DONAZIONE SANGUE: ITALIA VIRTUOSA MA IL LAZIO DEVE FARE DI PIÙ
Nel 2016 quasi 2 milioni di italiani hanno donato sangue, ma il Lazio è tra le Regioni fanalino di coda. Per la Giornata mondiale del donatore di sangue si punta ad autosufficienza e ricambio generazionale
di Redazione
14 Giugno 2017
Il 14 Giugno è la Giornata mondiale della donazione sangue. In questa occasione si è tenuto un convegno al Ministero della Salute per promuovere la donazione sangue e tirare le somme della situazione italiana. Ne sono emersi dati interessanti, che fotografano un’Italia che, con i suoi 1,7 milioni di donatori nel 2016, è esempio virtuoso rispetto alla donazione sangue in ambito europeo.
L’obiettivo resta mantenere continuità e quindi autosufficienza, non solo rispetto al sangue, ma anche di emocomponenti e garantire un adeguato ricambio generazionale tra i donatori.
Con l’approvazione del Piano nazionale Plasma 2016 2020 alcune Regioni italiane sono chiamate ad aumentare i loro livelli di produzione di sangue ed emocomponenti. Tra queste il Lazio. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute per il 2016, infatti, il Lazio conferma una produzione minore della media nazionale: a fronte del dato italiano di 27,8 donatori totali ogni mille abitanti, la nostra regione ne conta 24,2. I donatori periodici sono 14,4 ogni mille abitanti, meno dei 22,6 del nazionale. Interessante, invece, il dato relativo ai nuovi donatori, quasi il doppio di quello italiano: 12 contro 6,6 ogni mille abitanti.
Per un approfondimento sulla donazione sangue in Italia vi proponiamo la notizia pubblicata dallo stesso Ministero della Salute, con i numeri del fenomeno e gli obiettivi futuri.
In Italia nel 2016 una donazione di sangue ogni 10 secondi ha permesso di fornire a quasi 660mila persone le trasfusioni salvavita, oltre che a garantire a pazienti affetti da diverse malattie i farmaci plasmaderivati di cui avevano bisogno.
Questi i numeri del sistema italiano forniti dal Centro Nazionale Sangue in occasione del World Blood Donor Day, che l’OMS celebra il 14 giugno. In Italia le associazioni dei donatori hanno celebrato la Giornata mondiale della donazione di sangue con un evento che si è tenuto all’Auditorium del Ministero della Salute di viale G.Ribotta, alla presenza della Ministra Lorenzin.
Oltre 3 milioni di donazioni nel 2016, ma i donatori “invecchiano”
Lo scorso anno il sistema ha registrato oltre 3 milioni di donazioni di sangue e plasma (esattamente 3.036.634), mentre i donatori sono stati un milione e 688mila, una cifra in calo di 40mila unità rispetto all’anno precedente e che è anche la più bassa dal 2011.
Nel dettaglio i donatori abituali sono stati 1.370.556 (81,2%), mentre quelli nuovi 317.071 (18,8%), mentre a livello di genere si registra una netta prevalenza per i maschi, che sono il 70%. Circa il 27% del totale rientra nella fascia di età 36-45 anni, il 28% in quella 46-55, il 13%in quella 18-25 e 56-65 mentre il 18% è tra 26 e 35 anni.
L’andamento degli ultimi anni vede un progressivo invecchiamento dei donatori, con un calo nelle fasce più giovani e un aumento in quelle più in là con l’età.
In Italia il Friuli Venezia Giulia è la regione con più donatori ogni mille abitanti, mentre la Calabria è quella che ne ha meno
Nel 2016 trasfusioni in aumento del 3,7%
Sono stati quasi 660mila (659.486) i pazienti trasfusi nel 2016, in aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente, pari a 10,9 persone ogni mille abitanti. In totale sono state trasfuse quasi 3 milioni di unità di emocomponenti (oltre 8mila al giorno), mentre più di 800mila chili di plasma sono stati inviati alle aziende per il frazionamento. In generale gli obiettivi di autosufficienza nazionale per il 2016 sono stati mantenuti per quanto riguarda il sangue, sottolinea Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del CNS, grazie al meccanismo di compensazione che prevede che regioni che raccolgono più sangue del fabbisogno lo cedano a chi è in crisi.
A contribuire maggiormente sono state nel 2016 Piemonte (32%), Veneto (16%), Friuli-Venezia Giulia (13%), Lombardia (12%), Provincia autonoma (PA) di Trento (8%), Emilia-Romagna (4%), Campania, Valle d’Aosta e PA di Bolzano (circa 2% ognuna). “Il sistema è sostanzialmente in equilibrio, ma in alcune regioni periodicamente è necessario ricorrere alla compensazione – sottolinea Liumbruno -.
La Sardegna ad esempio ha un’ottima raccolta, ma non è autosufficiente perché ha molti pazienti talassemici, che necessitano di molto sangue per le terapie. E’ importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta. Per questo si fa appello alla sensibilità delle Regioni affinché consentano alle strutture trasfusionali una maggiore flessibilità nei giorni e negli orari di apertura in modo da venire maggiormente incontro alle esigenze dei donatori”.
Donazione sangue: le iniziative del CNS
In occasione dell’evento al Ministero della Salute il CNS ha presentato due iniziative. Collegandosi al link www.cns.sanita.it/geoblood è disponibile la prima mappa italiana di tutti i punti dove donare, con la possibilità di fare una ricerca basata sulla propria posizione per scoprire il luogo più vicino. Per incrementare le donazioni di plasma partirà inoltre l’iniziativa “Plasma Italia”, con una landing page disponibile sul sito www.centronazionalesangue.it per spiegare l’importanza e le modalità di questo tipo di donazione.