di svantaggio psico-fisico, la possibilità di socializzare lavorando, di acquisire nuove competenze e professionalità, costruendo cosi le fondamenta per garantire loro una vita e un futuro migliore.
Alla base c’è la convinzione, che il contatto con la natura riesca a stimolare capacità emotive e comportamentali, ma non solo; la cura della terra e degli animali può anche diventare una risorsa per un futuro lavorativo in autonomia. Tutto ciò è reso possibile grazie alle fattorie sociali.
Una possibilità di inserimento lavorativo
Le fattorie sociali sono strutture che estendono i loro servizi a favore di persone che presentano forme di svantaggio psico – fisico, oppure soggetti deboli o a rischio di marginalizzazione. L’aiuto si estende attraverso servizi educativi, culturali, occupazionali e di supporto alle famiglie e alle istituzioni didattiche.
Sono fattorie a tutti gli effetti, hanno una natura imprenditoriale e cercano di riprodurre un modello di economia sociale, mirato a coniugare il profitto dell’azienda con il bene della collettività. L’opportunità più significativa che offrono è quella di insegnare un mestiere a persone socialmente marginali, come detenuti ed ex detenuti, disoccupati di lungo corso, minori in condizione di disagio, persone sottoposte a varie dipendenze o soggette a discriminazioni e pregiudizi e a persone con disabilità psico – fisica.
L’offerta formativa e lavorativa delle fattorie sociali è davvero ampia e riguarda le attività agricole, d’allevamento e quelle delle filiere produttive (olio, formaggio, latte e pane …). La fattoria sociale può quindi offrire una reale possibilità di inserimento lavorativo.
Strumenti di inclusione
Le fattorie sociali favoriscono quindi l’inclusione di chi vi lavora, attribuendo così al mondo agricolo anche un valore sociale. Il rapporto con la natura e soprattutto con la materia viva, vegetale e animale, induce processi positivi di autostima e di recupero di sé. Prendendosi cura di altri organismi, le persone sviluppano infatti la capacità di gestire emotività e senso di responsabilità, essenziali per ricostruire la propria identità ed autonomia. L’ambiente di lavoro aperto e meno costrittivo risulta inoltre più favorevole per chi si sta reinserendo nel mondo del lavoro.
La vendita diretta dei prodotti agricoli incrementa poi l’autostima e permette, attraverso lo scambio, di stabilire relazioni con l’ambiente esterno. Infine, le fattorie sociali possono migliorare anche la capacità di attrazione e la reputazione di un sistema locale, soprattutto nei territori più degradati o dove le opportunità di lavoro sono limitate.
L’agricoltura sociale propone quindi un nuovo modello di sviluppo rurale, all’insegna della sostenibilità e dell’inclusione di soggetti svantaggiati. Ad oggi sono 3000 le fattorie sociali in Italia, con 30 mila addetti e 200 milioni di euro di fatturato.
La Rete delle Fattorie Sociali
A sostegno delle fattorie sociali, è nata nel 2005, la Rete Fattorie Sociali, ed è stata la prima rete di fattorie sociali in Italia. La Rete, sostenuta da Confagricoltura , ancora oggi continua a confrontarsi ogni giorno con il disagio sociale; ed è diventata nel tempo un punto di riferimento di informazioni sulle buone prassi e di partecipazione attiva sul territorio.
Il fondatore della Rete Fattorie Sociali nonché Storico dell’agricoltura Alfonso Pascale definisce così l’agricoltura sociale: «L’agricoltura sociale rievoca l’invenzione dell’agricoltura che avvenne 10 mila anni fa. Sociale vuol dire solidarietà, vuol dire cura delle relazioni, vuol dire intimità delle relazioni e quindi reciprocità, mutuo aiuto, dono, ecco questo c’è nell’agricoltura sociale. L’agricoltura sociale non è assistenza, l’agricoltura sociale è sviluppo».
L’obiettivo della Rete di Fattorie Sociali è promuovere iniziative di agricoltura sociale. Il primo passo di cui si occupa è quello di informare sulle possibilità offerte dai bandi pubblici, e più in generale condividere le notizie di maggiore interesse. La Rete offre anche dei percorsi formativi per l’avviamento di una fattoria sociale, e non meno importante, raccoglie anche le testimonianze e i documenti più importanti che riguardano l’agricoltura sociale.
Le Comunità di Capodarco, invece, dislocate su tutto il territorio nazionale, che da sempre si occupano di disabilità sia fisica che psichica e di varie forme di disagio sociale, sperimentano e diffondono, con successo, il progetto ormai da diversi anni.
3 risposte a “LE FATTORIE SOCIALI, UN MONDO DI POSSIBILITÀ”
Vorrei creare una fattoria sociale per ragazzi con svantaggio psico-fisico.
Ho una proprietà 18000 metri quadri con una costruzione cosi composta: salone 40mq cucina 20mq
laboratorio 25 mq ..8 camere da letto con bagno (due sono adatte per carrozzati e 2 posso ospitare 2 persone– grazie per le informazioni ho indirizzi che possono essermi utili per realizzare questo progetto
—Ho un figlio diversamente abile —
il seminterrato (libero su tre lati) è di 250 mq )
Salve! Sono la madre di un disabile intellettivo sono interessata al progetto.
Buongiorno, può visitare il sito http://www.fattoriesociali.it/IT/ e il sito http://www.agricolturacapodarco.it/ per avere maggiori informazioni. Grazie per averci scritto.