ALESSANDRO GASSMANN: “PERCHÈ HO DECISO DI PENSARE VERDE”
L'attore firma "Io e i #GreenHeroes", un libro con le storie "verdi" del nostro Paese. Con un obiettivo: far capire che si può fare
12 Febbraio 2022
Gassmann si racconta a cuore aperto, nel libro “Io e i #GreenHeroes. Perché ho deciso di pensare verde” (Edizioni Piemme). La sensibilità ecologica dell’attore e il supporto dell’organizzazione Kyoto Club ha portato alla nascita di questo racconto appassionato delle storie di chi non sta a guardare di fronte al climate change. Il libro è un invito a darci da fare per restituire un futuro ai nostri figli. Ce ne parla Annalisa Corrado, co-ideatrice del progetto #GreenHeroes, responsabile delle attività tecniche dell’organizzazione non profit Kyoto Club e autrice della postfazione del libro.
Com’è avvenuto l’incontro tra lei e Kyoto Club con Alessandro Gassmann?
«Gassmann è molto attivo su Twitter, da tempo, sulle tematiche ambientaliste. Un giorno, commentando il successo dei Verdi tedeschi nelle elezioni in Baviera ad ottobre 2018, affermò che in altri Paesi i temi dell’ecologia sono molto più forti e che, se in Italia fosse nato un progetto ambientalista serio, si sarebbe messo a disposizione. Gli risposi che in Italia è pieno di idee, realtà, progetti di altissimo livello che, purtroppo, non hanno la giusta visibilità e gli proposi di parlarne prendendoci un caffè. La cosa divertente è che Alessandro rispose a tutti i commenti, tranne che al mio. In realtà, i commenti degli altri (anche provocatori) con fermezza e gentilezza li smarcò tutti, cercò informazioni su di me prima di rispondermi. Gassmann mi disse che voleva rendersi disponibile, ma temeva il greenwashing, le realtà poco serie e voleva qualcuno che lo sostenesse in questa sua esposizione. Questo fatto mi è piaciuto tantissimo: in un paese di tuttologi, una persona che si pone il problema dell’autorevolezza di quello che dice è un fatto importante. Non voleva usare toni catastrofistici, ma aveva voglia di raccontare che chi sceglie la sostenibilità vince».
Come nasce l’idea della parola #GreenHeroes e del libro?
«Il termine #GreenHeroes ci è venuto in mente partendo dalla voglia di non mascolinizzare il termine. Cercavamo un termine neutro, una parola inclusiva, anche perché nel mondo green la presenza femminile è altissima, tra imprenditrici, visionarie, ricercatrici, innovatrici. Sono donne meravigliose. L’idea del libro è partita da un webinar che abbiamo organizzato con tanti #GreenHeroes, che vide Alessandro Gassmann come moderatore e di cui lui rimase molto contento. Dopo quell’incontro, avvenuto poco più di un anno fa, Gassmann ha detto: “perché non facciamo una sorta di Guida Michelin degli eroi?”. L’idea del libro è partita con la voglia di raccontare alcuni “eroi verdi”, insieme a parti della sua vita personale, anche per far arrivare il messaggio del libro a più persone possibili».
Perché i personaggi famosi, nel nostro Paese, spesso sono così restii a metterci la faccia e ad appoggiare cause di associazioni non profit, mentre ad esempio negli Stati Uniti non si è una star se non si abbraccia una causa più grande?
«Certi temi vengono vissuti quasi come uno schieramento politico partitico, questo spaventa molto i personaggi famosi. Anche perché il mondo dell’arte è molto vincolato alla presenza di fondi, in qualche modo si ha paura che lo schierarsi possa essere, in alcuni momenti storici, penalizzante. Al di là di alcune figure che si sono prestate a dare il volto ad alcune cause, Gassmann ne ha fatto proprio un pezzo del suo agire. Ha legato la sua storia agli heroes: nel libro i personaggi si intrecciano con la sua storia personale: al padre, alla madre, alla sua vita».
I #GreenHeroes dimostrano come sia possibile creare valore e lavoro prendendosi cura del posto in cui si vive, investendo nel futuro. Qualche esempio di questi uomini e donne coraggiosi?
«Sono tante le storie raccontate. Pieces of Venice è un progetto di impresa circolare: recupera il legno disperso nella laguna a Venezia e ci crea delle opere d’arte dal design molto bello. Lo trovo anche molto poetico. Nel libro abbiamo cercato di rappresentare molte categorie, anche merceologiche. GreenGraffiti consiste nella realizzazione di graffiti fatti con una miscela a base di yogurt (scaduto) che, dopo un po’ si lava via con l’acqua piovana, completamente biodegradabile e che non rilascia nessuna sostanza tossica. I Negozi Leggeri, che sono nati in Italia e poi sono stati esportati in altri Paesi, come Francia e Svizzera, sono i supermercati dello sfuso e del vuoto a rendere. Il progetto Quid di Verona permette di usare gli scarti delle industrie tessili, che vengono buttati via anche per un piccolo errore di una trama o perché uno stock è stato prodotto e poi si è scelto di realizzare un altro modello. Questi scarti vengono lavorati in un laboratorio sartoriale da donne spesso in fuga da problemi di violenza, soprattutto da tratta, e diventano vestiti belli e originali, venduti on line. In Puglia Prima Bio è una realtà che fa parte della filiera FAS (Filiera Agricoltura Sostenibile), ha aderito ad una rete contro il caporalato e ogni estate assume regolarmente rifugiati, li aiuta anche a sistemare i loro documenti; l’obiettivo di questo progetto è dare vita a una filiera del pomodoro che sia veramente ecosostenibile sia ambientalmente sia socialmente. In molti progetti dei #greenheroes si associa la parte ambientale a quella sociale: nuove risorse per persone in difficoltà».
Scrive nella postfazione del libro che “ciascuno può fare la sua parte”.
«Molto spesso sottovalutiamo il potere del consumatore. Più di un economista, tra cui Leonardo Becchetti, ama dire spesso che si vota con il portafoglio per il tipo di mondo che si vuole veder affermare. Acquistando da una filiera corta, comprando prodotti biologici e ecosolidali, cercando la propria energia elettrica da un operatore che usa energie rinnovabili, comprare vestiti di tessuti sostenibili o provenienti dalla filiera del riciclo. Tutti i gesti quotidiani, dalla spesa all’alimentazione, dall’abbigliamento all’attenzione all’origine di ciò che mangiamo sono importanti: ogni volta che facciamo un acquisto possiamo spostare sia il nostro impatto sia le politiche aziendali che sovvenzioniamo ogni volta. Più diventiamo cittadini consapevoli, critici, più siamo in grado di pretendere. Più capiamo che questo si può fare e che non è una chimera, una favola, più siamo in grado di pretendere. L’obiettivo di #greenheroes è proprio questo: far capire che si può fare. Spero che questo percorso provocherà anche un diverso approccio all’attivismo, alla politica stessa, al nostro ruolo di cittadini, non solo di consumatori».
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Alessandro Gassman
“Io e i #GreenHeroes. Perché ho deciso di pensare verde”
Edizioni Piemme 2.22
€ 17,90 euro
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