FROSINONE: L’INQUINAMENTO VISTO ATTRAVERSO L’ISLAM
A Frosinone, l’associazione Ettuba ha proposto un confronto tra scienza e religione per discutere di problemi ambientali
08 Marzo 2016
Islam e tematiche ambientali sono strettamente collegate fra loro: secondo la dottrina islamica l’inquinamento non comprometterebbe solo la vita materiale, ma anche la vita spirituale dell’uomo. Per gli studiosi dell’Islam, dunque, l’inquinamento ambientale corrisponde a un inquinamento spirituale. Per compiere le preghiere, spiega Gabriele Iungo, studioso di scienze islamiche tradizionali, «serve l’acqua per purificarsi e la terra per pregare, la prima deve essere pulita, la seconda deve essere pura». In origine questi due elementi lo sono, ma oggi questa purezza sta svanendo e ciò mette a rischio, oltre che la salute fisica dell’uomo, anche quella spirituale. La sensibilità verso le tematiche ambientali da parte dell’Islam è molto alta a Frosinone, città che detiene il triste primato italiano, insieme alla sua provincia, di capoluogo più inquinato d’Italia. Secondo i dati di Legambiente, le polveri sottili, nel capoluogo laziale, hanno sforato lo scorso anno 115 volte il livello massimo consentito. Nei comuni della provincia non va meglio, Ceccano ha il record assoluto in Italia per sforamenti: 142. Secondo Francesco Raffa, coordinatore provinciale di Legambiente Frosinone, il pm10 è un problema di tutta la provincia e «la questione principale resta il consumo del suolo. Guardando una planimetria della provincia di Frosinone, salta agli occhi la mancanza di spazi liberi da edifici, una ragnatela impressionante di costruzioni di bassa qualità edilizia». Ad aggravare la situazione ambientale di Frosinone non è solo il consumo sconsiderato del suolo, ma anche l’alta concentrazione di industrie di vario tipo e il rinvenimento di siti illegali utilizzati dalle ecomafie per interrare rifiuti tossici. Un mix che rende questo spicchio di Lazio una bomba ecologica che ha come risultato tangibile un aumento costante dei tumori. Dati alla mano è comprensibile perché il Cail, Coordinamento associazioni islamiche del Lazio, attraverso l’associazione Ettuba, abbia voluto organizzare un incontro nel Palazzo della Provincia di Frosinone, il mese scorso, per fare il punto sulla situazione inquinamento insieme alle realtà civili e religiose che operano nel campo della tutela ambientale.
Frosinone: per l’ambiente proposte dal Corano
L’incidenza dei tumori in questo territorio è allarmante, secondo i dati di Gruppo Sentieri che fanno riferimento al 2014, l’incidenza, nelle donne, per il tumore della mammella è prima in assoluto su tutto territorio nazionale con una percentuale del 35,8. Purtroppo, come ha spiegato lo stesso Norberto Venturi, primario di chirurgia dell’Ospedale di Frosinone e portavoce di Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori durante l’incontro, non è questo l’unico dato ad allarmare.
«A fronte di una riduzione della mortalità, aumenta l’incidenza di tumori. Evidentemente non bastano più le nuove armi terapeutiche, non bastano più le nuove tecniche di rilievi di tumori, bisogna pensare a qualcosa all’origine dei tumori stessi.» Se il modo in cui si originano i tumori resta una questione aperta sul tavolo degli studiosi, un’altra questione alla quale il mondo scientifico non riesce a dare una risposta chiara è l’abbassamento dell’età dell’insorgenza dei tumori. Vediamo sempre più casi di tumori insorti in giovani e bambini. Nella fascia d’età dai 0 ai 14 anni i casi di tumore sono in aumento. Salgono costantemente e vertiginosamente». Sono in aumento, nei bambini del frusinate i tumori dell’encefalo, quelli renali e sono preoccupanti i dati che riguardano i tumori maligni del tessuto linfatico ed ematopoietico.
Dunque l’origine dei tumori resta una delle principali questioni irrisolte che chiama in causa l’uomo e il suo rapporto con l’ambiente. Sabrina Lei Tawasul, del Centro ricerca e dialogo spiega il rapporto tra individuo e natura all’interno del Corano: «mentre nell’Antico Testamento si dice che il suolo sarà maledetto a causa della disobbedienza dell’uomo, nel Corano c’è scritto che la terra, e l’ambiente naturale, è benedizione e luogo della prova. L’uomo deve obbedire alla natura e non può trasformarsi in un tiranno. Nel momento in cui l’uomo si trasforma in un tiranno ha deciso di recidere il legame che ha con Dio e ha anche dimenticato volontariamente la sua legge.»
Ne consegue che gli studiosi odierni della Sharia hanno l’obbligo di elaborare una nuova prospettiva scientifica e di formulare delle precise documentazioni che stilino il rapporto tra credente e ambiente in cui vive. «Uno dei principi della legge coranica», conclude Abdel Latif Chalikandi del Maqasid Institute, «è quello di proteggere la vita e quindi i musulmani sono invitati a entrare come parte interagente all’interno della società occidentale, impegnandosi in prima persona e facendo proposte che derivano dai valori del Corano.»