Protesta degli studenti contro il programma dell’alternanza scuola-lavoro, introdotto con la legge sulla cosiddetta “Buona scuola” (legge 13 luglio 2015, n. 107) dal governo Renzi. A Roma, venerdì 13 ottobre, oltre 2mila studenti sono scesi in piazza per chiedere un ripensamento delle attività dell’alternanza scuola-lavoro.
LA MANIFESTAZIONE DEGLI STUDENTI CONTRO L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Roma, 13 ottobre. Hanno sfilato dalla Piramide al Ministero dell'Istruzione per chiedere un ripensamento dell'alternanza, ma anche più sicurezza delle scuole
16 Ottobre 2017
Gli studenti romani si sono ritrovati davanti alla Piramide Cestia, e dopo un’attesa di oltre un’ora, si sono diretti al Ministero dell’Istruzione, passando per via Marmorata. Chi è sceso in piazza a manifestare, chiede un’alternanza scuola-lavoro che non produca profitto per le aziende e che sia veramente formativa.
“Hanno deciso di usarci come carne da macello per grandi aziende, multinazionali ed enti diseducativi, hanno confuso la formazione pratica con lo sfruttamento della nostra manodopera gratuita. Intanto centinaia di lavoratori vengono licenziati, noi non impariamo nulla e a guadagnarci sono solo i grandi proprietari di quelle aziende”, dichiara l’Unione degli Studenti.
Gli studenti in tuta blu, davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, hanno esposto dei cartelli per chiedere che fine abbia fatto lo Statuto per gli studenti in alternanza scuola-lavoro, strumento ritenuto indispensabile per escludere alcune imprese dal progetto, come quelle che sono colluse con la mafia o che sono responsabili di inquinamento ambientale.
Dopo essere scesi in piazza, alcuni ragazzi e ragazze dell’Unione degli studenti, si sono recati in periferia per un’azione di riqualificazione urbana: il luogo scelto è la biblioteca comunale “Raffaello” ad Anagnina. “Insieme ad alcuni ragazzi de Liceo artistico, oggi vogliamo dire che l’alternanza scuola-lavoro per noi deve essere questo: esperienze di riqualificazione urbana ed esperienze socialmente utili”, hanno dichiarato i ragazzi di Uds a noi di Reti Solidali.