KIM ONLUS: UN GIOCO DELL’OCA PER IMPARARE LA SOLIDARIETÀ
Per grandi e piccini, questo Gioco dell’Oca rivisitato racconta gli ostacoli che affrontano i bambini seguiti dall'associazione. E l’impegno dei volontari
07 Febbraio 2018
Imparare la solidarietà, divertendosi. È questa l’idea alla base del gioco lanciato per i vent’anni di attività dall’associazione Kim onlus, che si occupa – in completa gratuità – di accoglienza, tutela e ospedalizzazione di minori italiani o stranieri gravemente ammalati. Bambini che vivono in condizioni di disagio economico e sociale, spesso provenienti da Paesi in guerra o da Paesi senza strutture sanitarie adeguate, che vengono accolti in Italia dall’associazione per iniziare un percorso di cure e riabilitazione.
EDUCARE ALLA SOLIDARIETÀ. Il gioco prende spunto dal lungo viaggio che i piccoli malati intraprendono, insieme alle loro mamme, per arrivare a curarsi in Italia, e più precisamente a Roma, al Centro di Accoglienza Casa di Kim. Un’idea creativa e divertente nata per diffondere la cultura dell’integrazione, della solidarietà e del volontariato, la mission che da oltre 20 anni anima le attività dell’associazione.
Una somma di piccoli passi che in questo Gioco dell’Oca rivisitato consentono a tutti, grandi e piccini, di avvicinarsi alla realtà dei minori in cura presso l’associazione, per scoprire le loro piccole grandi battaglie quotidiane, e l’assistenza che grazie a Kim onlus riescono a ricevere nel nostro Paese.
IL GIOCO. Un tabellone, due dadi, sei giocatori. E poi un percorso fatto di piccoli grandi ostacoli: dalla diagnosi della malattia all’impossibilità di ricevere cure adeguate nel proprio Paese, fino alla scoperta delle attività svolte da Kim onlus e alla gioia di ricevere un aiuto insperato da parte dell’associazione, che acquista i biglietti per le mamme e i bambini provenienti dai 57 Paesi del mondo in cui opera, e consente loro di trasferirsi a Roma per ricevere un’adeguata assistenza medica.
E poi i giochi insieme agli altri bambini nel Parco Bellosguardo, le lezioni di lingua per imparare l’italiano in compagnia dei volontari Arkimede di Kim onlus, la scuola, i compiti e le visite mediche.
Si dipana così la routine quotidiana di questi bambini, intervallata da attività speciali come le gite al Luna Park, le giornate a teatro, la mostra mercato solidale Kim Arte per il Natale.
E infine l’ultimo ostacolo, il più grande di tutti, quello che, se andrà a buon fine, consentirà ai piccoli e alle loro mamme di tornare a casa, alla vita di sempre: l’operazione. Una prova difficile da affrontare, ma che può diventare un peso più lieve da sopportare sia per i piccoli che per le loro madri grazie all’assistenza continua dell’associazione Kim, che li accompagna in ogni loro passo, fino al ritorno a casa.
Il gioco è stato realizzato grazie al supporto di Cesv ed è disponibile presso il centro d’accoglienza, con una piccola offerta.
DUE DECENNI DI STORIA. «Kim onlus nasce 20 anni fa dalla “splendida follia” di un piccolo gruppo di amici che, dopo un’esperienza in Albania, sconvolta dalla guerra civile, decidono di fare qualcosa per l’anello più debole di una lunga catena di ingiustizie: i bambini malati», come gli stessi volontari raccontano sul sito dell’associazione.
«Kim nasce così, con il nome del protagonista di uno dei più noti racconti di Rudyard Kipling, capace di prendere in mano la propria vita al di là di ogni difficoltà, grazie al suo coraggio e alla solidarietà di molti amici».
Kim nasce con un forte impegno condiviso di prossimità a chi soffre. Negli anni cresce fino ad accogliere minori da oltre 60 Paesi del mondo e diviene una realtà di riferimento nel panorama nazionale per il diritto alla salute dei più piccoli.
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Le immagini sono tratte dalla pagina FB di Kim Onlus